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Circuiti culturali in Sicilia: tra promessa ed inganno

Recenti fatti stanno testimoniando che il sistema culturale-produttivo è intriso di appalti pilotati ed escort. Ma Palermo, la Sicilia, sono culla di arte

  • 1 agosto 2012

I numeri del "Rapporto 2012" di Unioncamere e Fondazione Symbola certificano che l'industria culturale in Italia vale il 5,4% del Pil e, raggiunge il 15% se nel calcolo si inserisce anche l'indotto. Questa interpretazione vasta delle attività culturali coinvolge oltre un milione e mezzo di imprese che fatturano 211 miliardi di euro e, danno lavoro a 4,5 milioni di persone.

Anche se i tagli sempre più frequenti In Italia al sistema culturale rischiano di comprometterne la sostenibilità. Cultura, termine di origine latina che significa “coltivare”. L’uso fu esteso poi a tutte le attività e situazioni che richiedevano un’assidua cura, dalla “cura” verso gli Dei; quello che tuttora chiamiamo culto, alla coltivazione degli esseri umani ovvero, la loro educazione. Nel suo senso moderno, per cultura si intende il complesso di conoscenze - tradizioni e saperi - che ogni popolo considera fondamentali e, degni di essere trasmessi alle generazioni successive.

Oggi la cultura è investita maggiormente dalle nuove tecnologie multimediali (ipertesti, immagini e suoni), per questo i grandi mezzi di comunicazione sono responsabili della nuova cultura di massa. In un senso più aulico, la cultura è il nostro spazio vitale, ciò che circonda e riempie la nostra esistenza attraverso contenuti espressivi di vario genere. Cultura è la presentazione di diversi linguaggi, del corpo, della mente, dello spirito, della voce, della musica e dell'immagine.

È anche socializzazione, rendersi partecipi al mondo attraverso il proprio modo di essere, il proprio stile. Come si lega la città di Palermo ai vari processi culturali? Per immediata rete associativa è facile rispondere, si lega in modo contorto. La confusione si è sempre di più generata nel tempo a causa dell'avanzare convinto, di chiunque si ritenesse capace nel produrre arte, pur non essendone capace nella realtà dei fatti. Palermo, la Sicilia, sono culla di arte. La parte e il tutto.

Il gap sta proprio nella commistione tra cultura e finanziamento pubblico. Basta una conoscenza politica per mettere in piedi una "vetrina da palco", annullando aspetti qualitativi. Finanziare uno "spettacolo", un “evento” è quanto di più facile la politica possa fare. Uno spettacolino non lo si nega mai a nessuno. A discapito delle reali professionalità. Così, il tempio dorato si è riempito sempre più di massa improvvisata, svuotandosi della reale bellezza ed unicità dell'arte stessa, perdendo di gran lunga il suo valore. Recenti fatti stanno testimoniando – la storia era già nota al popolo – che forse il sistema culturale-produttivo è intriso di reti bucate. Tra appalti pilotati ed escort. Palermo è una città fortemente culturale, crocevia di apparati di produzioni e consumo; bisognerebbe scioglierla soltanto dall'inganno politico.

Ed in un contesto mondiale? Non è un caso se, economie emergenti quali la Cina o il Brasile o, il contesto africano, stanno investendo sullo sviluppo della propria industria culturale e creativa con risorse ingentissime. E se alcune delle economie avanzate di maggior successo e in grande crescita, quali ad esempio la Corea del Sud o l'Australia, si stanno profilando in modo molto efficace e aggressivo proprio nei settori della cultura e della creatività, attraendo investimenti e talento.

Mentre l’Italia e in gran misura l’Europa, come dimostrato da recenti studi compiuti dalla Commissione Europea, devono ancora trovare la via della crescita attraverso l’economia culturale. Nell'economia globale, tutto questo, è una materia viva che continua a costruirsi e, ad evolversi ogni giorno. L'arte e la cultura sono principi naturali di libertà. E bisogna operare acciocché sia favorito il dialogo interculturale per una crescita condivisa.

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