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La Favorita e il rilancio interrotto: niente più chiusure domenicali per il parco di Palermo

Non si può arrivare a Mondello, quindi stop alle domeniche: il Parco in teoria doveva diventare come il Teatro Massimo, ma si annuncia “A”, si prevede “B”, succede “C”

  • 7 giugno 2018

L'ingresso del parco della Favorita a Palermo

Eravamo rimasti che il Parco della Favorita sarebbe diventato “come il Teatro Massimo”. Così disse il sindaco Leoluca Orlando durante l’ultima campagna elettorale.

Non meglio venne specificato tra quanti anni sarebbe avvenuta questa metamorfosi e in effetti fummo stupidi a non indagare oltre.

E poi, quando si riferiva al teatro di piazza Verdi, per caso alludeva al lungo periodo di oblio in cui il teatro ha versato per più di due decenni? Tutte questo preambolo per dire cosa?

Per dire che anche il sindaco farebbe bene a misurare le parole e le promesse su vicende di cui evidentemente ha perso il controllo o non l’ha mai avuto.

Per anni e anni le associazioni di categoria hanno letteralmente spinto l’amministrazione comunale a ripensare il parco come un polmone verde da fruire a piedi e “arredarlo” con eventi e manifestazioni.

Una spinta arrivata dal basso che ha portato i suoi frutti, sino al punto in cui la pubblica amministrazione ha dovuto smettere di cavalcare il consenso popolare e passare ai fatti con disposizioni e provvedimenti. In una parola, amministrare questo pezzo di città.
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Non è possibile godere di un immenso parco urbano perchè non si è capaci di programmare, progettare e prevedere un sistema stradale alternativo che sopperisca agli assi interni che di fatto collegano la città a Mondello.

È questo in soldoni il messaggio lanciato qualche giorno fa dall’assessore alla Mobilità, Iolanda Riolo, che ad alcuni quotidiani locali ha confermato il suo veto per manifestazioni e iniziative all’interno della Favorita durante tutto il periodo estivo.

Si annuncia “A”, si prevede “B”, succede “C”. Così funziona.

Dove “A” sta per il classico mega fantastico annuncio del progetto iper bellissimo, “B” è un netto ridimensionamento delle previsioni iniziali e “C” è il puntuale tornare indietro alla situazione di partenza perchè nel frattempo non si è provveduto a lavorare sui provvedimenti necessari a realizzare il cambiamento.

Così quelle associazioni che hanno organizzato eventi in tutto il periodo invernale, autunnale e primaverile possono ritenersi “più fortunate” di coloro che invece contavano sulle domeniche di chiusura estiva.

Mondello, con la sua attrazione stagionale, è un polo che “pesa” parecchio nelle gerarchie di una agenda comunale, sprovvista di piani ad hoc per valorizzare contemporaneamente sia la borgata sia il parco, checchè ne dica il sindaco in campagna elettorale. Visione d’insieme pari allo zero.

Navigando a vista si arriva agli scenari odierni in cui si è costretti a interrompere lo slancio, lento ma progressivo del Parco, per ottemperare ad altri problemi, quello appunto di consentire un collegamento a Mondello.

Se parliamo con i residenti di Pallavicino potremo raccogliere svariate lamentele sulla congestione veicolare che si viene a creare sulle strade della borgata durante le chiusure della Favorita.

Residenti e fruitori di Mondello lamentano poche vie di accesso alla zona balneare. Il paradosso dunque è che questa disorganizzazione gestionale causa un disaffezione dei residenti attorno al progetto Favorita.

E d’altronde procedendo a tentativi, senza un progetto, degli step e una continuità temporale, cosa possiamo sperare ancora?

Lo stallo attuale è inevitabile anche se le parole dell’assessore potrebbero essere smentite dal sindaco stesso. Vedremo nei fatti cosa succederà.

Su una cosa possiamo essere sicuri: la diffidenza su ogni parola ulteriore verrà riposta su questo parco sarà inevitabile e legittima.
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