TEATRO
Ballet de l’Opéra National du Rhin, primavera danzante al Massimo
Il Ballet du Rhin è stato costituito nel 1972 con la fusione del Ballet de Strasbourg con alcuni danzatori parigini
La primavera porta sul Teatro Massimo la danza, che caratterizzerà i prossimi tre appuntamenti di marzo e aprile. Ad aprire questa rassegna di coreografie sarà martedì 23 marzo alle ore 20.30 (con repliche fino a domenica 28 marzo) uno spettacolo del Ballet de l’Opéra National du Rhin con l’Orchestra del Massimo diretta da Yoram David. Il Ballet du Rhin è stato costituito nel 1972 con la fusione del Ballet de Strasbourg con alcuni danzatori parigini, tutti accomunitati da una solida preparazione accademica classica e dall’interesse e dalla curiosità per il repertorio contemporaneo. L’attuale denominazione è stata scelta nel 1998. Gli attuali 34 ballerini stabili sono impegnati, principalmente nelle città di Strasburgo, Mulhouse e Colmar, tutrici della compagnia, nella proposta delle più importanti coreografie “storiche” del Novecento e nella rilettura dei grandi classici romantici.
Ad aprire questo spettacolo a Palermo del Ballet de l’Opéra National du Rhin, composto da quattro quadri differenti, sarà “Beyond Skin”, una coreografia di Davide Bombana (autore anche di costumi e luci), su musica dell’indiano Nitin Sawhney, creata nel 2001 e poi rivisitata nel 2003. Seguiranno due momenti che rappresentano in sé la storia della musica e della danza del XX secolo, cioè “Après-midi d’un faune” su musica di Claude Debussy e “Apollon Musagète” su musica di Igor Stravinskij. La prima coreografia è stata ideata da Amedeo Amodio durante i suoi anni alla direzione del prestigioso Aterballetto e che viene oggi ripresa per qui al Teatro Massimo, mentre “Apollon Musagète” rappresenta un omaggio al grande coreografo russo, naturalizzato poi statunitense, George Balanchine nel centenario della sua nascita a San Pietroburgo. Capolavoro e simbolo della danza contemporanea, “Apollon Musagète” dopo il debutto a Washington nel 1928, venne rielaborato radicalmente da Balanchine per i parigini Ballet Russes di Diaghilev, con Serge Lifar protagonista superbo del ruolo del dio Apollo. Il celebre coreografo nel corso della sua carriera ne fece più di otto versioni differenti, mantenendo l’impostazione canonica di un ballerino (il dio) attorniato da tre muse (Calliope, Polimnia e Tersicore) che celebrano la sua gloria, ma talvolta variando il titolo in un più semplice “Apollo”.
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