MUSICA
Bruno Canino: la storia del piano per la Sinfonica
Continua il viaggio attraverso le opere e le sonorità di Ludwig van Beethoven, quest’anno motivo conduttore della Stagione dell’Orchestra regionale
Sarà ancora una volta il pianoforte, il “solista” dei consueti appuntamenti concertistici del fine settimana a Palermo per la Stagione dell’Orchestra Sinfonica Siciliana. Ad animare la tastiera del grande strumento nero sarà un famoso pianista italiano, protagonista della storia dell’esecuzione musicale nel nostro paese dell’ultimo mezzo secolo: il napoletano Bruno Canino, venerdì 23 gennaio alle ore 21.15 (repliche sabato 24 alle 17.30 e domenica 25 alle ore 11) al teatro Politeama Garibaldi di Palermo, che eseguirà, sotto la bachetta della canadese Keri-Lynn Wilson, il “Concerto n. 2 in si bemolle maggiore op. 19” di Ludwig van Beethoven.
Continua quindi il viaggio attraverso le opere e le sonorità del grande compositore tedesco, quest’anno motivo conduttore della Stagione dell’Orchestra regionale. La stesura di questo che viene numerato come secondo Concerto beethoveniano per pianoforte e orchestra, in realtà è cronologicamente anteriore a quella del primo, quello in do maggiore op. 15. Composto fra il 1794 e il 1795 per una reale necessità esecutiva dello stesso autore, il “Concerto in si bemolle maggiore” fu presentato in pubblico il 29 marzo di quell’anno con la direzione di Antonio Salieri e, ovviamente, con Beethoven come pianista. Il successo fu tale – nonostante la feroce autocritica dell’autore – che il Concerto fu ripetuto altre due volte nel giro di qualche mese, sotto la direzione però di Haydn. Nel 1798 Beethoven revisionò la partitura e sostituì il Rondò conclusivo; la pubblicazione della versione definitiva avvenne a Lipsia nel 1801.
L’Orchestra Sinfonica Siciliana, nella seconda parte del suo concerto settimanale, eseguirà invece la “Sinfonia n. 0 Die Nullte” del compositore austriaco Anton Bruckner. Oltre a numerosissime Messe, composizioni sacre e corali, Bruckner compose ben undici Sinfonie, tutte di grandi proporzioni e di intensa forza espressiva, diretta emanazione della sua profonda esperienza interiore. Di origini contadine, Bruckner nacque nell’Alta Austria nel 1824 e studiò presso l’abbazia di Sankt Florian, nelle vicinanze di Linz, dove venne assunto come organista e dove trascorse molti anni della sua giovinezza, elaborando un personale stile fondato sulla compresenza del senso liturgico cattolico della musica e lo spirito austero del corale luterano. Docente presso il Conservatorio di Vienna dal 1868, ammiratore e amico di Wagner (al quale dedica il titolo della sua terza Sinfonia), Bruckner trovò non poche ostilità nella frivola società della capitale asburgica, a causa del suo carattere chiuso e dal modo dii vivere semplice e isolato.
Ammirato però dall’Imperatore Francesco Giuseppe , nel 1891 ricevette una laurea honoris causa, un assegno vitalizio e infine un appartamento nella magnifica residenza viennese del Belvedere, dove morì nel 1896. Ossessionato dal mito romantico di non poter attraversare il numero totale di nove Sinfonie (quante erano quelle di Beethoven), dopo vari ripensamenti dettati dall’insoddisfazione, Bruckner riammise nel catalogo ufficiale delle sue opere la sua seconda partitura sinfonica in re minore (composta probabilmente fra il 1863-1864, ma più volte rimaneggiata), ma la denominò appunto “Sinfonia n. 0 Die Nullte”. La prima esecuzione integrale avvenne soltanto il 12 ottobre del 1924, quindi molti anni dopo la morte del compositore. Biglietti in vendita al botteghino del teatro (ore 10-13); informazioni al numero 091.588001.
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