LIBRI
“Giro di Vento”, il tredicesimo romanzo di Andrea De Carlo
Regalarsi un libro è regalarsi la possibilità d’avventurarsi in un mondo ogni volta sconosciuto (anche se dapprincipio immagini prevedibile); un mondo anche atteso/agognato/desiderato. Come quando ti siedi su quelle poltroncine rosse di un cinema (crudelmente affollato o amabilmente deserto) e aspetti che la pellicola scorri, con l’augurio che possa lasciarti qualche messaggio subliminale a sorpresa, che possa scuoterti dal torpore dei gesti stereotipati/ripetitivi della vita di tutti giorni e portarti a desiderare altro, oppure a fermarti. Una buona volta fermarti. Nel caso di Andrea De Carlo (autore noto di libri di successo, quali “Treno di panna”, “Due di due”, “Nel momento”, “Pura vita”, “I veri nomi”) col suo nuovo romanzo “Giro di vento” (Bompiani editore, pp. 320, 16 euro) non ci sono dubbi: si viene rapiti, e si è portati a riflettere, con un crescendo di tensione emotiva. Con una trama molto serrata, un filo narrativo forte – caratteristiche tipiche della scrittura di De Carlo, “Giro di vento” narra di cinque uomini, due uomini e due donne, tutti in carriera, che insieme ad un agente immobiliare partono da Milano per visitare alcune case in campagna che vogliono comprare e ristrutturare. Giunti però sul posto, un piccolo incidente stradale stravolgerà i loro piani e si ritroveranno a chiedere rifugio presso una casa scorta fra le colline e abitata da una comunità autosufficiente che ha tagliato ogni legame col mondo.
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