TEATRO
Con “Il padre” di Strindberg al via la stagione del Biondo
È lo spettacolo “Il padre” di August Strindberg, per la regia di Massimo Castri (scene e costumi di Maurizio Balò, con Umberto Orsini e Manuela Mandracchia, una produzione Emilia Romagna, Teatro Fondazione, Nuova Scena, Arena del sole, Teatro Stabile di Bologna) ad inaugurare la stagione 2005/06 del Teatro Biondo di Palermo (via Roma 258), mercoledì 16 novembre alle 21(con repliche fino al 27 novembre). Massimo Castri, torna al Biondo per proporre la sua lettura critica dell’opera di Strindberg, dopo aver già diretto per lo Stabile di Palermo “Spettri” di Ibsen e, in coproduzione col Teatro di Roma, “Questa sera si recita a soggetto” e “Quando si è qualcuno” di Pirandello. “Il padre” venne scritto nel gennaio-febbraio 1887. Nietzsche, in un carteggio con l’autore, scrisse di aver letto due volte il testo «con profonda commozione e con eccezionale sorpresa» e lo giudicò «un capolavoro di dura psicologia». Lo stesso Strindberg parlava di un dramma «scritto con l’ascia, non con la penna». La vicenda prende spunto da un banale dissenso coniugale: il capitano di cavalleria Adolf, uomo rigoroso e di coltivati interessi scientifici, laico, razionalista, orgogliosamente aggrappato al proprio orgoglio maschilista, si scontra con la moglie Laura sull’educazione da dare alla figlia Berta. In tal modo vengono messi a nudo i nodi irrisolti di un rapporto inaridito da regole che hanno reso i due coniugi estranei l’uno all’altro, rivali, nemici.
La sua opera è vastissima e comprende tutti i generi letterari: lirica, autobiografia, racconto, romanzo e teatro. L’irrequietezza, il continuo desiderio di andare oltre, nel tormentato bisogno di smascherare le miserie della società e della condizione umana, segnano a fondo l’opera di Strindberg, dandole un carattere fortemente innovativo e anticipatore. Molto peso, sulla sua psicologia, ebbe la disuguaglianza sociale dei genitori. La madre, infatti, era una cameriera sposatasi tardi con un piccolo borghese. Le varie fasi della produzione strindberghiana sono intimamente connesse alle vicende biografiche, tumultuose e complesse, tra cui si annoverano ben tre matrimoni falliti. Idee e sentimenti misogini appaiono anche nelle opere teatrali che gli diedero fama europea: Il padre (1887), Camerati (1888), La signorina Giulia (1888), Creditori (1889). A Castri, palesemente, non sta a cuore il tema della lotta fra i sessi che angustiava l'autore svedese: il rapporto fra i protagonisti si risolve negli insondabili sorrisini di Laura e nelle vacue proteste del capitano, con esiti sfuggenti e a tratti vagamente parodistici. Ciò che il regista evidenzia nella sua resa teatrale è uno scarto nell'inconscio dell'uomo, che gravato da un ruolo cui non riesce a far fronte, probabilmente aspira solo a liberarsene: roso dall'ansia, sotto un enorme albero di Natale, il capitano può abbandonarsi infine alla regressione infantile, e cercar quiete tra le braccia delle donne, la moglie, la balia e la figlia, tutte vestite uguali, tutte assurte ad ambigue figure materne. Per acquistare i biglietti o ricevere ulteriori informazioni, è possibile telefonare al botteghino del teatro 091.7434341. Il costo del biglietto, poltrona o posto palco, è di 30 euro, ridotto 25 euro; galleria 15 euro, ridotto 12 euro.
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