CRONACA
La memoria "prende casa": un centro antimafia dove fu ucciso Peppino Impastato
Per la gestione dello spazio nascerà un comitato con esponenti di alcune associaizioni impegnate sul fronte antimafia, tra cui il fratello dell'attivista scomparso nel 1978
La targa del casolare di Cinisi dove du assassinato Peppino Impastato
Presso la Sala Gialla di Palazzo d’Orleans erano presenti il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, il sindaco della Città Metropolitana di Palermo Leoluca Orlando e il vicesindaco di Cinisi Aldo Ruffini.
Per la gestione dello spazio nascerà un comitato che raccoglierà esponenti di alcune associaizioni impegnate sul fronte antimafia, il centro studi Peppino Impastato e il fratello dell'attivista scomparso nel 1978, Giovanni Impastato.
Attraverso questo atto i tre firmatari riconoscono il rilevante interesse pubblico connesso al recupero ed alla valorizzazione del casolare confiscato dove è stato ucciso Peppino Impastato, in quanto luogo dalla forte valenza simbolica, di testimonianza di civiltà e di lotta alla criminalità mafiosa, nonché stimolo per le giovani generazioni all'impegno contro tutte le forme di criminalità.
Il Protocollo d'Intesa è frutto di una collaborazione tra i vari livelli di governo rappresentanti le parti interessate. A tal fine, già a far data dal 19 settembre, è stato costituito, presso la Presidenza della Regione Sicilia, un apposito "Tavolo comune casolare Peppino Impastato". Nel corso dei lavori del tavolo sono state tratteggiate le reciproche funzioni ed un percorso programmato.
Per il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci «l’obiettivo di non disperdere i finanziamenti è stato raggiunto. Il mio governo ha mantenuto l’impegno preso, anche da me personalmente al tempo in cui guidavo la commissione Antimafia, nei confronti della famiglia Impastato e di tutta la comunità regionale – ha spiegato -. Il ‘casolare Peppino Impastato’ diventerà un luogo dal valore fortemente simbolico accessibile a tutti. Testimonianza dell’impegno civile di un militante politico che, comunque la si pensi, ha combattuto con le sue denunce quotidiane la mafia fino all’estremo sacrificio».
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