ATTUALITÀ
Default e dimissioni: le incognite di mezza estate
Il rischio crac in Sicilia al centro di un vertice a sorpresa tra il premier Monti e il capo dello stato Napolitano. E il governatore, intanto, rassicura tutti
La Sicilia fa notizia. E fa rumore. A dimostrarlo non solo il fatto che sia proprio l'Isola a dominare, mercoledì 18 luglio, sulle prime pagine dei quotidiani nazionali, ma anche l'urgenza con la quale il primo ministro Mario Monti sia andato a colloquio con il Capo dello Stato Giorgio Napolitano. Sul tavolo, secondo indiscrezioni, proprio gli affari (e soprattutto i conti) siciliani. Parte dell'incontro è stato infatti dedicato a quel rischio default sul quale il vice presidente di Confindustria ha sollevato l'allarme due giorni fa, invocando appunto l'intervento di Monti e chiedendo il commissariamento. Richieste analoghe continuano, del resto, ad arrivare (dalla Cisl, ad esempio, e dall'associazione costruttori). E tutto ciò nonostante il governo Lombardo si affanni a rassicurare.
Lo fa ininterrottamente, da ieri, lo stesso governatore: al Presidente della Repubblica, che gli ha inviato una lettera per chiedergli conferma delle sue dimissioni imminenti, Lombardo ha risposto già per telefono. Garantendo che sì, il 31 luglio manterrà l'impegno preso. Ma assicurando anche che non c'è da temere, i conti della Sicilia non sarebbero tali da giustificare un rischio fallimento nè tantomeno un'ipotesi commissariamento.
Posizione che sarà ribadita, martedì 24 luglio, nel faccia a faccia già programmato a Palazzo Chigi, durante il quale Lombardo cercherà di convincere Monti della stabilità finanziaria della Regione. Nel frattempo il governatore ha scelto di convocare in fretta e furia una conferenza stampa, prevista per le 16.30 di mercoledì 18 luglio.
Nonostante le rassicurazioni, tuttavia, la situazione delle casse siciliane qualche preoccupazione al governo nazionale deve darla sul serio, se questa mattina il premier ha scelto di chiedere un incontro urgente e imprevisto direttamente al Capo dello Stato, che proprio per questo ha disertato il convegno all'Università La Sapienza al quale era prevista la sua presenza.
A smentire con fermezza il pericolo di crac, nelle ultime ore, erano stati anche gli assessori regionali alla sanità, Massimo Russo, e al Bilancio, Gaetano Armao. Secondo i quali sarebbe semmai lo Stato in debito con la Sicilia, e dietro la lettera di Monti e l'allarme sui conti siciliani ci sarebbe una manovra ordita da qualcuno al solo scopo di far slittare le elezioni regionali da ottobre ad aprile (cosa che accadrebbe nel caso in cui si arrivasse davvero al commissariamento della Regione).
Tra gli osservatori politici più smaliziati cominciano già a circolare nuove ipotesi, e c'è persino chi esclude che le annunciate dimissioni arrivino davvero. Di certo Lombardo ha sempre difeso tenacemente le prerogative autonomistiche della Regione (e del suo partito): non è forse azzardato supporre che continui a farlo. Magari con una (nuova) mossa a sorpresa.
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