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La Palermo esclusiva di "Opinion Leader": quel programma cult che ha segnato la tv locale
Un vero e proprio fenomeno di costume. Con le sue rubriche, rimaste impresse nella memoria, i telespettatori siciliani scoprivano una Palermo che non conoscevano
Danilo Mocera, l’operatore video di Opinion Leader
A dicembre del 1990 Beppe D'Amico, anche lui venuto a mancare di recente, e Marcello Mordino hanno un’idea e invitano Franco Nulli a farne parte, dando vita a una produzione che ha fatto la storia della tv locale palermitana. "Opinion Leader" era un trasmissione leggera e all’avanguardia, fuori dagli schemi e dallo stile innovativo per il suo modo di osservare e raccontare la società e il territorio.
Un magazine patinato, “volutamente vuoto” come sottolineavano gli stessi autori a chi ne criticava la superficialità, nonostante con leggerezza si parlasse anche di cultura, di mostre e di teatro, e si toccassero, in modo scanzonato, alcune delle tematiche sociali più urgenti del periodo.
“Opinion Leader” è stato, sin dall’inizio e fino alla fine, un vero e proprio fenomeno di costume, con una presenza pervasiva in tutte le emittenti televisive dell’isola e una media di 700mila spettatori. Un contenitore pulito di 50 minuti, dalla cadenza quindicinale e costruito con una maniacale attenzione a ogni minimo dettaglio.
Nel 1999 rimane solo Nulli a portare avanti il programma, ne diventa editore e coordinatore generale, si occupa di ogni aspetto, dalla scaletta al montaggio, guidato da una forte dedizione al bello, frutto anche dei suoi 25 anni d'esperienza nel mondo della moda.
I contenuti di “Opinion Leader” dovevano essere fruiti dal pubblico più vasto ed eterogeneo possibile, e le sue rubriche sono rimaste impresse nella memoria dei palermitani (e non solo) di quella generazione. C’erano dentro gli eventi mondani, le feste esclusive della borghesia e dell’aristocrazia cittadina, c’era la vita notturna e il divertimento, i sondaggi per capire le abitudini della gente, la rubrica "Palermo in 15 giorni" che raccontava ciò che di rilevante era avvenuto in città e poi servizi di ampio respiro sul territorio e l'ambiente.
«Sono stati anni che si sono scolpiti nella memoria - racconta Bruna Masi, una delle conduttrici più amate. - Avevo 23 anni e Franco mi scelse per questa striscia di informazione diciamo istituzionale, "Palermo in 15 giorni", che era molto apprezzata dal pubblico. Era un mondo completamente diverso che non so fino a che punto possa essere compreso dalle nuove generazioni. Non c’erano gli smartphone, non c’erano i social: la televisione rappresentava un punto di riferimento molto forte per la nostra generazione. E la visione di Franco Nulli era veramente molto avanti».
«La filosofia sottostante - racconta il figlio di Franco Nulli, Cris - si può condensare in “maximise the good, minimise the bad”. L’obiettivo non era mostrare una Palermo utopica ma neppure fermarsi sempre a evidenziare ciò che in città non funzionava.
C'era equilibrio, c’erano servizi molto pop sul divertimento notturno, ma si accostavano a un’intervista a Monica Bellucci, allo splendore delle Eolie, alla scena teatrale palermitana. “Opinion Leader” metteva su larga scala, e non solo per i fruitori del teatro, la possibilità di vedere quella Palermo culturalmente in fermento». Esempio emblematico ne fu lo speciale, con un lavoro di tre mesi alle spalle, dedicato alla riapertura del Teatro Massimo nel 1997, dopo vent’anni di chiusura.
Non esistevano interruzioni pubblicitarie in “Opinion Leader”, la pubblicità era già integrata al suo interno ed era di elevata qualità anche quella, con clienti del calibro di Fiorentino, Matranga, Fecarotta, Barraja, Spatafora per citarne alcuni, ben disposti a investire. «Il gusto di Franco Nulli era imbattibile anche nell’accostare alla perfezione prodotti e location», racconta ancora Danilo Mocera.
Con il suo taglio di riprese fuori asse, che è diventato una cifra stilistica potentissima, con le sue fughe a destra e a sinistra, con le sue immagini storte con cui stava precorrendo i tempi e seguendo, a sua insaputa, la linea di programmi nazionali come “Nonsolomoda”, il noto rotocalco televisivo di Canale 5, Danilo portava i telespettatori siciliani alla scoperta di una Palermo che non conoscevano, all’interno dei negozi più chic, delle case più incredibili, a curiosare nelle feste più esclusive che si tenevano in ville straordinarie.
«Con Franco eravamo alle nozze di diamante dei Conti Tasca, nella tenuta Regaleali, abbiamo girato un’intervista coinvolgente nella sala Basile di Villa Igiea con Monica Bellucci, a Palermo come testimonial Cartier per la gioielleria Fiorentino, e poi l’indimenticabile rubrica di bon ton della baronessa Renata Zanca che inizialmente lei non voleva tenere e che alla fine accettò di fare solo imponendo le sue condizioni. Nacque così la formula del quiz tra via Ruggero Settimo e via Libertà».
Tra i protagonisti principali del format c’erano poi Coralie Hardouine di Belmonte, Gaetano Basile, Fabio Console, Laura Vento, Anna Maria Di Gristina, Annalisa Monteleone, Manuela Guiducci, Massimo Di Martino, Natalia Fici, Daniela Faso, Chiara Lizio, Stefania Scordio, Claudia Pilato, Simona Russo, Valeria Loverde Morante, Clara Taormina, Cinzia Tamburello e Adriana Vinciguerra. Oltre che Gabriella Giammanco, oggi senatrice e Raffaella Daino, giornalista di Sky TG24.
Un altro volto era quello di Angelica Nulli, figlia di Franco, con il suo esordio da giovanissima e poi con una memorabile intervista a Gabriele Salvadores. «Il successo del programma - racconta Angelica - credo sia stata la sua capacità di essere molto attuale, divertente e leggero ma al tempo stesso mai banale o scontato. Oltre che avanguardistico».
Un’attenzione verso il nuovo evidente poi anche nell’interesse verso il digitale. «Mio padre - racconta ancora Cris Nulli – ci tenne molto alla fine a sbarcare anche su YouTube, aveva a cuore l’innovazione e aveva l’intelligenza di comprendere i cambiamenti e di percepire le nuove tendenze».
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