ARTE E ARCHITETTURA
Egon Schiele: il segno è l’espressione
Curata da Vittorio Sgarbi, Rudolf Leopold e Romana Schuler, l’esposizione comprende una sessantina di dipinti e disegni che ricostruiscono la vita di Schiele
Corpi contratti, figure dalle grandi mani e dai grandi occhi scolpite da linee taglienti che sembrano tracciate a colpi d’accetta, colori che in alcuni casi esplodono nella loro virulenza e in altri si decantano nella leggerezza dell’acquerello. E poi, nudi maschili e femminili densi di un erotismo sofferto, paesaggi senza profondità, e su tutto, la potenza del segno e la forza comunicativa di uno dei più grandi artisti del novecento, Egon Schiele (1890-1918), protagonista della mostra visitabile fino al 1 agosto a Palazzo Ziino di Palermo (via Dante 53). Per la città si tratta sicuramente di un evento, anche se non di un caso del tutto isolato, visto che nella memoria di molti rimane ancora il ricordo dell’esposizione delle opere del maestro dell’espressionismo austriaco organizzata nel 1986 da Eva di Stefano presso la Fondazione Banco di Sicilia, provenienti dalla collezione di Serge Sabarsky; a distanza di vent’anni, i quadri e gli acquerelli di Schiele ritornano a Palermo, stavolta direttamente dal Museo Leopold di Vienna, ubicato presso il Museumquartier e inaugurato nel 2001, che raccoglie la più ricca scelta di pezzi collezionati con passione da Rudolf Leopold.
In una Vienna di inizio novecento, dove il disagio esistenziale dell’individuo viene esplorato da scrittori come Schnitzler, Wedekind e Musil, e le sue pulsioni più recondite riaffiorano dall’inconscio grazie agli studi di Freud, Schiele provoca i benpensanti, mette in scena l’autoerotismo e la sfacciata nudità, attua attraverso le sue figure lo scavo verso la profonda verità interiore di se stesso e dell’uomo, deforma il corpo cercando di farla affiorare, scopre il baratro. Trova, infine, nella rassicurante unione con la borghese Edith, dopo la convivenza ai tempi scandaloso con la modella Wally, e nel figlio che stava per nascere una parvenza di rifugio e riscatto. Non ne ebbe il tempo, tra il 28 e il 31 ottobre del 1918, la spagnola contagia e uccide prima la moglie, al sesto mese di gravidanza, e poi lui stesso.
Se ti è piaciuto questo articolo, continua a seguirci...
Iscriviti alla newsletter
|
GLI ARTICOLI PIÙ LETTI
-
ITINERARI E LUOGHI
È uno dei più alti in Europa: dov'è (in Sicilia) il ponte "vietato" a chi soffre di vertigini
-
ITINERARI E LUOGHI
La piccola spiaggia che ci ricorda quanto siamo fortunati: un'oasi di pace in Sicilia