ATTUALITÀ
Botta e risposta con il candidato: giovani e lavoro secondo Nadia Spallitta
Agricoltura, baratto, vuoto a rendere e energie alternative per abbattere i costi e reinvestirli in produttività: «i giovani scappano perché non hanno spazio».
Nadia Spallitta
Ma tra crisi generale e alcune teorie che potrebbero funzionare anche nella pratica, abbiamo chiesto a uno dei candidati a sindaco di Palermo che farebbe, se vincesse le prossime elezioni, per l’occupazione giovanile in città.
«Non che la situazione lavorativa di un territorio dipenda sempre dall’Amministrazione, ma si: L’Amministrazione avrebbe una serie di strumenti di carattere indirettamente o direttamente economico per attivare ciruiti produttivi importanti per la città - afferma Nadia Spallitta, candidata a sindaco con i Verdi - se utilizzasse i fondi europei prima del programma plurifondo 2014 / 2020 e se istituisse un ufficio con specialisti di settore che acquisica finanziamenti non solo pubblici - continua - perché va detto che esiste il rapporto pubblico-privato».
«Se si creassero delle centraline di autoproduzione di energia elettrica si potrebbero creare le fabbriche per produrre energia ecocompatibile, come l’eolico o il fotovoltaico - commenta - piccoli sistemi installati negli immobili pubblici grazie ai quali gli enti pubblici risparmierebbero e potrebbero investire nelle attività produttive. Era un esempio, gli strumenti sono moltissimi”.
Secondo la candidata, una buona politica è quella che passa da scelte di politica economica oculate. «Il mio bilancio sarebbe fatto in modo scientifico, valutando costi, benefici, obiettivi finali, contenimento della spesa e investimento in produzione e lavoro per far fronte all'emigrazione di massa, alla propensione alla povertà e alla disoccupazione di giovani e donne. Che sono l’ultimo chiodo di questa carrozza».
Per le giovani donne Nadia Spallitta creerebbe asili nido e mense aziendali. «Da sindaco aiuterei le donne a lavorare liberamente assistendo sia bambini che anziani e bimbi e nonni potrebbero condividere delle attività come quella degli orti urbani - consiglia - nella mia città del futuro giovani e anziani lavorano insieme, magari dopo corsi di formazione per anziani convenzionati con la facoltà di agraria sulle nozioni di agricoltura. Palermo è ormai una città metropolitana: tutti i terreni della provincia sono gestiti da Palermo e possiamo sfruttare i fondi sull’agricoltura».
Un'altra iniziativa sarebbe la banca della terra. «Si tratta della cessione gratuita della terra a giovani e a donne che lavorano nell'agricoltura, si deve soltanto investire nei macchinari produttivi e agevolare la produzione per riattivare questo tipo di economia. Io investirei anche nell’innovazione tecnologica in collaborazione con l’Università e darei sfogo alle risorse giovanili e alle nostre risorse».
Ma, principalmente, una scelta: «Ridurrei le tasse e la fiscalità soprattutto nel centro storico, area che sta morendo. anche solo per un breve periodo di tempo, consentirei così l’avvio di nuove realtà imprenditoriali. Premierei la produzione artigianale di tutti i settori e introdurrei defiscalizzazioni per incentivare microimpresa e assunzioni. Valorizzerei le nostre tradizioni e attiverei progetti che poi si autosostengono».
Con un occhio anche al sociale. «Farei da trait d’union tra imprenditoria e inserimento di ragazzi autistici, che potrebbero lavorare e guadagnare usando le loro specifiche e abilità competenze: una cosa che ormai accade ovunque nel mondo».
Creare posti di lavoro nel turismo «È una chance importante per la Sicilia e Palermo». Nadia Spallitta rivaluterebbe la Fiera del Mediterraneo «Tornando a farla essere internazionale ed esportando i nostri prodotti nel mondo: investirei in questo. realizzerei un centro congressi che porterebbe un turismo specializzato, turistico e destagionalizzato che a sua volta porterebbe un indotto dal sistema turistico ovvero ristoranti, hotel, negozi e così via».
Ma con un occhio all'ecologia: «Creerei un sistema di vuoto a rendere - sostiene - da sindaco comprerei le bottiglie di vetro e le rivenderei, conterrei i costi abbattendo la tari e i cittadini potrebbero reinvestire i soldi in impresa. Attiverei insomma percorsi normai e virtuosi - continua - incentiverei la raccolta differenziata facendo pagare meno tasse per lasciare più respiro alle persone e agli imprenditori, introdurrei un centro di baratto dove i cittadini si possono scambiare le cose e recuperare i beni reciprocamente invece di farli finire in discarica in modo indistinto».
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