TEATRO

HomeNewsCulturaTeatro

Davide Enia, i “capitoli dell’infanzia”

L’attore, regista e autore palermitano racconterà i delicati “capitoli dell’infanzia” nel suo nuovo spettacolo

  • 7 giugno 2007

«Un chiùmmo di nove chili. In aereoporto ho dovuto pagare una sovrattassa per la sua pesantezza...». Certo non è da tutti commentare così un proprio premio, una statuetta «molto sovietica in puro acciaio placcato oro», ma di sicuro vi riconosciamo lo stile dell’attore, regista e autore palermitano Davide Enia. Per inciso, l’oggetto in questione è stato consegnato al nostro artista a Chisinau, in Moldavia, per avere vinto con lo spettacolo “Maggio ‘43”, la III edizione della rassegna internazionale “Teatrul Unui Actor”, nel 2003. Un teatro di parola quello di Enia, parola ricca di musicalità, ritmo e gesto, dove «il suono precede sempre il suo significato, ne ha un sostrato emotivo che già, da solo, offre un senso preciso di ciò che si sta narrando» - dice il regista e continua - «il gesto è parte integrante del nostro palermitano, che spiega, spinge più in là, suggerisce». L’artista è da aprile nella sua città, impegnato con le prove del suo prossimo spettacolo, anzi due in verità, nelle sale del Nuovo Montevergini, pronto a spostarsi poi a Roma al Teatro Eliseo, per continuare lì il lavoro. “I capitoli dell’infanzia, parte prima e parte seconda”, questi i titoli dei due spettacoli, alla cui produzione partecipano vari enti teatrali tra cui, oltre al Montevergini e all’Eliseo, anche noti festival estivi. Si tiene stretto l’artista sul suo lavoro, ci dice soltanto che in scena ci sarà «tutto un mondo, con lui da solo e due musicisti».

Adv
Nonostante il riserbo iniziale, qualcos’altro siamo riusciti a sapere, in fondo non è per nulla facile non parlare. Ecco dunque il sottotitolo del primo dei due spettacoli, “Antonuccio si masturba”, età di riferimento intorno ai 13 anni, periodo di esplosioni ormonali e trasformazioni epocali per i ragazzini. E ancora veniamo a sapere qualcosa sulle musiche e cioè che è stato fatto un lavoro sui canti tradizionali che poi saranno ripresi durante tutto lo spettacolo. E questo è tutto, in attesa del debutto palermitano che, dopo un’anteprima al Festival di Bassano del Grappa, dovrebbe avvenire il prossimo ottobre. Parlavamo di musica, elemento molto presente negli spettacoli di Davide Enia. «La ricerca musicale è connaturata al mio modo di lavorare – ci dice - si tratta, in fondo, di creare sinfonie, assemblare elementi ritmici diversi che girano attorno ad un tema principale, variazione dopo variazione». Ma la sua creatività è riuscita a spaziare oltre i confini dei teatri diffondendosi nell’aere, nel vero senso della parola. È anche in ambito radiofonico infatti che troviamo due suoi lavori, “Rembò” e “Diciassette anni”, entrambi realizzati in collaborazione con il musicista Fabio Rizzo. «La radio è il mezzo di comunicazione che possiede l’intimità più profonda e strabiliante» - dice il regista - «tra chi parla e chi ascolta si instaura un rapporto diretto, io-tu» - quindi precisa - «In radio devi avere una precisione assoluta nella conduzione dell’architettura della frase, come un chirurgo che deve fare i conti col grande vincolo del tempo. Un tot di minuti per ogni trasmissione, né più né meno». In attesa del debutto palermitano allora potremmo anche godere di qualche registrazione radiofonica.

Se ti è piaciuto questo articolo, continua a seguirci...
Iscriviti alla newsletter
Cliccando su "Iscriviti" confermo di aver preso visione dell'informativa sul trattamento dei dati.

GLI ARTICOLI PIÚ LETTI