ARTE E ARCHITETTURA
Corleone celebra Pippo Rizzo, alfiere del futurismo siciliano
Pippo Rizzo, uno degli esponenti più significativi dell’arte siciliana della prima metà del Novecento, è il protagonista di una mostra che assume un particolare senso, poichè è la prima organizzata nella cittadina natale del pittore, Corleone.
Intititolata “Il Nomade. Pippo Rizzo nell’arte del Novecento”, l’esposizione a cura di Anna Maria Ruta, è realizzata con il patrocinio dell’assessorato ai Beni culturali, Ambientali e della Pubblica istruzione della Regione Siciliana, con il contributo dell’assessorato alla Legalità, alla Pubblica istruzione ed alla cultura del Comune di Corleone e con la consulenza tecnica della Eidos di Palermo (Complesso di San Ludovico, via Orfanatrofio 7, fino al 7 maggio ma con possibile proroga; apertura: tutti i giorni dalle 9.30 alle 13 e dalle 15.30 alle 19.30; ingresso libero. Per informazioni: tel. 091 8468919; www.comune.corleone.pa.it).
Il percorso di Rizzo inizia proprio a Corleone dove, appena diplomatosi all’Accademia di Belle Arti di Palermo, nel 1919 fonda il circolo di cultura “Rinnovamento” e avvia una corrispondenza con Filippo Tommaso Marinetti, fondatore del Futurismo (1909). Il legame coi futuristi, specialmente con Giacomo Balla, si rinsalda a Roma, dove soggiorna dal 1919 al ’21. la sua pittura, così, si stacca dal retaggio ottocentesco dei maestri per evolvere prima verso il Divisionismo e poi verso la scomposizione futurista, di cui egli offre una versione "mediterranea", che non si limita ad inneggiare alla macchina e alla modernità, ma mantiene un legame con il paesaggio e i temi della Sicilia. Dalla metà degli anni Venti diventa il promotore del Futurismo siciliano, animato dalla sua presenza e da quella degli altri pittori, Corona e Varvaro. La sua attività, però, non si limita a quella d’artista a tutto tondo, pittore, decoratore d’interni, grande talento nelle arti applicate, ma anche a quella di organizzatore di mostre, promotore instancabile e generoso di iniziative atte a valorizzare i giovani locali, anche attraverso il sindacato fascista di belle arti, che dirige, e la sua attività di docente e direttore dell’Accademia di Palermo.
La mostra ripercorre con cura le varie tappe del suo itinerario creativo, dagli inizi divisionisti alle fasi futurista e novecentista, ribadendo soprattutto il legame con Corleone, selezionando opere riguardanti il paesaggio e i ritratti del suo vissuto, di gente del luogo e dei familiari, e non mancano sezioni su alcune passioni dell’artista, come il tema dei paladini e quello delle dediche a importanti nomi di protagonisti dell’arte del XX secolo, da Mondrian a Capogrossi, da Matisse a Picasso. L’esposizione è accompagnata da un ricco catalogo con testi di Anna Maria Ruta, Eva di Stefano, Mariny Guttilla, Davide Lacagnina, Antonio Di Lorenzo, Gabriella Bologna.
Intititolata “Il Nomade. Pippo Rizzo nell’arte del Novecento”, l’esposizione a cura di Anna Maria Ruta, è realizzata con il patrocinio dell’assessorato ai Beni culturali, Ambientali e della Pubblica istruzione della Regione Siciliana, con il contributo dell’assessorato alla Legalità, alla Pubblica istruzione ed alla cultura del Comune di Corleone e con la consulenza tecnica della Eidos di Palermo (Complesso di San Ludovico, via Orfanatrofio 7, fino al 7 maggio ma con possibile proroga; apertura: tutti i giorni dalle 9.30 alle 13 e dalle 15.30 alle 19.30; ingresso libero. Per informazioni: tel. 091 8468919; www.comune.corleone.pa.it).
Il percorso di Rizzo inizia proprio a Corleone dove, appena diplomatosi all’Accademia di Belle Arti di Palermo, nel 1919 fonda il circolo di cultura “Rinnovamento” e avvia una corrispondenza con Filippo Tommaso Marinetti, fondatore del Futurismo (1909). Il legame coi futuristi, specialmente con Giacomo Balla, si rinsalda a Roma, dove soggiorna dal 1919 al ’21. la sua pittura, così, si stacca dal retaggio ottocentesco dei maestri per evolvere prima verso il Divisionismo e poi verso la scomposizione futurista, di cui egli offre una versione "mediterranea", che non si limita ad inneggiare alla macchina e alla modernità, ma mantiene un legame con il paesaggio e i temi della Sicilia. Dalla metà degli anni Venti diventa il promotore del Futurismo siciliano, animato dalla sua presenza e da quella degli altri pittori, Corona e Varvaro. La sua attività, però, non si limita a quella d’artista a tutto tondo, pittore, decoratore d’interni, grande talento nelle arti applicate, ma anche a quella di organizzatore di mostre, promotore instancabile e generoso di iniziative atte a valorizzare i giovani locali, anche attraverso il sindacato fascista di belle arti, che dirige, e la sua attività di docente e direttore dell’Accademia di Palermo.
La mostra ripercorre con cura le varie tappe del suo itinerario creativo, dagli inizi divisionisti alle fasi futurista e novecentista, ribadendo soprattutto il legame con Corleone, selezionando opere riguardanti il paesaggio e i ritratti del suo vissuto, di gente del luogo e dei familiari, e non mancano sezioni su alcune passioni dell’artista, come il tema dei paladini e quello delle dediche a importanti nomi di protagonisti dell’arte del XX secolo, da Mondrian a Capogrossi, da Matisse a Picasso. L’esposizione è accompagnata da un ricco catalogo con testi di Anna Maria Ruta, Eva di Stefano, Mariny Guttilla, Davide Lacagnina, Antonio Di Lorenzo, Gabriella Bologna.
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