SPORT
La prima volta che la Nazionale giocò in Sicilia: che giornata memorabile che fu
Lo stadio di calcio La Favorita di Palermo (oggi chiamato Renzo Barbera) ha ricordato quest’anno un evento che ha fatto la storia dell’antico impianto sportivo siciliano. Era il 28 dicembre del 1952
Dinanzi a cinquantamila spettatori (mai così tanti sino ad allora ne aveva visti lo stadio palermitano) gli azzurri affrontarono la Svizzera nel torneo della Coppa internazionale. A contendersela erano Ungheria, Cecoslovacchia, Austria, Italia, Svizzera. La città siciliana si preparò all’evento con grande entusiasmo e orgoglio e il sole favorì l’evento con una giornata “primaverile”, nonostante fossimo già in inverno.
Il traffico urbano, l’arrivo dei pullman e dei treni, ogni aspetto della logistica e dell’accoglienza dei numerosi tifosi che arrivavano da ogni parte d’Italia venne preparato da tempo e i risultati furono eccellenti per la capitale della Regione, come riconobbe la federazione internazionale che organizzava l’evento calcistico.
Una formazione che si era andata consolidando dopo il disastro aereo di Superga, che vide la scomparsa del “Grande Torino”, la formazione che costituiva la colonna portante della nazionale italiana. Ma l’undici che arrivava a Palermo nel 1952 aveva vinto o pareggiato tutte le partite, tranne quella con l’Ungheria (con la Svizzera due mesi prima aveva pareggiato) Un lungo striscione sportivamente salutava la formazione svizzera che schierava Parlier, Neukom, Robustelli, Casali I, Mauron M„ Schmidhauser, Chiesa, Antenen, Hùgi II, Fatton, Riva IV (Allenatore Rutzeg).
Passano appena centottanta secondi e Lorenzi entra nell’area avversaria e viene atterrato dal difensore avversario Hannes Schmidhauser. È rigore. Dal dischetto Pandolfini non sbaglia: spiazza il Eugène Parlier, che si slancia verso sinistra, mentre con un rasoterra l’azzurro ha tirato a destra. Esulta Nicolò Carosio, che ancora una volta presta la sua voce e il suo cuore per commentare la partita per la radio italiana. Sulla prima pagina del Giornale di Sicilia del giorno seguente, Carosio rivela la sua commozione per quella sua prima esperienza di radiocronista nella sua Sicilia ed elogia Palermo che in quella occasione “ha superato ogni aspettativa, ha superato il più roseo ed impensato dei traguardi…Ci deve essere consentito anche a noi palermitani di gridare un po' della nostra grande gioia”, ha scritto per i lettori del quotidiano palermitano.
Il Giornale di Sicilia il giorno dopo l’incontro è uscito con la prima pagina interamente dedicata all’evento calcistico. “A Palermo sole e vittoria per i calciatori azzurri d’Italia”: il titolo del giornale. La pressione degli azzurri in aria avversaria entusiasma i cinquantamila della Favorita. La difesa italiana neutralizza ogni tentativo degli svizzeri.
Le occasioni per l’Italia sono numerose, ma il secondo gol degli azzurri arriva solo settantaduesimo con l’esterno Frignani, che arriva solo davanti al giovane portiere Parlier grazie a un velo di Vivolo. Gol molto bello e applauditissimo dagli spettatori. Gli svizzeri ebbero solo due occasioni di pareggiare la partita, ma non seppero sfruttarle, né con Francesco Chiesa che ha “ciabattato” malamente da pochi metri quella che poteva essere la zampata del pari, né con Riva , che in contropiede, era riuscito a sfuggire alla marcatura di Bertuccelli, ma tra i pali per l’Italia c’era Bepi Moro che non si lasciò sorprendere.
Negli ultimi minuti, applausi a scena a aperta per i dribbling e le acrobazie di Lorenzi, detto Veleno, che incantano la platea palermitana. Solo una settimana prima, Lorenzi aveva amareggiato il pubblico della Favorita: con la maglia dell’Inter, aveva firmato, infatti, il secondo gol in una gara che il Palermo aveva perso tre a zero.
Ma questa volta solo applausi per top player della nazionale. Il primo incontro della Nazionale italiana in Sicilia finisce così 2 a 0 e con una pacifica “invasione” del pubblico.
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