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Luoghi del Cuore FAI: l'Oreto è primo ma non si canti vittoria, mancano i voti cartacei

Si vota ancora fino alla mezzanotte di venerdì 30 novembre, qualora si vincesse si procederebbe alla bonifica del corso d'acqua che parte da Altofonte e arriva a Palermo

  • 29 novembre 2018

Il fiume Oreto a Palermo

L'Oreto potrebbe essere il nuovo Luogo del Cuore del Fai (Fondo Ambiente Italiano). Ma, anche se sul sito ufficiale della competizione è primo, non si canti vittoria troppo presto.

Intanto c'è tempo per votare i progetti (si vota da qui, basta un click) fino alla mezzanotte di venerdì 30 novembre, i voti che risultano sul sito però mancano ancora del caricamento dei voti cartacei, raccolti grazie ai moduli, che sono stati racolti dal 18 ottobre al 30 novembre.

L'Oreto (chiamato in epoca araba Wadi al-Abbas) è un fiume siciliano che scorre nella Valle dell'Oreto e con un bacino che si estende nei territori dei comuni di Altofonte, Monreale e Palermo. Lungo circa 20 chilometri, ha la sorgente a sud di Palermo, nella cosiddetta Conca d'Oro, lungo la dorsale del Monte Matassaro Renna; da qui in poi scorre verso la periferia sud del capoluogo siciliano per andare a sfociare nel Mar Tirreno.

Il gruppo Banca Intesa San Paolo mette a disposizione 400mila euro per i Luoghi del Cuore che saranno ripartiti: per il primo posto 40mila euro, per il secondo 30mila e il terzo 20mila, i restanti verranno ripartiti tra i vari progetti che hanno superato di deumila voti e hanno presentato un progetto che superi un bando.
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Se si dovesse riuscire a vincere il primo posto e aggiudicati i 40 mila euro si dovrebbe procedere alla bonifica del corso d'acqua (che parte da Altofonte, passa per Monreale e arriva a Palermo), specialmente della foce, molto inquinata. La speranza dei tanti attivisti che in questi mesi si sono battuti per raccogliere le firme è quella di sensibilizzare le istituzioni (ma anche i cittadini) e di riuscire ad affiancare il finanziamento del Fai a un co-finanziamento, perché 40mila euro sono troppo pochi per la bonifica.

Ma non c'è ancora un progetto preciso, dopo la fine della votazione e dati per certi i risultati (che si avranno a febbraio) si procederà con la fase della progettazione dell'intervento che si vuole sviluppare. Già in passato la Sicilia ha portato a casa qualche risultato grazie al Fai, come nel 2016 quando la chiesa rupestre del Crocifisso di Lentini ha potuto accedere ad un piccolo finanziamento che però ha portato al restauro di alcuni importanti dipinti del 200 ed è stata riaperta a fine settembre.

Anche il Castello Calatubo al Alcamo è arrivato terzo 4 anni fa e si è riuscito a mettere in sicurezza. «I cittadini di palermo hanno riscoperto la loro identità e soprattutto una coscienza civile. - dice Sabrina Milone della delegazione Fai Sicilia - i cittadini sono stati molto attivi».
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