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Astor Piazzolla visto da Bethsheba

Balarm
La redazione
  • 29 settembre 2006

In occasione dell’iniziativa "Una sola Palermo", promossa da Assoteatri, Città di Palermo, Ufficio grandi eventi, il teatro Metropolitan di Palermo lunedì 2 ottobre alle 21.30 ospiterà Bethsheba nello spettacolo "Piazzolla e il tango" (ingresso 3 euro).
La compagine artistica formata da Rossella Messina (voce), Volker Stegmann (sax contralto e flauto), Giuseppe Messina e Alessandro Pisciotta (pianoforti), Massimo la guardia (percussioni), si cimenterà nel repertorio di Astor Piazzolla con testi di Horacio Ferrer. Saranno infatti in programma i brani più noti del compositore argentino, quali "Oblivion", "Primavera Porteña", "Balada para mi muerte", "Verano Porteño", "La primera palabra", "Le Grand Tango", "Preludio para la Cruz del Sur", "Adios Noniño", "Balada para un loco", alcuni in un particolare versione per due pianoforti, come la celeberrima "Libertango".

Nato nelle strade di Buenos Aires, nei quartieri portuali più malfamati, frequentando bettole e postriboli, tra sesso e violenze, coltelli e forti passioni, il tango ha raffigurato sui palcoscenici del mondo, davanti ad un pubblico attento e silenzioso, il rituale dell’incontro fra un uomo e una donna, attraverso la sensualità della musica e delle movenze dell’omonima danza. Una musica nata dall’incontro tra i ritmi afro-americani e le melodie europee (italiane, spagnole, portoghesi, ebraiche, tedesche), con testi che narravano di solitudine, tradimento, abbandono, rivoluzione, amore e morte; ma anche e soprattutto di quell’impulso vitale, inevitabile e insopprimibile, a incontrare l’altro sesso e gioire e soffrire per esso. Per questo il tango non è solo danza, né solo un genere musicale, né solo una forma poetica, ma è tutto questo, è la forma espressiva di una comunità frustrata, nostalgica, risentita, insicura, fragile e malinconica.

Di là dall’ortodossia, Piazzolla rappresenta il nuovo, il cambiamento, l’uomo che ha rivoluzionato questo genere infondendogli nuova vita e nobiltà, e soprattutto esportando in tutto il mondo la sua visione di un linguaggio complesso e sofisticato, il "nuevo tango". E quantunque molto criticato in patria, i risultati lo hanno storicamente premiato di tanto sforzo, specie all’estero, dove ormai la sua musica, la sua innovazione ritmica, quello spirito fortemente drammatico e passionale, quei colori vividi sono considerati alla stregua di composizioni quasi classiche per struttura ed elaborazione, universalizzate avvalendosi di tutti gli strumenti espressivi della musica "colta" e del jazz, oltreché di quelli più tradizionali.
red.

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