STORIE
Lascia Londra dopo 8 anni e torna in Sicilia: cosa ci fa una designer di moda a Favignana
«Ho deciso di riprovarci, di tornare alla terra che mi appartiene e a cui appartengo». La storia di Valentina, designer di moda che oggi insegna il "taglio e cucito" in carcere
Valentina Sanclemente
Valentina Sanclemente, designer e modellista di 39 anni, nata a Custonaci, quando torna in Sicilia nel 2019, mette la propria arte a servizio dei bisogni generati dalla pandemia da coronavirus, e realizza mascherine.
«È iniziato tutto con una raccolta di tessuti messi a disposizione dalle persone del paese stesso, abbiamo realizzato circa mille mascherine per chi aveva esigenze maggiori», ci racconta.
Valentina si laurea nel 2005 come designer di moda all'istituto Marangoni di Milano, lavora qualche anno a Bassano del Grappa. Torna in Sicilia e si specializza in modellistica e confezione con indirizzo industriale, presso l'Istituto Moda di Catania. Nel 2011 lascia l'Italia alla volta di Londra, sperando di tornare prima o poi.
Dopo qualche mese dal suo arrivo, esplode la pandemia da coronavirus: «Mi sono ritrovata con le mani in mano per qualche tempo. Poi ho deciso di fare qualcosa e quello che il periodo richiedeva erano le mascherine».
Nel maggio 2020 viene chiamata dalla casa circondariale di Favignana e diventa la responsabile di sartoria interna al carcere, riaperta dopo dodici anni, iniziando a lavorare nel marzo 2021, a causa dei ritardi dovuti alla pandemia.
«Lavoro a contatto diretto con i detenuti e ad oggi posso dire che è un'esperienza che mi arricchisce giorno dopo giorno. Talvolta è importante ricordarsi che non tutti su questa terra nasciamo sotto la stessa sorte».
All'interno del carcere, le attività sono tante.
«Realizziamo lenzuola, federe, cuscini, ma abbiamo anche progetti da destinare al mercato turistico, borse in tela, pantaloni con stampe, gonne - ci racconta -. Cerco di non soffermarmi solamente al taglio e cucito, cerco di farli cimentare anche con pennelli e vedo che ci sono dei ragazzi sorpresi dalla loro capacità di manualità, che magari non conoscevano in base alle esperienze di vita».
Valentina non pensava che avrebbe trovato subito lavoro, una volta tornata da Londra.
«Per me è stata una sorpresa, anche perché non pensavo di trovare una realtà lavorativa, all'inizio ero perplessa, invece adesso sono felice di avere accettato. La crescita personale mi interessa di più rispetto a quella professionale, imparo sempre qualcosa di più da loro», ci racconta, ricordandoci che è bene mettere da parte i pregiudizi e che certe realtà non sono così lontane come immaginiamo.
Ridendo aggiunge: «Lavoravo a Londra e ora lavoro a Favignana, devo dire che mi è andata molto bene! Sono passata dalla metro all'aliscafo».
Valentina non rinnega i suoi viaggi, le sue esperienze e gli anni a Londra, perché sono stati formativi e perché il confronto con altri luoghi è sempre necessario: «Ho incontrato così tante persone di così tante culture, sono partita ragazzina e sono tornata donna, è stato difficile, ma se tornassi indietro lo rifarei, perché adesso vivo la Sicilia con più credo, l'ho scelta, ho capito che io sono felice qui, con tutti i suoi limiti».
Di solito a un siciliano manca tanto il mare, quando è fuori, ma Valentina ci stupisce.
«Il cielo mi mancava tantissimo. Londra si sviluppa sempre più in verticale, per noi che viviamo su un'isola il cielo è un'apertura. Il cielo mi è mancato anche più del mare».
Valentina ha tanti progetti per il futuro, anche insieme a Michela Mazzeo, artista trapanese che lavora ad Amsterdam e insieme a Piera Campo, fotografa, scrittrice e artista, anche lei rientrata in Sicilia dopo una lunga esperienza all'estero.
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