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Lascia la Sicilia e si reinventa in Germania a 48 anni: la storia (a lieto fine) di Marcella

È mamma di tre figli di ventisei anni, ventidue e sei anni. Dopo una vita difficile, piena di alti e bassi e rinunce ora può dire di sentirsi una donna appagata

Sara Abello
Giornalista
  • 26 gennaio 2024

Marcella Glorioso

«Mi amareggia il pensiero della Sicilia e l’eventualità di tornare nella mia terra. A tratti mi manca terribilmente e anche solo ripensarci o guardare le fotografie mi provoca rabbia e dolore: la Germania non sarà mai la mia casa, al contempo però non è casa neanche quella che ti fa fuggire via per non tornare».

Non tutte le storie di emigrazione sono felici, quasi mai spensierate, alcune però, se non iniziano bene, hanno comunque un lieto fine...è ciò che dopo anni dolorosi, sacrifici e paure, sta capitando a Marcella Benedetta Glorioso, originaria di Cefalù, da un paio di anni stabilitasi a Limburg an der Lahn, una cittadina di circa 36.000 abitanti a 180 km da Francoforte.

Marcella è una donna di quarantotto anni e mamma di tre figli: una ragazza di ventisei anni laureata in lingue, un ragazzo di ventidue e poi un bimbo di quasi sei anni.

I figli maggiori sono rimasti in Sicilia mentre il più piccolo, nato dal secondo matrimonio, è con lei in Germania. Già quando era a Cefalù la sua vita non è che fosse proprio rose e fiori...eppure se da un luogo turistico che il mondo ci invidia ci si aspetterebbe una specie di Wonderland, invece emergono le solite storie di disoccupazione e difficoltà ad arrivare alla fine del mese che fanno della Sicilia, e di sti tempi di crisi dell’Italia intera, tutto un unico paese.
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Nel caso di Marcella poi, la sua terra natia le ha riservato anche più di qualche delusione. Con un’invalidità riconosciuta del 65%, una protesi rotta alla schiena, svariati interventi subiti e oggi non più operabile, ci si aspetterebbe per lo meno un supporto per trovare un lavoro poco faticoso dal punto di vista fisico.

Invece un luogo turistico e da sogno come Cefalù, senza particolari qualifiche acquisite, offre solo occupazioni con mansioni legate alle pulizie negli alberghi...e anche in questo a quanto pare in Italia non ci sappiamo proprio fare.

È Marcella stessa a raccontare di come in realtà anche un lavoro potenzialmente faticoso come questo, in Germania venga gestito in modo tale da non essere sfiancante, con ore prestabilite, una buona retribuzione e un contratto che tuteli il lavoratore.

Compiendo un passo indietro bisogna dire che la Sicilia abbia fatto letteralmente scappare Marcella e la sua famiglia, tanto che il ricordo dell’ultimo periodo a Cefalù non è di sicuro piacevole: il lavoro che mancava e l’assenza di garanzie da offrire anche solo per poter affittare un’abitazione sono solo alcuni degli ultimi momenti siciliani.

L’occupazione solo stagionale del compagno e le parole dei familiari che da anni si erano trasferiti in Germania dove sembrava possibile condurrre una vita serena, senza le difficoltà costanti della Sicilia, li spingono ad intraprendere questo nuovo percorso.

Dopo un primo periodo di assestamento durante il quale il compagno riesce ad essere assunto con un contratto a tempo indeterminato e a prendere in affitto una casa, Marcella e il loro bambino lo raggiungono.

Quello che doveva essere un nuovo e radioso inizio si è invece rivelato il prosieguo di un incubo, forse peggiore di quello già in atto se si pensa alle difficoltà in una terra straniera e non sempre particolarmente ospitale come la Germania. Lì il fatto che Marcella e il compagno non fossero legati da un matrimonio rappresentava un’ulteriore complicazione anche per la semplice iscrizione del piccolo all’asilo, elemento essenziale perchè anche lei potesse trovare un lavoro.

È l’aprile del 2022 quando decidono di unirsi in matrimonio e sarà solo il novembre successivo, appena sette mesi dopo, che si separeranno. Le tensioni generate da quella situazione nuova e complicata, l’insoddisfazione di lei e la gelosia di lui dettata da quella dimensione differente finiscono con il rovinare quel legame che sembrava invece solido, tanto da imbarcarsi insieme in questa avventura in cui gli equilibri sono purtroppo durati molto poco.

Questa rottura spinge Marcella a prendere il figlio e a lasciar la casa che condivideva col marito. Si rende presto conto di non avere appoggi, è da sola, senza lavoro e con un bimbo piccolo di cui occuparsi in una terra che non è la sua.

Per fortuna, come spesso accade, arriva una bella persona che le tende la mano, si tratta di una donna italiana emigrata ben trentacinque anni fa e che convive proprio con un cefaludese...com’è piccolo il mondo alle volte, per fortuna in questo caso!

Con il suo aiuto, e da allora è ormai un punto di riferimento per lei, Marcella riesce ad individuare il giusto supporto istituzionale così da non doversi arrendere all’even- tualità di tornare in Italia. Viene accolta in una prima "frauenhausen", una casa famiglia dove l’esperienza non è stata positiva e che contribuisce a plasmare in Marcella un’immagine non delle migliori dei tedeschi, e poi in una seconda struttura dove invece si ricrede e riceve un’accoglienza davvero familiare.

Lì ha trovato l’appoggio e il supporto anche per richiedere i corretti sussidi spettanti a chi risiedeva in Germania da almeno un anno, riuscendo anche ad inserire il bambino all’asilo e a tornare a vivere serenamente data la situazione dalla quale usciva.

Corsi di formazione e cure mediche a disposizione di Marcella che le hanno mostrato l’abissale differenza tra Italia e Germania, sino a quando non è riuscita ad inserirsi nel mondo del lavoro come qui non sarebbe potuto accadere.

Da settembre infatti lavora per un’agenzia interinale che si occupa di inserire italiani in Germania, un’occupazione che può svolgere anche con il suo tedesco che non è ancora perfetto e soprattutto che le consente di lavorare da casa, cosa che capita quando non sta bene o il suo bimbo, non ancora abituato ai freddi inverni tedeschi, ha l’influenza e non va a scuola.

Passi importanti e travagliati che hanno cambiato il corso delle cose e le stanno offrendo una prospettiva totalmente differente. Ha iniziato a vedere se stessa come una persona molto fortunata che vive nel "paese delle opportunità".

Ha un lavoro che la fa sentire una donna soddisfatta con tanto di auto aziendale, un bell’appartamento per lei e Gioele che frequenta sia il corso di tedesco che l’asilo. Cosa più importante di tutte è la serenità, duramente conquistata ma ormai sua, che le permette di guardare finalmente al futuro con la consa- pevolezza di essere in possesso degli strumenti necessari per far crescere il suo bambino.

È sì lontana da casa, ma si tratta di una terra che nella sua condizione di invalidità non le ha riconosciuto neanche la chance di un lavoro che fosse nelle sue possibilità.

Da quel primo viaggio in Germania Marcella non è più rientrata in Sicilia, sono i suoi figli che la vanno a trovare, e proprio ai suoi due ragazzi più grandi augura di trovare la loro dimensione.

Marcella racconta del loro legame con la Sicilia e per loro auspica un futuro sereno, a casa, e che anche grazie agli studi svolti possano crearsi una posizione trovando le stesse opportunità che lei ha dovuto cercare e poi ha ricevuto in terra straniera.
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