TEATRO
Davide Enia, i “capitoli dell’infanzia”
L’attore, regista e autore palermitano racconterà i delicati “capitoli dell’infanzia” nel suo nuovo spettacolo
«Un chiùmmo di nove chili. In aereoporto ho dovuto pagare una sovrattassa per la sua pesantezza...». Certo non è da tutti commentare così un proprio premio, una statuetta «molto sovietica in puro acciaio placcato oro», ma di sicuro vi riconosciamo lo stile dell’attore, regista e autore palermitano Davide Enia. Per inciso, l’oggetto in questione è stato consegnato al nostro artista a Chisinau, in Moldavia, per avere vinto con lo spettacolo “Maggio ‘43”, la III edizione della rassegna internazionale “Teatrul Unui Actor”, nel 2003. Un teatro di parola quello di Enia, parola ricca di musicalità, ritmo e gesto, dove «il suono precede sempre il suo significato, ne ha un sostrato emotivo che già, da solo, offre un senso preciso di ciò che si sta narrando» - dice il regista e continua - «il gesto è parte integrante del nostro palermitano, che spiega, spinge più in là, suggerisce». L’artista è da aprile nella sua città, impegnato con le prove del suo prossimo spettacolo, anzi due in verità, nelle sale del Nuovo Montevergini, pronto a spostarsi poi a Roma al Teatro Eliseo, per continuare lì il lavoro. “I capitoli dell’infanzia, parte prima e parte seconda”, questi i titoli dei due spettacoli, alla cui produzione partecipano vari enti teatrali tra cui, oltre al Montevergini e all’Eliseo, anche noti festival estivi. Si tiene stretto l’artista sul suo lavoro, ci dice soltanto che in scena ci sarà «tutto un mondo, con lui da solo e due musicisti».
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