ECCELLENZE
La Sicilia ha tutto, lo sa e ci brinda su: per Forbes "la prima regione vinicola d’Italia"
La rivista torna a parlare della nostra terra in termini più che sontuosi. Al centro stavolta i vitigni e la personalità mediterranea che distingue i nostri vini nel Sud
Se lo diciamo a casa nostra, noi siciliani sembriamo spocchiosi, come se ci volessimo quasi prendere una rivincita su tutti i problemi e le carenze evidenti che accompagnano le nostre giornate quotidiane.
Ma se lo dice Forbes, che spesso loda l’Isola e le sue meraviglie, è tutta un’altra cosa, premiando anche un po’ la nostra rinomata esterofilia. Già due anni fa la rivista statunitense maggiormente influente a livello mondiale in fatto di trend, aveva celebrato la Sicilia come la seconda tra le migliori destinazioni del 2020.
Ed è proprio la frase incriminata che apre l’ennesimo articolo che loda la Trinacria: «Sicily is an island that has it all, ovvero, la Sicilia è un’isola che ha tutto». Questa volta grazie anche alla produzione del vino.
La Sicilia è, scrive Forbes, «la più grande regione vinicola d’Italia», un vero e proprio «continente vinicolo», con i suoi 98mila ettari di vigneto e ad un clima mite tutto l’anno.
Meglio di così non si può, insomma. E l’articolo continua con un excursus dettagliato tra i vitigni più prolifici dell’Isola, attraverso anche una visita alle cantine e approfondisce la conoscenza con il vino siciliano.
Grazie al Nero d’Avola e al Grillo, due vitigni locali che prosperano nei terreni, la fama dell’Isola è cresciuta. Poi qualche cenno storico prima di finire in bellezza.
Il Grillo, ricorda Forbes, era usato solo per produrre il Marsala, nell’Ottocento e stava per estinguersi nel 2005. Grazie al Consorzio Sicilia Doc adesso è presente in alcune delle etichette più importanti della regione: rinfrescante, fragrante, con aromi di frutta tropicale.
E poi spazio anche all’Izolia, Nerello Mascalese, Catarratto e Frappato per soddisfare aspettative e il palato dei raffinati avventori. Tutto grazie ai 70 "vitigni reliquie", ovvero uve autoctone della Sicilia, salvaguardate e studiate all’Orto Botanico di Palermo e che alcuni viticoltori sono desiderosi di coltivare, dando loro nuova vita.
Alla fine, per dirla sempre con Forbes, «il futuro dei vini siciliani appare brillante», quindi proponiamo un brindisi proprio a questo. Salute.
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