ARTE E ARCHITETTURA
Ferrigno vs Pellegrino: due artisti a confronto nel nome della New pop art
A raccontare Palermo e la corrente artistica New pop art sono Max Ferrigno e Domenico Pellegrino, tra supereroi, Santa Rosalia, luminarie e manga
Max Ferrigno e Domenico Pellegrino
Questo, e molto di più per la verità, è il concetto di Pop art nato nella seconda metà del ventesimo secolo, periodo in cui l'uomo è al centro del cambiamento e l'artista acquista consapevolezza del suo potere creativo e dell'autonomia del suo operare: l’arte e la comunicazione dei mass media si fondono.
Gli artisti iniziano a connettere il mondo consumistico al proprio stile artistico utilizzando diversi elementi: dalle foto, alla rielaborazione di immagini pubblicitarie, ai fumetti. La New pop art arriva anche a Palermo con due artisti che salgono sul podio per aver delineato al meglio questa corrente artistica grazie alle loro creazioni: Domenico Pellegrino e Max Ferrigno.
Il loro merito fondamentale è quello di saper interpretare la New pop art, portando una ventata di rivoluzione e colore ed è evidente anche nei luoghi dove nascono i lavori dei due artisti, seppur con stili diversi.
Nell'ordinato laboratorio di Max Ferrigno colpisce subito una Pollon che fa uso di stupefacenti, le pin-up tatuate e il Carletto originale anni Settanta sulla scrivania: l'artista guarda con gli occhi di un cartone animato. Negli spazi co-working di Domenico Pellegrino regna un caos disciplinato che segue le regole dell'arte in cui tra sacro e profano spiccano sculture ed enormi Sicilie che rilevano il suo profondo attaccamento al territorio.
Domenico Pellegrino, classe '74, nasce a Mazzarino e frequenta l'Accademia di Belle arti di Palermo. Pittura e scenografia sono i suoi primi amori ma è nella scultura che si scatena la sua vera passione, realizzando le opere con le proprie mani e trasmettendo non solo un meraviglioso lato estetico ma anche personalità e anima in ciò che crea.
Dietro ogni suo manufatto c'è un messaggio profondo: Spider-man racconta anni di bombardamento, di rinascita e riscatto del popolo siciliano, mentre la Sicilia pensata per Lampedusa rappresentata con luminarie, riflette sul tema della luce portando un messaggio più gioioso e meno drammatico.
«Per me è fondamentale utilizzare professionisti siciliani o aziende locali leader del settore - rivela Domenico Pellegrino - per un lavoro tutto made in Sicily. È stato così per le statue di Santa Rosalia in occasione di due Festini e per il progetto della Sicilia immersa nel mare di Lampedusa».
La sicilianità dell'artista è ciò che caratterizza le sue opere, in cui predominano colori, simboli, storia ma anche rispetto della materia e dell'oggetto finito. Paragona la collezione Supereroi alle divinità (Spider-man è il Dio Apollo, Capitain America il Dio Hermes, Catwoman la Dea Afrodite), non solo rimarcando le sue radici isolane ma utilizzandoli come modello da seguire.
Max Ferrigno nasce invece a Casale Monferrato (Torino) nel 1977 e inizia a lavorare come decoratore subito dopo il diploma artistico. Nel suo piccolo laboratorio dà forma alle fantasie fino al 2005, quando riprendendo a guardare i vecchi cartoni animati giapponesi e ad ascoltare le sigle tv, diventano fonte di idee e progetti gli echi della memoria infantile. Inizia così la fase “popsurrealista” e si trasferisce a Palermo.
«Attraverso la New pop art - spiega Ferrigno - riesco a trasmettere emozioni facilmente comprensibili che caratterizzano tutta la mia generazione ed è proprio a Palermo che ho trovato la mia massima ispirazione, perchè ritengo che sia una delle città più pop del mondo con il suo street food, la sua aristocrazia e il suo Festino dedicato a Santa Rosalia».
In occasione di “New Pop in The Castle”, mostra allestita lo scorso giugno al castello Lanza di Trabia, l'artista espone la sua “Santa Rosalia Pop”: una ragazza alternativa di Palermo che assume le fattezze di una cosplayer, che vuole essere un omaggio alla città. La Santuzza di Max Ferrigno indossa i piercing e ha i tatuaggi ma il suo sguardo e la sua anima riflettono un messaggio magico e salvifico e Santa Rosalia diventa contemporanea, ambigua e a tratti surreale.
I due artisti fondono le loro arti e rafforzano un sodalizio nato sul web: le luminarie di Pellegrino incorniciano alcuni elementi di Metalrobot o ancora delle Reliquie di Ferrigno, esasperando «il concetto di idolatria della mia generazione, quella degli anni Ottanta, verso il mondo del made in Japan», come spiega l'artista piemontese.
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