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L'ultima cosa che vide Totò fu Palermo: che accadde quel 4 maggio del 1957 al Politeama

"Il Principe Della Risata" durante la tournée di "A prescindere" con un filo di voce disse all'orecchio della collega Franca Faldini "Non ci vedo più". Ecco come è andata

Salvo Caruso
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  • 11 giugno 2024

Totò e Franca Faldini durante lo spettacolo "A prescindere"

Era la sera del 4 maggio 1957 al Politeama di Palermo. Totò stava recitando nei panni di Napoleone. Nessuno in sala poteva immaginare che dietro quelle battute e quei sorrisi "Il Principe Della Risata" stava per perdere la vista.

In scena iniziò a battere le palpebre, cercando di scacciare un fastidio dall’occhio. Si girò un attimo, le spalle al pubblico, e con un filo di voce disse all'orecchio di Franca Faldini, la sua compagna e attrice: "Non ci vedo più". Aveva 59 anni, e in quel preciso istante tutto divenne buio.

Eppure, con una forza e un istinto incredibili, portò a termine lo spettacolo. Nessuno tra il pubblico si accorse di nulla, nonostante l'attore accelerò i tempi, tagliò alcune battute, e con la sua energia travolgente, fece esplodere il teatro in applausi e risate.

Tra le ovazioni, trovò la strada verso le quinte quasi a tentoni. Da quella sera, per oltre un anno, vedeva soltanto sui lati degli occhi (come un vetro appannato) si ritrovò di fatto quasi cieco.
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La notizia si diffuse rapidamente, dai vicoli di Palermo fino al resto d'Italia. L’oculista Giuseppe Cascio, che lo visitò poco dopo, parlò di una "corioninite laculare con lieve emorragia". L'occhio destro aveva seguito lo stesso destino del sinistro, perso già nel 1938.

Nonostante la cecità, Totò non si arrese. Ricevette innumerevoli gesti d’affetto dai suoi fan. Tra questi quello di Antonio Sorrentino, un detenuto del carcere di Catania, che si offrì addirittura di donargli un occhio per restituirgli la vista.

Totò era profondamente legato a Palermo non solo professionalmente, ma anche affettivamente. Sua madre, Anna Clemente, era nata a Palermo il 2 gennaio 1881. Il destino volle che l'ultima cosa che vide fosse proprio la città delle sue radici materne.

Il 6 maggio, Totò fu costretto a interrompere la tournée di "A prescindere" e volò a Roma. La vista nei mesi successivi lentamente un poco riprese, in quanto l’emorragia retinica si ridusse.

Quella notte del 4 maggio 1957 segnò un cambiamento epocale per Totò che abbandonò definitamente il teatro, ma non il cinema. Con il suo coraggio e la sua straordinaria vitalità, dimostrò che anche nel buio, la luce del suo talento avrebbe continuato a brillare.
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