SCUOLA E UNIVERSITÀ
Danza e musica: l'unico liceo coreutico di Palermo incontra Toni Candeloro
Il liceo coreutico Regina Margherita di Palermo, ha festeggiato la Giornata Internazionale della Danza in compagnia del danzatore Toni Candeloro
Proprio nell'ottica dell'approfondimento e della scoperta di ciò che sono il presente e il passato, l'insegnante di danza Laura Miraglia, grazie all'appoggio della preside Pia Blandano, ha dato vita ad un weekend che ha permesso ai ragazzi di passare la trentasettesima "Giornata Internazionale della Danza" in compagnia di uno dei ballerini più importanti del panorama italiano: Toni Candeloro.
I ragazzi e le ragazze delle classi del liceo (due prime, due seconde e due terze) hanno ascoltato il danzatore parlare delle sue esperienze e hanno approfittato del suo sapere per alcune lezioni esclusive: un'opportunità di rilievo per la città di Palermo.
Così gli studenti dell'unico liceo coreutico di Palermo si sono trasformati in platea silenziosa davanti alle parole del maestro Candeloro: una platea composta da ragazzi e ragazze dai 14 ai 16 anni che ogni giorno seguono lezioni di composizioni, musica di insieme e, naturalmente, danza.
«Scegliere questa strada non è difficile: è follia - dice Candeloro con l'allegria che solo un artista può adoperare riferendosi ad una scelta di vita - ma è una follia che diventerà bellezza e cultura: questi ragazzi hanno famiglie che li appoggiano, coraggiose, che hanno la consapevolezza che per quanto possa essere difficile questo “mestiere” li rende portatori di bellezza».
«Ho voluto parlare loro - continua Candeloro - di ciò che è la modernità della danza, grazie a quella che è la mia carriera e a quelle che sono state le mie esperienze». Il maestro ha così dato vita ad un dialogo intenso, che lo ha visto affine agli studenti: d'altro canto lui stesso ha iniziato a danzare giovanissimo.
Diventato protagonista all'Arena di Verona di una creazione di Birgit Cullberg, interprete delle creazioni di Uwe Scholz, diventato primo ballerino ospite al Ballet du Louvre di Parigi, Ballerino al fianco di Carla Fracci: «Candeloro - dice Laura Miraglia - è ritenuto una personalità unica della danza perché ha approfondito il suo sapere attraverso ricerche».
«Possiede una delle più ricche collezioni di materiali collegati alla danza, ospitata anche a San Pietroburgo - continua ancora Miraglia - ed è alla costante ricerca di un miglioramento in modo del tutto spontaneo e senza scopi collaterali: è una persona d'esperienza, genuina e carismatica».
E proprio il carisma del maestro ha positivamente colpito i ragazzi: partito dal mondo della danza e poi collegatosi a tutte le arti, Candeloro ha poi introdotto la figura di Ugo Dell'Ara, che ha lasciato una forte impronta nella danza. Proprio a Ugo Dell'Ara è stata poi dedicata un'intera giornata, con la proiezione del documentario realizzato dallo stesso Candeloro.
Con la proiezione del documentario "Ugo Dell'Ara – Una memoria! Un mondo...", presentato da Laura Miraglia, i ragazzi hanno avuto modo di conoscere da un punto di vista più intimo il ballerino, coreografo e direttore romano scomparso nel 2009, e di parlare con danzatrici e ballerine che hanno avuto esperienze dirette con lui.
Erano infatti presenti le ballerine Angela Abbigliati, Rita Ingrassia e Primetta Bellin che hanno avuto a che fare con Dell'Ara nel periodo in cui lavorava al Teatro Massimo e che insieme ad Alessandra Lo Iacono, un alunna del Maestro, hanno raccontato la propria esperienza. Ospite d'onore è stata la figlia Stefania Dell'Ara, che ha raccontato in prima persona il talento del padre.
«Quando si raccontano esperienze vissute veramente - commenta Laura Miraglia - si genera un nuovo modo di apprendere che completa e approfondisce quelle che sono le nozioni sui libri, coinvolgendo e stimolandoli in un modo completamente diverso che può contrastare l'attuale momento di crisi».
«Per i ragazzi palermitani - conclude Laura Miraglia - avere il liceo coreutico e il Teatro Massimo attivo è uno stimolo in più a credere nell'arte. Capire l'importanza del passato è fondamentale, perché la memoria è continuità».
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