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La Sicilia continua "a perdere terreno": qual è la provincia che consuma più suolo

La nostra regione ha perso infatti 483 ettari di suolo, finiti sotto una spessa coltre di cemento, leggermente in calo rispetto al periodo precedente preso in esame

Aurelio Sanguinetti
Esperto di scienze naturali
  • 19 dicembre 2024

Siracusa

Sebbene la situazione non sia fuori controllo, secondo l’ultimo report aggiornato dell’Agenzia regionale della protezione dell’ambiente (Arpa) la Sicilia rimane una delle regioni con il maggior consumo netto di suolo in Italia, con tendenze diverse a secondo della provincia e dei comuni coinvolti.

Nel periodo 2022-2023, la nostra regione ha perso infatti 483 ettari di suolo, finiti sotto una spessa coltre di cemento, leggermente in calo rispetto al periodo precedente, dove gli ettari persi erano 608.

A livello specifico, la provincia che presenta il maggior consumo di suolo rimane Siracusa, con i suoi 92 ettari di territorio finiti vittima della cementificazione e dai processi di dilavamento, seguita dalle provincie di Catania (89 ettari) e di Palermo (84 ettari).

Secondo gli esperti, la perdita di suolo risulta essere un gran pericolo per la sopravvivenza stessa di un territorio, visto che il suolo è l’unica parte vitale della crosta terrestre che consente agli organismi, ai funghi e alle piante di crescere e di offrire i loro servizi ecosistemici alle comunità animali e umane, tra cui la regolazione del clima, la conservazione della biodiversità e i servizi di approvvigionamento e di filtrazione dell’acqua.
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Tornando al report, secondo gli esperti dell’ARPA al livello comunale è Augusta la città siciliana con il maggiore aumento nel consumo di suolo rispetto gli anni precedenti, con ben 35 ettari di territorio comunale andati perduti. Seguono la città metropolitana di Catania (21 ettari) e di Marsala (16 ettari). Non tutti i dati sono però scoraggianti.

Sempre secondo il report, stilato annualmente dall’Arpa, nel periodo 2022-2023 il consumo di suolo è leggermente diminuito in sette dei nove capoluoghi di provincia siciliani.

Per quanto riguarda l’aggiornamento annuale dei dati relativi al "Monitoraggio di consumo di suolo" esso è previsto dall’art.3 della L.132/2016, che individua nell’Snpa (Sistema nazionale di protezione ambientale) l’ente che coordina il lavoro della complessa "rete di referenti" responsabili del monitoraggio.

Tra questi bisogna sottolineare l’importanza dell’ISPRA - Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale – e delle varie Agenzie per la protezione dell’ambiente delle Regioni (ARPA), i cui ricercatori effettuano i vari monitoraggi e i controlli per stilare la mappa del consumo e dello sfruttamento del suolo.

Significativo è infine un dato relativo all’uso del nostro suolo regionale. Buona parte del consumo di suolo osservato durante il periodo 2021-2022 è avvenuto per via della realizzazione di nuovi impianti fotovoltaici.

La nostra regione è infatti la seconda a livello italiano nella costruzione di nuovi impianti solari. Contrariamente però da quanto affermato da diversi detrattori, il suolo coperto dagli impianti fotovoltaici può essere considerato ancora “vitale”, tanto che sempre più aziende agricole stanno scegliendo di realizzare piccoli impianti agrivoltaici (questo è il loro nome tecnico) per produrre energia, continuando a produrre ortaggi e altre derrate alimentari.

Con agrivoltaico si intende un sistema di produzione agricola e fotovoltaica realizzata sul medesimo terreno. Nel sistema agrivoltaico i pannelli fotovoltaici sono infatti montati ad un'altezza tale da non risultare un ostacolo per la crescita delle piante e per il pascolo degli animali.

Tra gli obiettivi principali del sistema agrivoltaico vi sono la lotta contro il consumo di suolo, la produzione di energia, la preservazione dei terreni agricoli e lo sfruttamento dell’ombreggiamento prodotto dai panelli, che riducono la richiesta idrica di alcune piante.
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