Di Giacomo e Sparagna, canzone popolare
Un passato glorioso e parallelo unisce i due protagonisti della serata: da un lato i fasti progressive dell’orco barbuto con la voce d’angelo, il leader dello storico Banco del Mutuo Soccorso, dall’altro il lavoro entomusicologico e di ricerca "contadina" di Ambrogio Sparagna. Due generi contrapposti che hanno già trovato, nel nome del palco, un filo conduttore neanche tanto difficile da immaginare: la tradizione etnofolk a servizio del virtuosismo esecutivo. Il risultato è evidentemente d’impatto, coinvolgente, e di grande presa emotiva. Un connubio di influenze artistiche che hanno già reso protagonisti i due artisti nel 2004, quando lo stesso Sparagna fu Maestro Concertatore della "Notte della Taranta", uno spettacolo di musiche tradizionali salentine eseguite da un sontuoso ensemble di sessanta elementi che hanno accompagnato Francesco Di Giacomo e altre star della musica pop nostrana: Gianna Nannini, Franco Battiato e Giovanni Lindo Ferretti.
Viene dunque naturale - alla luce di queste continue e squisite contaminazioni artistiche - immaginare cosa possa uscire da un "duo delle meraviglie" del calibro di Ambrogio Sparagna e Francesco Di Giacomo. Su quest’ultimo, basta spendere poche parole a cornice di una carriera da pioniere di genere. Con il suo Banco del Mutuo Soccorso ha scritto importanti pagine di letteratura musicale, diventando portavoce del progressive rock italiano, tanto apprezzato e discograficamente temuto in tutto il mondo. La sua stazza imponente, la sua barba folta: inquietanti segni di riconoscimento a supporto di una voce tra le più dolci e curate che la musica italiana abbia mai avuto. Con il "Banco" dei fratelli Nocenzi, scrive il primo concept album del "prog" italiano, "Darwin", un must di genere, seguito da "Io sono nato libero", dove, ancora una volta, l’eleganza dei testi firmati Di Giacomo diventa straordinario affresco sonoro. E’ una continua ascesa che lascerà il segno, soprattutto, all’interno di quella straordinario decennio e che non troverà spazio nei punk-new wave anni ottanta. Resta la consolazione che certi geni, per fortuna, continuano ad esprimersi, autoprovocandosi e mettendosi in gioco in quella che è la forma più alta della composizione musicale: quella che nasce dall’ispirazione, dal gioco, dalla forma sonora che si ottiene da anni di studi, di ricerche, di passioni. Qualità, queste, che accomunano Sparagna, Di Giacomo e i fautori della buona musica tutta.
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