ATTUALITÀ
Cosa rimane oggi da fare se non protestare?
Lo sa per cosa protestano gli studenti? Perché non solo hanno tagliato i fondi all’istruzione, ma perché si chiedono che futuro potranno mai avere
- Guardi, voi ragazzi siete convinti di poter iniziare dall’alto. Per scalare una montagna dovete partire dal basso.
- Io questo lo so. Il problema è che non abbiamo la possibilità di partire dal basso. Se io potessi, scriverei per un giornale di provincia o per quello della mia città. Ma lei crede che abbiano bisogno di me?
- No, ma voglio dire non può pensare di partire dalla vetta. Il nostro è un giornale di serie A.
- E perché non può mettermi alla prova anche se è un giornale di serie A?
- Ma lei non ha esperienza, deve fare la gavetta.
- Ma se tutti dicono così, come faccio a fare esperienza? Io scrivo, ho scritto delle cose e continuerò a farlo. Lei non sa nemmeno come scrivo. Come fa a dire questo?
- Scusi se mi permetto, ma se non avessero avuto i soldi per pagarla, non sarebbe mica rimasto lì. Anche se fosse stato il più bravo. Le voglio dire che anch’io credo di avere un minimo di talento ma non ho le stesse possibilità che ha avuto lei in passato, non posso averle perché nessuno vuole mettermi alla prova. Lei crede che io stia ferma a casa a girarmi i pollici? Ieri sono arrivata fuori città per consegnare un curriculum e non mi hanno nemmeno aperto la porta. Lei sarà stato il più bravo correttore di bozze del mondo ma ha avuto la possibilità di esserlo. Io non credo che sia sbagliato partire dall’alto. È veramente difficile trovare qualcuno che abbia ancora un sogno. Vedo troppa rassegnazione intorno a me, quindi mi sento fortunata a credere ancora nelle mie capacità. Io credo che il talento vada premiato, che nelle redazioni dei giornali bisognerebbe introdurre gente giovane che sa gestire le nuove tecnologie, gente con idee nuove. È sbagliato quello che dice lei, è un ragionamento fin troppo ‘italiano’. Vuole dirmi che, se un giorno lavorerò per il suo quotidiano, avrò già sessant’anni? Spero proprio di no.
- Io credo che voi ragazzi dobbiate sempre e per forza prendervela con qualcuno. Avete bisogno sempre di dire "è colpa vostra", credete sempre che il mondo cospiri contro di voi. Ma non è così. E poi avete un problema ancora più grande, fate confusione tra sogno e illusione.
- Io non la vedo così come la vede lei. Credo che il problema principale sia che ci sentiamo superflui perché nessuno ha bisogno di noi. Lei come si sentirebbe? Chiunque, sentendosi superfluo, comincerebbe a dubitare di sé stesso, a porsi delle domande e inevitabilmente ad avere un calo dell’autostima. Chiunque si sentirebbe sconfitto sapendo che nessuno ha bisogno di te. E sa qual è la cosa più assurda? Che l’unica cosa che, dopo la realizzazione personale raggiunta con il lavoro, ci fa recuperare l’autostima, è l’amore, l’amore delle persone che ci stanno accanto. Circondarci di persone che ci vogliono bene ci fa recuperare un po’ di autostima. Ma è diventato sempre più complicato. Io, la sera vorrei uscire con i miei amici, ma non posso perché li ho lasciati a Roma, a Palermo, a Barcellona, a Catania, a Perugia. Io ho costruito e distrutto mille volte, sempre per lo stesso motivo: la ricerca del lavoro. Sono venuta qui perché avevo bisogno di non perdere di nuovo quello che avevo creato fino ad ora. Altrimenti io e il mio ragazzo ci saremmo lasciati. E lo sa quante persone si lasciano per ché uno va in America a cercare lavoro e l’altro non ha i soldi per farlo e resta a casa da mamma e papà? Lei crede che a trent’anni sia facile vivere con mamma e papà?
- Lo so, lo so. Ma l’emigrazione c’è sempre stata...
- Direi che è un bellissimo consiglio ma un po’ da paraculo, nel senso che è l’unica scelta che mi rimane. Ma... ancora una cosa. Mentre noi parliamo della situazione dell’editoria e del giornalismo in Italia, c’è un sacco di gente che manifesta in piazza, gli studenti a Torino hanno occupato la Provincia, a Roma ci sono stati scontri con la polizia, a Palermo e Napoli hanno occupato le stazioni. Oggi è la giornata della protesta mondiale. E non dica che dobbiamo per forza prendercela con qualcuno. La violenza è sbagliata, sia chiaro, la strumentalizzazione poi, figuriamoci. Ma vengono i brividi ancora quando si vedono le cariche della polizia contro studenti inermi. Vengono i brividi ora, perché ora più che mai studenti e poliziotti stanno dalla stessa parte.
Cosa rimane da fare se non protestare? Cosa aspettiamo a cambiare le cose? Lei ha due figli e dice, scherzando, che non sa che farsene perché un lavoro non lo trovano nemmeno loro. Ma loro cosa pensano? Lo sa per cosa protestano gli studenti? Perché non solo hanno tagliato i fondi all’istruzione, ma per di più si rendono conto che tutte le persone che hanno finito la scuola e l’università da un pezzo, sono posteggiate a casa e senza un lavoro. Perché forse si chiedono che futuro potranno mai avere in questo paese. Lei dice che non se la sente di dire ai suoi figli di andare via da questo paese. Invece dovrebbe. Ha idea di quanto si siano arricchite le università pubbliche a spese dei nostri genitori? Perché non ci hanno insegnato niente che fosse necessario per il mondo del lavoro? Perché non serviamo a nessuno?
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