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La ricetta segreta dei monaci: storia della birra prodotta in un'abbazia a due passi da Palermo

Tutto ciò che si sa è che ci sono sei malti e una mistura di erbe officinali e spezie, tra cui liquirizia, semi di finocchio e genziana. Ecco la storia di "Hora Benedicta", la birra dei monaci

Balarm
La redazione
  • 5 aprile 2021

Sono state le prime birre a nascere all’interno di un’abbazia nel sud Italia. Il piccolo birrificio si chiama Hora Benedicta e si trova nell’Abbazia di San Martino delle Scale, frazione di Monreale, a pochi chilometri da Palermo.

Una produzione artigianale, naturalmente, ma la ricetta è segreta. Quello che si sa è che ci sono sei malti e una mistura di erbe officinali e spezie, tra cui liquirizia, semi di finocchio e genziana.

Tutto nasce dall’associazione Hora Benedicta che inizialmente pensava di creare un amaro. Il passaggio alla birra trappista però è stato poi quasi scontato.

L’Abbazia di San Martino delle Scale è un monastero benedettino, importante centro religioso, economico e culturale fino all'Ottocento quando comincia una crisi, determinata dalle confische statali e dal calo di vocazioni, che riduce i monaci a una decina.

Nel 2009 nasce formalmente l’associazione Hora Benedicta, il cui presidente è padre Vittorio Rizzone, con lo scopo di rivalorizzare l’Abbazia con eventi culturali, visite guidate, concerti, studi sull’arte presente in monastero.
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Alcuni dei soci, tutti volontari, sono appassionati di birre, soprattutto Maurizio Intravaia che aveva avuto successo in concorsi di home brewing (l'arte di produrre la birra in casa)

Così pensano di creare una birra di ispirazione trappista. Hora Benedicta Abbey Ale viene brassata con le spezie e le piante officinali dell’orto del monastero e vince nel 2011 come miglior birra al concorso nazionale per Homebrewers.

Non avendo i mezzi per produrla in proprio, i soci prendono accordi con Paul Bricius, la birreria più antica di Sicilia che si trova a Vittoria. Grazie a questa collaborazione viene definita la ricetta e nel 2012 parte la produzione.

Dal 2013, dopo alcuni aggiustamenti, la ricetta è sempre la stessa e la produzione è quella artigianale classica: cottura del mosto a fuoco diretto, fermentazione ad alta temperatura, maturazione in tini d’acciaio, rifermentazione in bottiglia, senza pastorizzazione né filtrazione.

Da quel momento di birra d’Abbazia ne nasce una seconda, stavolta bionda, sempre d’ispirazione trappista, di grado alcolico più elevato, speziata e dal finale secco, con la collaborazione stavolta di Epica, la brewery di Sinagra in provincia di Messina.

La prima viene chiamata Monastic Beer, la seconda Blond Ale e il ricavato serve per la manutenzione e il sostentamento del monastero.
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