CULTURA
Le 'ngiurie dei pescatori raccontano Porto Palo: rinascono i "tesori" dei borghi siciliani
Due dei tanti gioielli incastonati nel territorio restituiscono splendore all'Isola, tutti i dettagli dei progetti vincitori del premio "Borghi dei tesori" per la rigenerazione urbana
Porto Palo di Capo Passero
A vincere sono stati due progetti che, in maniera diversa, faranno rinascere tesori del territorio: il restauro dell’antico orologio e della campana della Matrice di Calatafimi Segesta e il recupero d’arte dei vecchi magazzini del porto di Portopalo di Capo Passero.
Tutto è nato l’anno scorso quando una sessantina di comuni siciliani hanno dato vita a un’unica associazione "Borghi dei Tesori", sotto l’egida delle Vie dei Tesori, e hanno fatto già nascere il primo festival dei borghi.
Mentre si lavora alla seconda edizione della rassegna, è stato lanciato il riconoscimento a cui potevano concorrere i progetti dei Comuni coinvolti (e anche di associazioni e enti che ricadevano sul loro territorio). Come detto, ne sono arrivati diciotto, in pochi mesi.
I due progetti sono stati scelti dal board di esperti che compone il comitato scientifico dell’associazione Borghi dei Tesori - presieduto dal fisico e professore emerito Federico Butera e composto da Giuseppe Barbera, Giacomo Gatì, Paolo Inglese, Orietta Sorgi e Pierfilippo Spoto – e, in maniera diversa, sono ambedue profondamente radicati sul territorio.
«Con questa iniziativa, due tesori potranno rinascere - dice Laura Anello, presidente dell’associazione Borghi dei Tesori - due luoghi che hanno un valore identitario molto importante per le comunità. L’uno nella Sicilia occidentale, l’altro nell’estrema zona orientale, l’uno proposto dal Comune, l’altro da un’associazione di giovani che si sta sbracciando per la valorizzazione della sua terra. Ringrazio loro, ma ringrazio anche gli altri sedici progetti che si sono candidati, tutti di buon livello».
Il primo progetto premiato permetterà di restaurare l’antico orologio della Matrice di Calatafimi Segesta, da secoli punto di riferimento dell’intera comunità. Le sue lancette sono ferme da anni, sarà ripristinato insieme alla campana, grazie a un progetto proposto dalla parrocchia San Silvestro Papa, realizzato dalla ditta "Manutentori del tempo" di Danilo Gianformaggio.
Realizzato dalla storica azienda "Uscio di Genova", di cui reca ancora il nome inciso sopra, l’orologio è un pezzo di raro valore storico e artistico, realizzato con pezzi lavorati a mano in ferro battuto e incastonati in un telaio a castello.
Nel 1564, su richiesta della comunità e su compenso del Comune, fu concesso all’allora feudatario della zona, Ludovico Enriquez de Caprera, il posizionamento dell’orologio nella chiesa Madre. Da allora, per secoli, fu il punto di riferimento della vita del borgo.
Saranno recuperati orologio e campana, ridipinto il telaio e le lancette in metallo saranno sostituite con altre in alluminio più compatibili con il nuovo movimento. L’illuminazione a led lo renderà visibile da lontano. Per la campana, sarà installato un elettrobattente.
«Erano decenni che il nostro orologio non suonava più, e non si udiva il tocco delle campane che scandivano da sempre la vita del borgo – dice il sindaco di Calatafimi Segesta, Francesco Gruppuso - . Ritornare ad ascoltarli, sarà un modo per sentirci di nuovo comunità. Aderire ai Borghi dei Tesori è stato il primo atto della giunta che presiedo da qualche mese: sono fiero di aver sposato un progetto che permetterà di far conoscere la nostra terra».
Quello di Portopalo di Capo Passero è invece un vero progetto di rigenerazione urbana: saranno recuperati i vecchi magazzini dei pescatori. Si trasformano in opere d’arte, diventando sede di eventi per una rinnovata area di interesse turistico e culturale.
Su proposta dell’associazione Cap 96010 di Alessandra Fabretti saranno realizzati trompe l’oeil, murales, stencil, decorazioni e installazioni con materiale riciclato per dare una nuova identità alla zona del porto peschereccio. Il progetto prevede la partecipazione attiva dei cittadini, delle associazioni e delle scuole, con laboratori su ambiente, storia, cultura e educazione al riciclo creativo.
Gli studenti interverranno direttamente sul posto, dando il loro contributo, mentre le associazioni che hanno aderito, daranno il loro apporto creativo per la realizzazione di murales e installazioni.
Sarà coinvolta anche la comunità dei pescatori che ha suggerito di chiamare le stradelle di servizio con i nomi dei venti, utilizzando anche in forma artistica i soprannomi (le ‘ngiurie’) che raccontano la storia delle famiglie portopalesi.
«Vincere è stata un’emozione grandissima perché realizzeremo un progetto condiviso che credevamo impossibile – dice Alessandra Fabretti –. Siamo in un luogo che ha bisogno di un segnale forte per recuperare fiducia nel futuro: al porto si riuniscono i giovani, appena rinascerà potrà diventare un punto importante per la vita della comunità».
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