CORSI E FORMAZIONE
Approvato il nuovo statuto dell'Unipa: varie novità
Quattro facoltà in meno e cda con amministratori esterni, ecco le novità che vengono fuori dalla bozza elaborata in cinque mesi dalla commissione
Approvato il nuovo statuto dell'Università degli studi di Palermo: riduzione delle facoltà, più potere ai dipartimenti e inserimento di tre esterni nel consiglio d'amministrazione. Queste sono le principali novità che vengono fuori dalla bozza elaborata in cinque mesi dalla commissione coordinata dal professore Vito Franco.
Le "strutture di raccordo", così il Ministro Gelmini ha definito le nuove facoltà, devono avere un minimo di 120 professori o almeno 3 dipartimenti; per questa ragione il numero di facoltà dovrebbe ridursi da 12 a 8 e gli accorpamenti ipotizzabili riguarderanno le facoltà di Farmacia e Scienze Motorie (che si uniranno a Medicina), Scienze Politiche (con Economia) e Architettura con Ingegneria. Studenti e docenti della facoltà che fu di Ernesto Basile si sono già mobilitati. «L'Ateneo ha deciso di far scomparire Architettura. - dice il professore Marcello Panzarella, che per polemica contro lo statuto si è dimesso dalla carica di vicepreside - È chiaro che, per come stanno le cose, accorpandoci con Ingegneria, saremmo in minoranza nelle scelte riguardanti la didattica.
Il rettore sarà eletto direttamente dagli organi superiori, dove gli studenti hanno ottenuto un discreto margine di rappresentanza: il 20% nelle strutture di raccordo, cui dovranno afferire necessariamente i dipartimenti, il 15% nel cda e 5 studenti nel Senato. "Fuori i manager dalle università", così titolavano gli striscioni di protesta degli accademici contro la riforma Gelmini. Ma tutto è andato come era prevedibile di fronte ad un governo che non si è reso disponibile all'ascolto. Il Consiglio di Amministrazione (composto da undici elementi), prevede l'ingresso di tre esterni all'Ateneo che verranno scelti dal Senato Accademico con un avviso pubblico.
Fausto Melluso, rappresentante del gruppo MdU al Senato Accademico, dichiara: «Il nuovo statuto mette a rischio alcuni settori importanti della nostra offerta formativa. Spero che l'Ateneo avvii un confronto laico, senza corporativismi o nostalgie». «I più grandi problemi per gli studenti saranno dovuti alle carenze organizzative che hanno contraddistinto da tempo l'Unipa - dice Marco Sucameli, coordinatore dell'Unione degli Universitari Palermo e continua - Il testo della riforma, estremamente lacunoso, permette di cambiare tutto per non cambiare nulla. Tutta questa situazione, potrebbe essere solamente provvisoria: a settembre-ottobre saremo chiamati nuovamente a discutere lo statuto e l'organizzazione dell'Ateneo, ma vigileremo come abbiamo sempre fatto».
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