ARTE E ARCHITETTURA
L'erotismo e l'ingenuità nelle opere di Max Ferrigno: le sue "CamGirl" al MEC museum
Una collezione di tredici opere, curate da Miliza Rodic, dove l'artista piemontese, palermitano d'adozione, per la prima volta, s'ispira a modelle reali senza abbandonare il suo stile
Opere di Max Ferrigno per la mostra "CamGirl"
CamGirl, la mostra di Max Ferrigno è dunque l’analisi di un fenomeno digitale e sociale che negli ultimi anni è dilagato sempre di più, creando giri d’affari enormi, fenomeno che è diventato oggetto di studio e d’indagine da parte dell’artista.
«Finora e durante questi primi dieci anni di carriera - spiega l'artista - la morfologia dei miei personaggi è sempre stata legata ai canoni Anime e manga, quindi anatomicamente per certi versi sproporzionati. In questo caso, per la prima volta sperimento la proporzione reale. Solo gli occhi rimangono un po’ legati al mio mondo, perché oltre alle cromature si può, secondo me, rivedere la mia estetica negli occhi».
Un mix tra realtà e fantasia dunque, essendo tutte le opere ispirate da ragazze reali e dal seguito di fans molto nutrito (dal milione di seguaci a salire) che l’artista ha analizzato, studiato e seguito da vicino.
L’ispirazione è venuta anche da opere di artisti viennesi: dalla celebre Nuda Veritas di Gustav Klimt, Ferrigno ripropone motivi floreali e geometrie essenziali nella sua Pink Candy (una delle due CamGirl italiane presenti e scelte per questa collezione e anche l’unica con cui ha fatto un lavoro di shooting ai fini della realizzazione dell’opera).
Mentre, sempre sulla scia dalla Secessione, l'iconografia della sua Sia Siberia è un chiaro omaggio a “Il peccato” di Franz Von Stuck.
«Ciascuna delle CamGirl - sottolinea la curatrice Miliza Rodic - interpreta un ben noto personaggio del mondo dei fumetti e delle vecchie serie televisive o B-moovies del genere horror e fantascientifico.
In questa esposizione, inoltre, l'artista per la prima volta dà ai suoi personaggi un’anatomia quasi reale, rispettando proporzioni umane, eccezion fatta per gli occhi, che richiamano immediatamente il mondo dei Manga.
Anche in questa mostra l'artista conferma la presenza importante dell'immagine femminile, che si espone attraverso i nuovi mezzi di comunicazione, seguendone l'evoluzione riferita alle loro performances».
L'esposizione è stata fortemente voluta e ideata da Giuseppe Forello, architetto e imprenditore palermitano, nonché fondatore di MEC Museum.
«Sono davvero felice di ospitare e di investire nell’arte di Max Ferrigno - ha dichiarato - che oltre a essere un grande amico, è per me un grande artista. In passato abbiamo collaborato diverse volte ma questa qui al MEC è la prima in assoluto e non potrei essere più orgoglioso di inaugurare questo ciclo di mostre pittoriche con lui».
La mostra è visitabile gratuitamente, dall'1 luglio al 30 settembre, solo su prenotazione dal lunedì al sabato, dalle 19.30 alle 22.00.
Per prenotare è possibile chiamare al numero 091 9891901o inviare una mail all'indirizzo info@mecmuseum.it
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