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“Diventerà bellissima”, omaggio a Borsellino

  • 22 gennaio 2007

La genialità sta nella scelta della data. Il 19 gennaio 2007 Paolo Borsellino avrebbe compiuto sessantasette anni. “Diventerà bellissima”, incontro organizzato dalla Fondazione “Giuseppe e Marzio Tricoli” e giunto alla sua seconda edizione (Giuseppe Tricoli fu amico del giudice), è stato un omaggio a Borsellino. La cornice quella del teatro Politeama. Il pomeriggio uno dei più caldi di questo gennaio palermitano che viene la tentazione di passarlo a Mondello. I protagonisti il presidente di Alleanza Nazionale Gianfranco Fini, il presidente della Commissione Nazionale Antimafia Francesco Forgione, l’onorevole Fabio Granata. La data e il titolo della manifestazione rendono bene l’obiettivo che gli organizzatori si sono posti: fare della vicenda del giudice palermitano un inno alla vita e al futuro. Troppo spesso ci sono manifestazioni di commemorazione, magari in occasione degl’anniversari di morte. Troppo spesso si parla della lotta alla mafia e alla criminalità, dimenticando la Bellezza della terra, della Sicilia nella quale viviamo. Borsellino stesso ha puntato molte volte l’indice su tale bellezza e su una lotta contro il male che gli piaceva definire “gioiosa”. Il filo conduttore del pomeriggio nei fatti è stato questo.

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La manifestazione è aperta dall’orchestra sinfonica del Politeama. Splendido il duetto violino-pianoforte che ci fa ascoltare “Meditazione”. L’atmosfera è quella giusta. Poi la lettera di Agnese Borsellino ai presenti. Nella quale c’è l’orgoglio per questa terra che ha dato i natali al marito. Nella quale non manca la speranza di “una giustizia più giusta, senza Don Abbondi o Ponzi Pilati, senza esitazioni o perplessità, senza poteri occulti”. Scatta l’applauso. Prima degli interventi dei presenti, viene proiettata una clip, preparata da Granata. Le immagini sono quelle del giudice Borsellino, ma anche della Terra di Mezzo del Signore degli Anelli. Il messaggio è quello di una politica e di una giustizia che non devono stancarsi di ricercare l’anello. E l’anello in questo caso è rappresentato dalla libertà, dalla verità. Soprattutto in una terra come la Sicilia, da troppo tempo falcidiata dalla mafia e da uno sviluppo che non arriva con pienezza. La frase finale riassume il senso: il viaggio continua, anzi inizia ora. Che non sia manifestazione di una sola parte politica, è dimostrato dalla presenza di Forgione – esponente della maggioranza di governo – e dalle parole che con la destra e la sinistra non c’entrano niente. Certo, i ragazzi sono quelli di Azione Giovani, ma le loro magliette con su scritto “Meglio un giorno da Borsellino, che cent’anni da Ciancimino” non rappresentano una protesta contro la legge finanziaria. Certo, Borsellino aveva simpatie politiche e fondamenta culturali legate ai valori liberali e conservatori; ma la lotta alla mafia è una lotta oggettivamente giusta e come tale unisce tutti.

Nei loro interventi, Forgione e Fini ci tengono a essere chiari su questo punto. Il presidente della Commissione Antimafia si concentra sui rapporti fra la mafia e l’economia: è questo il punto da colpire perché non dobbiamo credere all’immagine di una “mafia pastorale” suggeritaci dal covo di Provenzano. Non esiste che “se mi rompo il braccio, non mi chiedo dove andare, ma mi chiedo a chi mi devo rivolgere”. A Fini invece sta più a cuore il rapporto mafia-politica. Per troppi anni si è pensato che governare volesse dire comandare. E se vuoi comandare devi scendere a compromessi. Anche nei “salotti buoni”. La politica invece deve essere passione, “amore per la libertà, la verità e la giustizia”. I valori nei quali credeva Borsellino. I valori ai quali i politici devono tenere fede, di destra o di sinistra che siano. I valori che col rapporto mafia-politica non c’entrano niente. Sì, se dalle parole si passa ai fatti la nostra terra diventerà bellissima e la speranza di Borsellino si tramuterà in realtà. Ma se dalle parole del 19 gennaio si passa soltanto alle parole del 19 luglio, la memoria del giudice servirà a poco. E non servirà alla memoria del giudice.

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