DIARI DI VIAGGIO
La "spettacolosa" bellezza della più piccola delle Eolie: idee e itinerari da fare a Panarea
Distese marine dalla straordinaria vivacità cromatica che alternano il verde scuro a un azzurro zaffiro offrendo squarci panoramici di straordinario splendore
Panarea
Quest’isola dell’arcipelago delle Eolie conosciuta come luogo privilegiato dai vip ha distese marine con una straordinaria vivacità cromatica con alternanza di colori dal verde giada al blu cobalto.
Una domenica di inizio giugno noi umili ma arditi escursionisti del gruppo "Camminare i Peloritani" ci siamo diretti verso l'isola dell’arcipelago delle Eolie nota come isola dei tanti personaggi del jet-set che vi soggiornano per lunghi periodi dell’anno nelle loro belle ville immerse nel verde fra oliveti e palme e con spiaggetta privata.
Giunti a Milazzo da varie località di Messina e provincia, abbiamo riempito un aliscafo e ha avuto inizio il viaggio, non tutti si sono divertiti durante il tragitto, perché il mare mosso ha messo a dura prova la resistenza fisica di qualcuno.
Finalmente sbarcati sull'isola (partenza 7,30, arrivo 10,00) siamo stati accolti da un acquazzone. "Come inizio non c'è male". Abbiamo pensato. Per alcuni minuti ci siamo ricoverati al bar.
La bellezza del paesaggio ci ha fatto subito dimenticare questo iniziale disagio. Il mare aveva dei colori stupendi quale raramente mi era capitato di vedere.
Durante il percorso ci siamo imbattuti in un magnifico giardino che combinando alcuni elementi naturali come alcune rocce levigate, pietrisco disposto ad arte, giochi d’acqua, fiori e piante aveva tutte le caratteristiche di un giardino giapponese.
Pian piano ci siamo acclimatati e le raffiche di vento non ci hanno più infastidito. Siamo saliti per la montagna con un percorso non particolarmente impegnativo, attraverso un sentiero discretamente tracciato ma con dei gradoni piuttosto ampi che ci costringevano ad allungare il passo.
Il monte che pur aveva delle sue attrattive con alcune rupi lavorate dal vento e che assumevano le forme più varie: bucherellate e sforacchiate come un formaggio gruviera o con aperture ad antro.
Fiorellini gialli, qualche ginestra e le pale dei fichi d’India ravvivavano un paesaggio scuro come tutti quelli di origine vulcanica, ma questa volta esso è passato in secondo piano rispetto alla "spettacolosa" bellezza del mare che si può cogliere in tutte le sue sfumature solo guardandola da un punto d’osservazione più sopraelevato ma abbastanza vicino dato che si trattava di un dislivello di poche centinaia di metri.
Panarea infatti è la più bassa oltre che la più piccola dell’arcipelago. Soltanto la grotta azzurra di Capri fra i paesaggi marini che ho visitato, aveva colori incomparabilmente brillanti paragonabili a quelli che quivi ho visto.
Distese marine verde scuro si alternavano ad altre di un azzurro zaffiro offrendo squarci panoramici di straordinario splendore.
Questa sfolgorante vivacità cromatica a Panarea così come a Capri è dovuta a un fenomeno di rifrazione della luce su delle rocce situate poco sotto il livello del mare.
Inoltre il moto ondoso che quel giorno era abbastanza forte dava vita ad un altro spettacolo costituito dalle onde che si infrangevano con la loro candida scia contro spiaggette ed insenature.
Per quanto questo sia un fenomeno comune conserva sempre un grande fascino, tant’è vero che gli antichi greci hanno immaginato la dea Venere come nativa dalla spuma del mare.
Questo paesaggio tanto ammirato dall’alto, scendendo ed incamminatoci per un sentiero ombroso quasi a galleria costeggiato da fichi d’India, l’abbiamo alla fine raggiunto. Più esattamente siamo arrivati alla tanto celebrata baia di Cala Junco, effettivamente bellissima per i suoi fantastici colori, ci sono distese marine verde chiaro che si alternano con altre di un blu cobalto: una meraviglia.
Uno spettacolo è pure costituito dal contrasto di colori fra un soprastante costone efflorescente con varie tonalità di rosso e la spiaggia costituita di ciottoloni levigati color verde giada. Essa è situata in una baia delimitata da due bruni promontori che racchiudono uno specchio di mare con la forma semi ovale che è ben riparato dai venti ed ideale per farsi una bella nuotata rinfrescante.
Sul promontorio a sinistra noto come capo milazzese su un pianoro c’erano i resti di un villaggio preistorico dell’età del bronzo del IVX sec. A. C. del quale rimangono le fondazioni di pietra disposte come capanne e in cui sono stati rinvenuti manufatti micenei a testimonianza del commercio che esisteva in epoche così antiche.
Perciò alla bellezza del paesaggio si è aggiunto il fascino della storia che ci ha posto interrogativi su quali potessero essere i pensieri e le emozioni di quegli uomini vissuti così tanto tempo addietro.
Quello che all’inizio sembrava un disagio: il vento e un po’ di freschetto, invece si è rivelato un fattore positivo perché non ci siamo arrostiti sotto il sole ed abbiamo risentito meno della fatica dell’escursione comunque poco impegnativa sia dal punto di vista altimetrico 460 m. s.l. che come chilometri percorsi, appena nove.
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