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Lascia la Sicilia ma (dopo 30 anni) cambia idea: l'eremita "sociale" tornato tra le sue montagne

Non è mai troppo tardi per decidere come si vuol vivere. Quella di Angelo è la storia di chi trova il coraggio di cambiare e stravolgere la propria vita per ben due volte

Federica Cortegiani
Giornalista pubblicista
  • 2 maggio 2021

Angelo Pidalà nel suo Rifugio del Sole nel Parco dei Nebrodi

Non è mai troppo tardi per decidere cosa fare “da grande”. O, sarebbe meglio dire, non è mai troppo tardi per decidere come si vuol vivere. È questa la “morale” che ci si porta dietro da quella che potrebbe essere la storia di chiunque.

Chi non si è mai sentito nel posto sbagliato a un certo punto della propria vita. Chi non ha mai pensato, anche solo per un attimo, a quella frase tanto inflazionata che recita il classico: «Mollo tutto e cambio vita».

Bè, se nella maggior parte dei casi, questo non avviene per sacrosanti e personali motivi. In alcuni casi c’è invece chi quel coraggio lo trova e c'è addirittura chi trova la forza di stravolgere la propria vita per ben due volte (quasi tre).

È questo in sintesi quello che è accaduto ad Angelo Pidalà, un siciliano doc che a soli 17 anni è fuggito dal piccolo paese di Longi, nel cuore del Parco dei Nebrodi, per vivere il sogno della Capitale.
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Inizia così l’avventura romana di Angelo che lo porterà a diventare nel corso degli anni un famoso e apprezzato hair stylist dei vip dello spettacolo. Una vita che Angelo conduce per ben 27 anni tra viaggi e trasferte di lavoro, sfilate e acconciature all’ultima moda, riflettori e luci da palcoscenico.

Qualcosa però cambia intorno ai 40 anni.

«Ho avuto la crisi – confida sorridendo -. Stavo male nonostante una carriera ben avviata e una vita realizzata. Ma quando hai tutto e stai male, significa che c’è qualcosa che non va. Ho iniziato a pensare realmente a cosa volevo fare “da grande” e da lì è cambiato tutto».

Il suo periodo di riflessione e di introspezione prosegue con un viaggio che lo porta letteralmente dall’altro lato del mondo. Angelo vola in Australia, nel deserto Ayers Rock, Uluru per gli indigeni, il monolite sacro agli aborigeni Anangu.

Un viaggio segnato dalla parola "destino", una sorta di viaggio spirituale con se stesso accompagnato da un libro che (guarda il caso) gli fu consigliato nella stessa giornata da ben tre persone diverse. I 25 giorni in Australia, infatti, si rivelano preziosi. Angelo torna con le idee ben chiare, sapendo esattamente cosa avrebbe fatto della sua vita.

Qui dunque la svolta: «Mi accorsi che la mia anima non era con me, l’avevo lasciata nel piccolo capanno di pietra sulle Rocche del Crasto dove oggi vivo felicemente», spiega parlando del suo Rifugio del Sole, la sua casa dell’anima che si trova proprio lì dove tutto è iniziato: in Sicilia, nel suo paese d’origine. Ed è qui che vive stabilmente ormai da 14 anni.

«Sono tornato a casa, a Longi dove ho costruito la mia vita ideale in quello che un tempo era un piccolo bivacco che apparteneva alla mia famiglia», racconta con il tono di voce di chi ha davvero trovato la propria serenità.

«La definisco casa dell’anima perché, oltre all’affetto familiare che mi lega a questo posto, questo è un luogo magico capace di coccolarmi quando sono un po’ giù, di farmi sentire in pace con il mondo ed è anche la mia fonte di ispirazione per tutto quello che faccio».

Sì, perché se da un lato Angelo può essere considerato una sorta di eremita; dall’altro lato questa definizione gli sta un po’ stretta perché Angelo è tutt'altro che solo.

«Mi piace stare da solo ma amo anche stare in compagnia delle persone – spiega -. Ecco perché in questi anni, nel periodo estivo, ho attrezzato il mio rifugio come campeggio per l’ospitalità di gruppi di turisti e viaggiatori in tenda.

Amo i veri viaggiatori, non i semplici turisti. Chi viaggia deve essere curioso di conoscere, devi avere fame di sapere - aggiunge -. Ecco perché quando qualcuno si ferma qui e ha la curiosità di conoscere la mia storia io sono felice. Li vedo andare via con gli occhi lucidi. Il viaggio ha un senso quando arrivi in un posto e, oltre a portarti dentro il paesaggio, ti porti dentro la storia di quel posto e di chi ci vive».

Da qualche mese Angelo non ospita più gruppi per il campeggio, ma ha realizzato un altro sogno: vivere stabilmente al Rifugio del Sole.

La sua casa dell’anima è un vero angolo di paradiso, arroccato in uno dei punti più strategici dei Nebrodi, a metà tra il paese di Longi e Alcara Li Fusi. «Quando la giornata è limpida riesco a vedere tutta la Sicilia, a sinistra Palermo, di fronte le Eolie e a destra l’Etna. Un vero spettacolo della natura».

Ma, se non si fosse intuito, Angelo non ama stare con le mani in mano. E, per lui, l’anno anomalo della pandemia è stata un’altra occasione per trasformare un momento drammatico in opportunità.

«Proprio grazie a questa situazione di stasi ho trovato un impiego fisso a Longi – racconta – dove lavoro in un laboratorio che confeziona abiti per le grandi firme. È un po' come se si fosse chiuso il cerchio, perché il mio sogno sin da piccolo era fare il sarto». Non è finita qui. Perché la vena artistica scorre nel sangue di Angelo da sempre.

«Ho iniziato a Roma con il mestiere di parrucchiere dove ho inventato le acconciature al cioccolato con cui creavo vere e proprie sculture – continua -. Poi mi sono impegnato nella decorazione di quadri e ceramiche con un miscuglio a base di cacao che viene lavorato insieme ad altri prodotti che lo fissano».

Adesso invece è il periodo del puntinismo. Un’arte di cui è rimasto affascinato durante il viaggio in Australia. Su questa scia, Angelo sta lavorando a un nuovo progetto che si basa sulla pittura di abiti in cashmere con la tecnica del puntinismo. E nel frattempo sta anche scrivendo un libro sulla sua vita (o sarebbe meglio usare il plurale) con cui parteciperà a un concorso letterario nei prossimi mesi.
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