STORIA E TRADIZIONI
Lo vedi sempre ma non conosci la sua storia: lo (splendido) passato di Palazzo d'Orléans
Oggi sede della presidenza della Regione Siciliana, il settecentesco palazzo è stato la residenza della famiglia reale francese: è qui che si rifugiò il futuro Re di Francia
Veduta di Palazzo D'Orleans (1832) - Antoine Victor Edmond Madeleine
Il primo nucleo del palazzo, esempio di residenza aristocratica sorta fuori dalle mura cittadine, fu edificato nel 1775 sotto la direzione del maestro Gaetano Tabbita, come casa dell’abate Giovanni Francesco Monroy dei principi di Pandolfina.
Il prelato fu costretto a vendere il bene in questione e nel 1782 l’edificio, messo all'asta, venne acquistato dal ricco mercante di frumento Antonio Oliveri, che comprò anche alcune case contigue e fu così in grado di commissionare diversi lavori di ampliamento: al corpo centrale furono aggiunte due fasce laterali e si portò a compimento l’elevazione del terzo piano.
Nel 1808 l’edificio divenne la dimora dell’esule, Luigi Filippo d'Orléans, che nel 1809 sposò Maria Amalia di Borbone, principessa delle Due Sicilie, una delle tante figlie del re Ferdinando I delle Due Sicilie e della regina Maria Carolina d'Asburgo-Lorena.
Quando Maria Amalia era ancora bambina, la madre Maria Carolina e la zia Maria Antonietta, si erano accordate per far sposare i rispettivi figli: Maria Amalia avrebbe dovuto sposare Luigi Giuseppe, Delfino di Francia; ma i piani delle due sorelle erano stati spazzati via dalla sanguinaria rivoluzione del 1789. Durante l'esilio a Palermo, Maria Amalia aveva conosciuto Luigi Filippo d'Orléans.
Il padre del suo futuro sposo, il precedente Duca d'Orléans, noto durante la Rivoluzione col nome di Philippe Égalité perché aveva appoggiato attivamente la rivoluzione, votando la condanna a morte del cugino Luigi XVI e di Maria Antonietta, era finito anch'egli ghigliottinato durante il Terrore. Sposando Luigi Filippo Maria Amalia divenne duchessa d'Orléans.
Il matrimonio era considerato controverso, perché lei era la nipote di Maria Antonietta, mentre lui era il figlio dell'uomo che aveva tramato per l'esecuzione dei sovrani di Francia. Anche Maria Carolina, madre di Maria Amalia, era scettica sull'unione, ma acconsentì dopo che il futuro genero, Luigi Filippo, la convinse che era determinato a porre rimedio alle scelte sbagliate di suo padre.
Durante i primi anni di matrimonio, la coppia visse dunque nel palazzo d'Orléans, realizzandovi alcune modifiche. Nel 1810 dopo aver acquistato le limitrofe palazzine Gerardi e Bentivegna, si diede avvio a complessi lavori di ristrutturazione, che durarono fino al 1814 e furono diretti da Giuseppe Patricolo.
Il duca Luigi Filippo acquistò anche i terreni intorno al palazzo, compresa la Valle della Garofala (così chiamata dal nome di Onofrio Garofalo, facoltoso mercante, proprietario alla fine del ‘400 di questo vasto latifondo) e vi realizzò un giardino all’inglese, impiantandovi numerose piante ornamentali.
L’architetto Carlo Giachery si occupò di arredare il parco, con statue, sedili di pietra intagliata e piccoli chioschi.
Il palazzo aveva numerose stanze: al primo piano, oltre ai saloni di rappresentanza e alle camere da pranzo, vi era la camera da letto padronale. Le stanze dei bambini affacciavano sul giardino. Al pianterreno vi erano la foresteria, la sala biliardo, la biblioteca, diversi salottini.
A Palermo nacquero i primi tre figli di Luigi Filippo e di Maria Amalia: Ferdinand- Philippe, Louise et Marie. Nel 1814, dopo la caduta di Napoleone, Luigi Filippo tornò in Francia e fu re (a seguito di quella che è conosciuta come Rivoluzione di Luglio) dal 1830 fino al 1848, quando abdicò.
Fu l'ultimo monarca a regnare in Francia con il titolo di re (l'ultimo regnante ovvero Napoleone III fu infatti “imperatore”) e l'ultimo dei re Borbone in Francia - seppur appartenente a un ramo secondario.
Nel 1885 Palazzo d’Orleans fu donato da Maria Amalia, ormai vedova, al figlio Enrico (1822-1897) duca D’Aumale. Maria Amalia morì il 24 marzo 1866, all'età di 83 anni: era l'ultima nipote superstite dell'imperatrice Maria Teresa d'Austria.
Fu soprannominata Grand-mère de l'Europe (nonna d’Europa): infatti tra i suoi nipoti vi furono anche i monarchi Leopoldo II del Belgio, l'imperatrice Carlotta del Messico, Ferdinando I di Bulgaria e la regina Mercedes di Spagna.
Il duca d’Aumale si trasferì a Palermo e attuò nuovi interventi di restauro a Palazzo d’Orleans dal 1857 al 1862. Acquistò il feudo dello Zucco e un baglio a Terrasini, e avviò la produzione e l’esportazione di un nuovo vino, lo “Zucco”, che divenne presto rinomato in tutta Europa.
Fu anche presentato all’esposizione nazionale di Palermo del 1891-92. Enrico morì senza eredi e il palazzo passò quindi a vari membri della famiglia Orleans: prima al nipote Luigi Filippo Roberto d'Orléans (che qui spirò nel 1926); poi alla sorella Maria Amalia, regina del Portogallo, che due anni dopo lo cedeva al cugino Giovanni, duca di Guisa.
L’8 aprile del 1931 si sposarono in cattedrale a Palermo Enrico d’Orleans, conte di Parigi e Isabella d’Orleans Bragance. Il matrimonio si svolse in Sicilia, poiché Enrico era costretto a vivere in esilio in virtù della legge del 1886, che impediva ai pretendenti al trono di risiedere in Francia.
Le due famiglie scelsero Palermo perché la famiglia di Isabella possedeva lì l’antico palazzo d’Orleans, eredità di Maria Amalia. Centinaia di visitatori provenienti dalla Francia (che consideravano Enrico come il legittimo erede al trono francese) accolsero lo sposo con canzoni monarchiche e grida di giubilo come Vive le roi, Vive le France.
Alle nozze parteciparono rappresentanti delle case regnanti di tutta Europa. Al termine della cerimonia religiosa, fu servito a Palazzo d’Orleans un banchetto per mille invitati, dopodiché gli sposi si affacciarono sul balcone del palazzo, per ringraziare la numerosa folla dei loro sostenitori.
L’unione sarebbe stata allietata da ben 12 figli. Nel 1940 Palazzo d’Orleans fu requisito dal governo italiano e nel 1947 divenne sede della presidenza della Regione siciliana.
Nel 1950 tuttavia la commissione di conciliazione italo-francese ne chiese la restituzione ai legittimi proprietari. L’edificio venne dunque acquistato per la somma di 210 milioni di lire nel 1954 dalla Regione Siciliana, per diventare sede degli uffici della Presidenza della Regione gli interni del palazzo subirono numerose modifiche.
Nonostante all’interno del palazzo si trovino opere di Giuseppe Firriolo, Elia Interguglielmi, Nino Geraci, Bendetto De Lisi, dello splendido passato del bene monumentale rimane poco. Il palazzo è stato inoltre affiancato da una moderna costruzione a sette piani, (che ospita gran parte degli uffici), realizzata nell’area del settecentesco Palazzo Bentivegna.
Oggi il parco è grande circa tre ettari e mezzo; è solo una parte del ben più vasto parco con giardino impiantato da Luigi Filippo: una vasta zona è stata infatti destinata a cittadella Universitaria.
Nel curato giardino all’inglese vi è un laghetto artificiale, con statua del Pescatore, opera di Antonio Ugo. La bella baccante in marmo è invece attribuita allo scultore Valerio Villareale (1815).
Vi sono presenti dei grandi Ficus macrophylla dalle radici aeree e vi si trovano anche alcuni animali in cattività. Acquisito dalla Regione nel 1955, il polmone verde fu aperto la prima volta al pubblico nel novembre di quell'anno in occasione della visita del presidente Gronchi, e venne ultimato nel 1957.
Negli anni Sessanta, con la collaborazione dell'ornitologo Salvatore Lauricella, fu trasformato in parco ornitologico.
Dal 2013 a seguito di un contenzioso molti degli animali del giardino sono stati trasferiti; gli animali superstiti e la gestione del parco sono stati affidati dal 2021 all'Istituto regionale sperimentale zootecnico per la Sicilia.
Il giardino è aperto gratuitamente tutti i giorni dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 17.00. Chiusura settimanale: ogni lunedì.
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