CRONACA
Lasci l'auto, vai al parco o in bici sul litorale: quando rinasce (davvero) la Bandita
Un altro passo in avanti. Si sblocca anche il terzo progetto di riqualificazione che riguarda un tratto di Costa Sud: ecco cosa prevede e (soprattutto) quando
Il lungomare della Bandita a Palermo
È stato, infatti, approvato dal Consiglio Comunale il terzo progetto per la riqualificazione della Costa Sud a Palermo. Stavolta, si tratta di 12 milioni di euro, provenienti da fondi ministeriali, per ridare nuova vita al lungomare Bandita.
Dopo i due progetti precedenti, nei quali si parlava anche del ritorno alla balneazione nella zona (13 milioni e 700 mila euro per la riqualificazione del porto della Bandita e delle aree portuali, e 16 milioni e 100 mila euro per il “Parco a mare allo Sperone”) adesso, si pensa ad un’altra area.
Per intenderci, infatti, i lavori interesseranno la porzione di via Messina Marine che va dall’ex ristorante “Renato” fino al Mammellone di Acqua dei Corsari dove c'è il Parco “Libero Grassi” (per il quale, a ottobre, partiranno i lavori per il recupero e la messa in sicurezza), in prossimità del Comune di Ficarazzi.
Il nuovo progetto, dal titolo “Riqualificazione ecocompatibile del lungomare della Bandita”, prevede anche l’ampliamento del manto stradale, la creazione di rotonde e l’installazione di una nuova segnaletica su tutta la via Messina Marine. L’obiettivo dell’amministrazione comunale è quello di decongestionare, così, il traffico in zona.
Il progetto infatti prevede anche la creazione di un mega parcheggio vicino all’area della Bandita.
Il fulcro dell'intervento è la realizzazione di un’estesa area a parco, nella porzione di costa prossima alla strada, oggi abbandonata e in condizioni di degrado. Lungo il percorso verranno collocate opere d’arte, attrezzature per far divertire i più piccoli, una ciclovia e il rifacimento dei marciapiedi.
Quando potremmo assistere a tutto questo? Se i tempi verranno rispettati entro il mese di giugno 2027.
«Adesso, dovranno passare i tempi tecnici per dare l’opportunità ai residenti e non solo di fare eventuali osservazioni – prosegue Terrani -. Poi, entro 60 giorni, il progetto tornerà in aula per la ratifica. Da qui, comincerà l’iter rispetto ad un accordo, tra il Comune e Invitalia (che predispone l’iter dei bandi e dell’’assegnazione) sulla gara d’appalto».
La data di giungo 2027 è da segnare sul calendario non soltanto per il nuovo progetto, ma anche perché è il termine entro il quale potrebbero essere ultimati gli altri progetti di “Parco a mare allo Sperone”, già approvato per un totale di 16,129.859,83 milioni di euro; “Riqualificazione del porto della Bandita ed aree portuali”, anche questo approvato per un totale di 13.730.531,00 milioni di euro, e che prevede la realizzazione di 100 posti barca e piscine per grandi e piccini.
Si è in attesa, invece, per il “Contratto di fiume e di Costa Oreto – Interventi prioritari per la fruizione sicura e sostenibile della foce e della Costa”. Qui l’importo è di oltre 12 milioni, ma dobbiamo ancora aspettare i pareri da parte degli enti per l’approvazione in Consiglio comunale.
Le novità non sono, però, finite qui: oltre ai precedenti progetti, infatti, ce n’è un altro, appaltato cinque mesi fa, per un collettore fognario a sistema separato che porterà le acque reflue al depuratore di Acqua dei Corsari e che interesserà tutta la via Messina Marine.
«Un fatto epocale – spiega il consigliere Terrani -. Non avremo più gli scarichi a mare e la fauna marina potrà ripopolarsi. Sarà anche consentita la possibilità di fare il bagno come si deve». Per quest’ultimo progetto, l’importo è di 18 milioni, già consegnati alla ditta appaltante. Il termine dei lavori è previsto, in questo caso, tra 30 mesi.
Si punta, così, a ridare nuova vita ad una zona che, per (troppi) anni, è stata vittima di degrado ed abbandono. L’area di intervento, infatti, ricade nella zona Sud orientale di Palermo e fa parte del quartiere Settecannoli (II Circoscrizione).
Fino ai primi del’900, l’area era caratterizzata da piccole borgate e da ampie distese di terra che venivano utilizzate per attività di agricoltura. Intorno al 1930 la fruizione della costa viene valorizzata mediante la realizzazione di numerose palafitte e strutture a servizio della balneazione, come i “Bagni Virzì”, i Bagni Delizia di Petrucci e i ristoranti “Spanò”, “Santopalato” e ristorante “Renato”.
Insomma, un’area ricca di attività a forte valenza sociale ed economica che, adesso, potremmo ritrovare.
«Si tratta di frutti di un lavoro che porto avanti da 35 anni e che, adesso, iniziano a vedersi. Una riqualificazione che potrà fare da volano per turismo, attività ricettive, economia ricettiva, occupazione e sviluppo. Oltre al fatto che assisteremo ad un cambiamento totale della fascia costiera rispetto a come si trova oggi. La costa è dei palermitani: adesso dobbiamo cercare di salvaguardarla», conclude Pasquale Terrani.
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