Il busto di Tüköry scompare: vergogna alla palermitana
Una passeggiata letteraria, una scoperta, la rassegnazione all'ennesimo furto alla palermitana: il busto di Lajos Tüköry è stato rubato dal Giardino Garibaldi

Una storia (quasi) a lieto fine quella del furto del busto di bronzo di Lajos Tüköry, sebbene rimangano in sospeso due quesiti fondamentali: perché mai era stata rubata? E cosa ci faceva nel luogo del ritrovamento, ovvero in via Alloro a Palermo, sull'asfalto, in mezzo alle auto?
Pare che non sia strano pensare che il palermitano proprio non voglia fare pace con i suoi monumenti e che non esista la possibilità, fondamentalmente, che chi abita in questa città possa avere rispetto per ciò che dovrebbe amare.
Il busto è stato ritrovato dalla polizia nei dintorni della chiesa della Gancia, e non è chiaro se sia stato abbandonato o se fosse "nascosto", per quanto possa risultare nascosta una cosa simile, tra le auto parcheggiate, sotto un telo di plastica.
Sottratto dal Giardino Garibaldi negli scorsi giorni, il busto è parzialmente danneggiato. Il furto è stato scoperto da Michele Anselmi e dai partecipanti al tour "1860: a Palermo con una dei mille" organizzato da Sicilia Letteraria.
Durante la passeggiata, giunti innanzi al punto nel quale doveva trovarsi il busto di Tüköry, hanno fatto l'angosciante scoperta: «Un attimo di incredulità, di sgomento, lo sguardo che vaga disorientato quasi cercando il busto di bronzo caduto a terra - dice Michele Anselmi, che conduceva il tour - da qualche parte in mezzo all’erba. Poi il senso di amara sconfitta che sempre mi prende di fronte a queste ferite».
Stando a quanto riportato da Anselmi, persino il custode del giardino ha preso la notizia con grande leggerezza, quasi non dando peso all'accaduto. Torna prepotente e rabbiosa la sensazione di impotenza che assale di fronte a questo gesto di grave inciviltà, che rimarranno impuniti: nessuno sa dare alcuna spiegazione su come il busto sia stato letteralmente estratto dalla sua base, rimasta incastrata al piedistallo.
Ritorna in mente la storia del giglio rubato a Santa Rosalia, perché alla fine è tutto riconducibile all'incontrollato furto alla palermitana, quello che non ha pietà nemmeno del bene comune. Mentre un altro pezzo della storia della città è stato danneggiato senza che una voce si sia levata a dissipare la nebbia di dubbi e quesiti, non resta che chiedersi quando imparerà, il palermitano, a rispettare la sua città e ad accettare che il fatto che essa faccia parte della sua stessa identità.
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