TEATRO

HomeNewsCulturaTeatro

Borghesi in vacanza al Biondo <br>Un Goldoni rivisto ai giorni nostri

  • 31 gennaio 2006

Prossimo appuntamento del cartellone della stagione 2006 del Teatro Biondo di Palermo (via Roma, 258), un classico del nostro teatro nazionale, “La trilogia della villeggiatura “di Goldoni, qui in scena dall’1 al 12 febbraio. Come nella versione di Strehler del ’54 e in quella di Missiroli del 1980, “Smanie”, ”Avventure” e “Ritorno”, le tre commedie che compongono la trilogia, andranno in scena in un unico spettacolo, che le contiene in forma ridotta, attraverso la lettura interessante e particolare del regista Luca De Fusco. Le vicende sono incentrate sulla triste educazione sentimentale di quattro ragazzi, secondo una corrispondenza che, seguendo la lezione strehleriana, riconosce nelle “Smanie” la giovinezza, nelle “Avventure” la maturità, e nel “Ritorno “ la vecchiaia. L’ansia di apparire, di sfoggiare una classe, uno stile, un tenore di vita anche solo supposto, è l’unica attività, secondo l’autore della trilogia, alla quale la borghesia del Settecento, all’apogeo della sua affermazione, non può mai rinunciare, dalla quale non può mai “prendersi una vacanza”. Così le commedie di Goldoni sono un elegante e sagace affresco della buona società settecentesca, di origine borghese, impegnata a difendere ed ostentare i valori del buon gusto e della raffinatezza, un tempo appannaggio esclusivo della nobiltà, e recentemente riconosciuti come valori borghesi. Ma il riconoscimento, come appare nelle commedie, rimane puramente formale: non sentendoli connaturati, stile e savoir faire, vengono goffamente ostentati dai personaggi delle commedie della trilogia, che si imperticano in discorsi improbabili e battibecchi per sottolineare, insieme alla loro presunta “classe”, il benessere economico che la sottende. In un continuo, e rapidissimo, inseguirsi di “frecciatine”, battute pungenti e provocazioni, goffa dissimulazione e falsa modestia, l’ironia di Goldoni trionfa sul patetico snobismo della classe borghese. Il regista De Fusco ben raccoglie l’ironica critica alla borghesia del commediografo veneziano e la rinnova, rivolgendola, nella sua versione della “Trilogia”, ad una società, nei secoli, cambiata per molti aspetti, rimasta uguale per molti altri, a quella delle commedie goldoniane.

Adv
Cambiamento e continuità nel modus vivendi della classe borghese diventano, nella lettura di De Fusco, elementi della rappresentazione: ad uno stile recitativo omogeneo e, tutto sommato, fedele a quello dell’autore veneziano, corrisponde un’ambientazione scenografica che, nel corso dello spettacolo varia, toccando momenti significativi della storia del costume. Così l’ambiente scenico de “Le smanie” richiama, con pochi cenni di scenografia, il Settecento di Goldoni, ma acquista le tinte seppiate delle vecchie foto ingiallite; ne “L’avventura” il seppiato diventa un netto “bianco e nero” attraverso il quale, come in un film dell’epoca, si scorge un'ambientazione tipicamente “anni Sessanta”, corredata dai successi musicali del tempo, di Tenco, Paoli, Lauzi; infine, nel “Ritorno”, terza ed ultima commedia, il clima è quello carico di tensione del noir. La scelta dell’epoca spensierata degli anni del boom economico, sul baratro degli anni di piombo, l’ambientazione sullo sfondo di un solare paesaggio marino e mediterraneo, più vicino all’attuale concezione borghese della vacanza, vengono ad inserirsi, in una lettura registica rispettosa dello spirito dell’autore veneto. Lettura che, come sottolinea lo stesso De Luca difendendosi anche dalle accuse di profanatore, nasce non da fraintendimento, bensì da un approfondimento, dettato dalla passione, della poetica goldoniana. In scena per “La Trilogia della villeggiatura”, Gaia Aprea e Max Malatesta, che più volte hanno già rivestito i ruoli dei personaggi di Goldoni, e con loro Lello Arena, che dona alla rappresentazione la sua verve partenopea, insieme con un nutrito cast di attori. Le scene sono di Antonio Fiorentino, i costumi di Giuseppe Crisolini Malatesta. Le musiche sono di Antonio Di Pofi e le luci di Emidio Benezzi. Lo spettacolo va in scena dall’1 al 12 febbraio in orari pomeridiani e serali. Per maggiori informazioni rivolgersi al botteghino del Teatro Biondo telefonando allo 091.7434341.

Se ti è piaciuto questo articolo, continua a seguirci...
Iscriviti alla newsletter
Cliccando su "Iscriviti" confermo di aver preso visione dell'informativa sul trattamento dei dati.

GLI ARTICOLI PIÙ LETTI