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Cultura risorsa dimenticata? Parlano gli artisti

Cultura risorsa fondamentale: abbiamo parlato con Alfio Scuderi e Claudio Collovà, tra i firmatari dell'appello ai candidati alla presidenza della Regione

  • 9 ottobre 2012

Nell'epoca della crisi globale, quale ruolo riveste la cultura? In tempi di termini economici e sacrifici, sembra non esserci spazio per questo concetto. Bistrattato, relegato ad un ruolo marginale, dimenticato; non da tutti, però. Trenta tra artisti e operatori del settore, che con la cultura "ci lavorano", hanno firmato una lettera indirizzata ai candidati alla presidenza della Regione Siciliana: un appello che non si limiti a far riflettere, ma sia in grado di trovare soluzioni concrete.

Esistono, anzitutto, numerose problematiche emergenti: «Ci troviamo di fronte ad un periodo difficile per la cultura - ha dichiarato Alfio Scuderi, tra i firmatari del documento - le istituzioni sono distratte e le risorse ridotte. Ciò che colpisce maggiormente - ha continuato - è la cancellazione di molte manifestazioni, che costituiscono un aspetto fondamentale per quanti lavorano in questo settore». Mancanza di basi solide, quindi. Ma non solo. «Le decisioni vengono prese con leggerezza - ha aggiunto Scuderi - e a questo si associano problemi pratici, come i ritardi nella liquidazione dei crediti attesi».

Il discorso generale vale ancora di più per i settori specifici, come, appunto, quello del teatro: «La materia è complessa - ci ha detto il regista Claudio Collovà - perché esiste anzitutto una grande varietà di realtà, tra stabili e produzioni indipendenti. A tal proposito, servirebbe un riordino generale a livello legislativo, molte aree sono scollegate tra loro e non c'è alcuna forma di coordinamento tra i tempi amministrativi e quelli di produzione. É necessario attribuire funzioni certe, monitorare e controllare».

Il cuore del problema risiede in una visione distorta del concetto di cultura, la cui causa principale si trova secondo Scuderi nel disinteresse cui si guarda ad essa: «La cultura non può essere considerata una merce di scambio, questa tendenza purtroppo non è un male solo siciliano». Gli fanno eco le parole di Collovà: «Accorpare a livello di assessorato i Beni Culturali e il Turismo è stato un errore, perché questo ha influito negativamente sulle scelte qualitative». «Il problema - ha continuato il regista - sta nell'enorme quantità di denaro che circola senza controllo, nella gestione erronea del finanziamento pubblico, mentre bisognerebbe effettuare scelte basate sulle esigenze e sui tempi di chi organizza».

Cultura come motore per l'economia, industria a tutti gli effetti, non semplice fonte di guadagno, ma vera e propria risorsa: «Basterebbe poco per trovare una soluzione - ha continuato Scuderi - bisogna coinvolgere i professionisti del settore. Prendiamo l'esempio del cinema: quello di Daniele Ciprì è il caso più eclatante degli ultimi tempi: è andato a girare in Puglia, dove hanno portato avanti una gestione ottimale delle risorse comunitarie». Alle sue parole si uniscono quelle di Collovà: «Ci troviamo di fronte a ritardi nella gestione dei fondi. Il denaro proveniente dall'Unione Europea torna indietro per incapacità di usarlo e perché non si è in grado di seguire l'iter richiesto per investirlo».

Per fronteggiare l'attuale stato delle cose, serve anzitutto la capacità di formare un fronte comune, all'interno di una categoria fatta di tante istanze diverse: «Risulta difficile fare gruppo - ha detto Scuderi - e a questa frammentazione di base si unisce un operato delle istituzioni che ha prodotto contrasti e ci ha resi più fragili. Tutto questo ci ha reso deboli, ma adesso stiamo facendo uno sforzo». E ha continuato: «Il nostro è un appello rivolto a quanti fanno davvero questo lavoro, non si tratta di esigenze personali, ma della ricerca di un lavoro di qualità, in difesa della cultura. L'obiettivo è spendere bene per rilanciare questo settore».

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