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La mappa di cui non sapevi di avere bisogno: Palermo e i suoi 500 "Suca" a ogni angolo

Giulio Bordonaro colleziona i “Suca” tra le strade di Palermo, della Sicilia e di tutto il mondo. Ne ha raccolti oltre mille, ha creato una mappa e ha in cantiere un atlante

Elena Cicardo
Digital strategist
  • 29 settembre 2020

Si legge ovunque a Palermo, è la scritta più comune sui muri della città ma anche su saracinesche, portoni, cartelloni pubblicitari. C’è chi prova a camuffarla aggiungendo dei tratti che compongono un più elegante, quanto criptico (tranne per i palermitani stessi, ovviamente) 800A, chi la incide, chi la colora con la vernice, chi la dedica a qualcuno in particolare, chi a chiunque la legga.

E c’è chi la colleziona. Giulio Bordonaro è un designer palermitano, emigrato a Milano, e da anni raccoglie i “Suca” trovati tra le strade di Palermo, della Sicilia e di tutto il mondo.

Da sempre con il pallino di fotografare le scritte sui muri, a febbraio del 2013 Giulio, rientrato a Palermo per qualche giorno, andava in giro con l’intento di fotografare i segnali dei rifugi antiaerei della seconda guerra mondiale, quando a Borgo Vecchio si imbattè in un “Suca” gigante.

E il quel momento la folgorazione. «Siamo così abituati che il nostro occhio quasi non li percepisce. Da lì sono diventato un cacciatore di “Suca” - racconta Giulio sorridendo. - A Palermo se ne trovano praticamente a ogni angolo. Cominciando a prestarci attenzione è sorprendente notare la varietà di stili e di tecniche espressive di questi anonimi creativi».
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Si va da quelli fatti con il bianchetto alle fermate dei mezzi o su autobus e metropolitane a quelli incisi sui marciapiedi, fino a quelli realizzati con le bombolette spray. Guardando la mappa di Palermo se ne contano oltre 500 di queste scritte che definire insulti pare riduttivo. «È una sorta di meme palermitano - dice Giulio - un tratto culturale che ci dice molto sulla palermitanità, così frequente nel linguaggio verbale e scritto, e così costante nella cultura popolare, da essere interessante dal punto di vista antropologico».

Ma sulla mappa non c’è solo Palermo. Oltre mille "Suca" sono stati trovati pure sui muri di Milano, a Bologna, persino in un paese sperduto sulla riva del lago di Como, in Germania e in altri Paesi europei e oltreoceano, negli Stati Uniti. «Lì ci sono quelli che secondo me sono forme di suca inconsapevole - continua Giulio - e poi ci sono i “suck” che sono più assimilabili al nostro suca originale».

Giulio ha iniziato a raccogliere il suo materiale fotografico su Tumblr e su Instagram, poi ne ha fatto una vera e propria mappa, arricchita dai contributi di amici e sconosciuti, che - precisa - non pretende di essere completa ed esaustiva ma una traccia della sua esplorazione. In cantiere c'è anche un libro, un atlante che metterà su carta il suo progetto di ricerca.
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