MUSICA
Agnostic Front, l'anima hardcore della Grande Mela
Ebbene sì, l’evento estivo definitivo che tutti gli hardcorers, punkers e anche molti fra i metallers aspettavano con palpitazione è finalmente in dirittura d’arrivo, infatti domenica 30 luglio suoneranno per la prima volta a Palermo gli Agnostic Front, gli incontrastati padrini del New York Hardcore. Il live show della band americana, organizzato da Balarm e i Reflections in collaborazione con Terza Riva, avrà luogo al Bier Garten di Palermo (viale Regione Siciliana 6469, alle 22.30, ingresso 10 euro). Per i poco avvezzi all’hardcore a stelle e strisce, c’è da dire che gli Agnostic Front sono fra quei pochi gruppi che hanno saputo essere, nei tumultuosi anni ottanta, un punto di riferimento stabile per la propria scena d’appartenenza, avendo proposto uno stile musicale che avrebbe preso il nome, negli anni a venire, di New York Hard Core.
La band viene fondata nel lontano 1982 a East Manhattan da Vinnie Stigma, chitarrista del gruppo, con una prima line-up che comprendeva Diego al basso, Robby Crypt Crash alla batteria e John Watson alla voce, presto sostituito prima da Keith Kabula e Jimmy "The Mad Russian", e poi da Roger Miret, il ragazzo di origini cubane che ne sarebbe diventato il portavoce fino ad oggi. Primo disco il misconosciuto EP "United Blood" stampato nell’82 dalla Rat Cage, contenente vere e proprie "granate" sonore come "Last Warning" e "Friend or Foe".
Nel successivo "Liberty & Justice for…" (Combat, 1987), che vanta una title-track memorabile, il gruppo fa leva su una maggiore consapevolezza nel saper dosare l’hardcore con il nascente speed metal, ottenendo un grande consenso di pubblico e arrivando così al primo disco dal vivo, il "Live at CBGB’s" (Relativity Records, 1989). Quest’anno e i seguenti saranno di cruciale importanza per la storia del gruppo, infatti Vinnie e Will Shepler (ora alla batteria) fondano col fratello minore di Roger, Freddy Cricien, i Madball, altro gruppo storico dell’hardcore newyorchese, ma nello stesso anno Roger verrà condannato a 18 mesi di reclusione per possesso di droghe. In carcere, troverà il tempo di scrivere i testi per un futuro album, mentre la band si mantiene attiva rimpiazzandolo nei live con Alan Peters. Dopo la sua scarcerazione parte il primo tour europeo, e nel '92 esce "One Voice", album dai toni epici dove il gruppo sembra farsi portavoce degli sfruttati delle grandi metropoli americane.
Ma nonostante il disco venga accolto bene dai fans, la band si scioglierà di lì a poco: dopo l'ultima esibizione al CBGB's nel dicembre 1992, Roger si trasferirà in Florida divenendo meccanico di Harley e dedicandosi ai suoi problemi legali e alla figlia, mentre gli altri continueranno a suonare nei Madball. Nel ’93 viene pubblicata comunque la registrazione dell’ultimo concerto, abbinato all’EP United Blood, sotto il nome di "Last Warning" (Relativity), mentre nel ’95 esce una raccolta, "Raw unleashed" (Grand Theft Audio) che, a quanto pare, sarebbe servita per pagare un’operazione a Roger Miret per i danni procuratisi alla schiena durante un concerto dei Madball.
Anni bui, dunque, per la nostra band, ma fortunatamente nel ’97 avviene la svolta: ad un concerto i Madball propongono, in presenza di Roger ed altri ex-membri, alcuni brani degli Agnostic Front, invitandoli a salire sul palco per suonarli al posto loro. Due settimane dopo Roger chiede a Kabula di registrare un singolo, "Por Vida", con la vecchia formazione: rinascono così gli Agnostic Front, pronti a calcare ancora i palchi della Grande Mela. Anche la prematura morte dell’ex-batterista Ray Beez sembra fare da ulteriore collante per la coesione del gruppo, che, tornato alla carica, dà alle stampe "Something Gotta Give", pubblicato dalla Epitaph, su proposta di Tim Armstrong dei Rancid. Il disco è accolto con grande gioia dal pubblico che, sulla scia di un ritorno in auge dell’"Oi!" (il punk stradaiolo degli Skinhead), era rimasto orfano del gruppo hardcore che più di chiunque altro aveva fatto proprie le istanze tematiche.
Prova ne sia che pezzi come "Something's Gotta Give", "Believe" e "Gotta Go" diventano subito dei i veri e propri inni all’altezza di quelli passati. Il disco è un ottimo mix di hardcore e di "Oi!punk" dal quale, come sempre, gli Agnostic Front lanciano feroci invettive contro i mali della loro società. Sulla stessa falsariga si muove "Riot, riot, upstart!" pubblicato l’anno dopo ancora su Epitaph e prodotto dall’altro "rancido" Lars Fredericksen. Saranno questi ultimi album ad aprire agli A.F. la porta dei grandi festival itineranti e non: partecipano diverse volte al Vans Warped Tour e ai vari raduni hardcore organizzati in tutto il mondo. Nel 2001 confermano il trend positivo pubblicando l’LP "Dead Yuppies" (Epitaph), con Mike Gallo a sostituire al basso Rob Kabula, mentre l’anno seguente pubblicano lo split album "Working Class Heroes" in compagnia degli olandesi Discipline.
Il 2004 è l’anno di "Another Voice" (Nuclear), seguito ideale di "One Voice" che però risulta un po’ fuori tono per le eccessive incursioni delle chitarre in territorio thrash, anche se in alcuni brani può contare ospiti eccellenti come Jamey Jasta degli Hatebreed, Scott Vogel dei Terror e Karl Buechner degli Earth Crisis. E’ da notare come una carriera così lunga non abbia affatto scalfito la voglia di suonare al massimo dei nostri, che spinti da una voglia di riscatto sociale che va oltre gli slogan sterili di mille altri gruppi (ritenuti) hardcore come loro, hanno sempre raffigurato l’altra faccia della New York da cartolina di Friends e "Sex and the City", una metropoli alienante per chi vive nei distretti della working class, dove spesso la musica e lo spirito di comunità sono l’unica via di fuga.
Ad affiancare gli Agnostic Front sul palco del Biergarten ci saranno due band hardcore palermitane: gli F.U.G. e i Reflections. I primi, nati nel 1999 da membri dei Magilla Gorilla e Flat Denial, suonano il puro e semplice hardcore in stile 7 Seconds e promuoveranno il loro album "Can I have your skull?", uscito di recente sulla nuova etichetta di Marco Sannino, la Buffalo 66. I Reflections incominciano la loro esperienza musicale nel 2000, e dopo alcuni cambi di line-up formulano il loro crossover d'impatto, le cui influenze vanno dal thrash metal all'Hardcore New York fino alla contaminazione con tempi funky, approdando così al loro primo cd, "Free Violence", prodotto dallo studio romano di Temple Of Noise. L'evento del Bier Garten è stato organizzato proprio per annunciare l'esordio discografico del gruppo.
Indubbiamente gli ingredienti per un grande evento ci sono tutti, a noi resta solo da aggiungere che sembrerebbe quasi necessario, in un periodo in cui l’hardcore (e con lui il punk) sembra aver preso percorsi più spesso improbabili che inconciliabili, prendere parte allo show di un gruppo che, nonostante gli anni, le beghe e le contraddizioni, è stato e sempre sarà irrimediabilmente lo spirito hardcore di New York , "Today, Tomorrow, Forever!"
La band viene fondata nel lontano 1982 a East Manhattan da Vinnie Stigma, chitarrista del gruppo, con una prima line-up che comprendeva Diego al basso, Robby Crypt Crash alla batteria e John Watson alla voce, presto sostituito prima da Keith Kabula e Jimmy "The Mad Russian", e poi da Roger Miret, il ragazzo di origini cubane che ne sarebbe diventato il portavoce fino ad oggi. Primo disco il misconosciuto EP "United Blood" stampato nell’82 dalla Rat Cage, contenente vere e proprie "granate" sonore come "Last Warning" e "Friend or Foe".
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Nell’83 entrano in formazione Jimmy Colletti (batteria) e Rob Kabula (basso) e l’anno successivo pubblicano "Victim in Pain", disco full-lenght che in brani come "Society Sucker", "Your Mistake" e "Power", si muove tra distorsioni thrash e un rock’n’roll tiratissimo. Gli "A.F." incominciano a delineare il loro stile aggressivo e iperveloce nel seguente "Cause for Alarm", che vedrà riproposti e inaspriti gli stessi temi sonori, anche se alcune canzoni dai testi piuttosto intolleranti come "Public Assistance" e "Shoot his load" verrano messe all’indice dalla comunità punk dell’epoca. Nel successivo "Liberty & Justice for…" (Combat, 1987), che vanta una title-track memorabile, il gruppo fa leva su una maggiore consapevolezza nel saper dosare l’hardcore con il nascente speed metal, ottenendo un grande consenso di pubblico e arrivando così al primo disco dal vivo, il "Live at CBGB’s" (Relativity Records, 1989). Quest’anno e i seguenti saranno di cruciale importanza per la storia del gruppo, infatti Vinnie e Will Shepler (ora alla batteria) fondano col fratello minore di Roger, Freddy Cricien, i Madball, altro gruppo storico dell’hardcore newyorchese, ma nello stesso anno Roger verrà condannato a 18 mesi di reclusione per possesso di droghe. In carcere, troverà il tempo di scrivere i testi per un futuro album, mentre la band si mantiene attiva rimpiazzandolo nei live con Alan Peters. Dopo la sua scarcerazione parte il primo tour europeo, e nel '92 esce "One Voice", album dai toni epici dove il gruppo sembra farsi portavoce degli sfruttati delle grandi metropoli americane.
Ma nonostante il disco venga accolto bene dai fans, la band si scioglierà di lì a poco: dopo l'ultima esibizione al CBGB's nel dicembre 1992, Roger si trasferirà in Florida divenendo meccanico di Harley e dedicandosi ai suoi problemi legali e alla figlia, mentre gli altri continueranno a suonare nei Madball. Nel ’93 viene pubblicata comunque la registrazione dell’ultimo concerto, abbinato all’EP United Blood, sotto il nome di "Last Warning" (Relativity), mentre nel ’95 esce una raccolta, "Raw unleashed" (Grand Theft Audio) che, a quanto pare, sarebbe servita per pagare un’operazione a Roger Miret per i danni procuratisi alla schiena durante un concerto dei Madball.
Anni bui, dunque, per la nostra band, ma fortunatamente nel ’97 avviene la svolta: ad un concerto i Madball propongono, in presenza di Roger ed altri ex-membri, alcuni brani degli Agnostic Front, invitandoli a salire sul palco per suonarli al posto loro. Due settimane dopo Roger chiede a Kabula di registrare un singolo, "Por Vida", con la vecchia formazione: rinascono così gli Agnostic Front, pronti a calcare ancora i palchi della Grande Mela. Anche la prematura morte dell’ex-batterista Ray Beez sembra fare da ulteriore collante per la coesione del gruppo, che, tornato alla carica, dà alle stampe "Something Gotta Give", pubblicato dalla Epitaph, su proposta di Tim Armstrong dei Rancid. Il disco è accolto con grande gioia dal pubblico che, sulla scia di un ritorno in auge dell’"Oi!" (il punk stradaiolo degli Skinhead), era rimasto orfano del gruppo hardcore che più di chiunque altro aveva fatto proprie le istanze tematiche.
Prova ne sia che pezzi come "Something's Gotta Give", "Believe" e "Gotta Go" diventano subito dei i veri e propri inni all’altezza di quelli passati. Il disco è un ottimo mix di hardcore e di "Oi!punk" dal quale, come sempre, gli Agnostic Front lanciano feroci invettive contro i mali della loro società. Sulla stessa falsariga si muove "Riot, riot, upstart!" pubblicato l’anno dopo ancora su Epitaph e prodotto dall’altro "rancido" Lars Fredericksen. Saranno questi ultimi album ad aprire agli A.F. la porta dei grandi festival itineranti e non: partecipano diverse volte al Vans Warped Tour e ai vari raduni hardcore organizzati in tutto il mondo. Nel 2001 confermano il trend positivo pubblicando l’LP "Dead Yuppies" (Epitaph), con Mike Gallo a sostituire al basso Rob Kabula, mentre l’anno seguente pubblicano lo split album "Working Class Heroes" in compagnia degli olandesi Discipline.
Il 2004 è l’anno di "Another Voice" (Nuclear), seguito ideale di "One Voice" che però risulta un po’ fuori tono per le eccessive incursioni delle chitarre in territorio thrash, anche se in alcuni brani può contare ospiti eccellenti come Jamey Jasta degli Hatebreed, Scott Vogel dei Terror e Karl Buechner degli Earth Crisis. E’ da notare come una carriera così lunga non abbia affatto scalfito la voglia di suonare al massimo dei nostri, che spinti da una voglia di riscatto sociale che va oltre gli slogan sterili di mille altri gruppi (ritenuti) hardcore come loro, hanno sempre raffigurato l’altra faccia della New York da cartolina di Friends e "Sex and the City", una metropoli alienante per chi vive nei distretti della working class, dove spesso la musica e lo spirito di comunità sono l’unica via di fuga.
Ad affiancare gli Agnostic Front sul palco del Biergarten ci saranno due band hardcore palermitane: gli F.U.G. e i Reflections. I primi, nati nel 1999 da membri dei Magilla Gorilla e Flat Denial, suonano il puro e semplice hardcore in stile 7 Seconds e promuoveranno il loro album "Can I have your skull?", uscito di recente sulla nuova etichetta di Marco Sannino, la Buffalo 66. I Reflections incominciano la loro esperienza musicale nel 2000, e dopo alcuni cambi di line-up formulano il loro crossover d'impatto, le cui influenze vanno dal thrash metal all'Hardcore New York fino alla contaminazione con tempi funky, approdando così al loro primo cd, "Free Violence", prodotto dallo studio romano di Temple Of Noise. L'evento del Bier Garten è stato organizzato proprio per annunciare l'esordio discografico del gruppo.
Indubbiamente gli ingredienti per un grande evento ci sono tutti, a noi resta solo da aggiungere che sembrerebbe quasi necessario, in un periodo in cui l’hardcore (e con lui il punk) sembra aver preso percorsi più spesso improbabili che inconciliabili, prendere parte allo show di un gruppo che, nonostante gli anni, le beghe e le contraddizioni, è stato e sempre sarà irrimediabilmente lo spirito hardcore di New York , "Today, Tomorrow, Forever!"
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