ARTE E ARCHITETTURA
L'edificio neo-moresco sfuggito al "sacco" di Palermo: se passi da qui ti volti a guardarlo
La struttura resiste ancora anche se sono spariti il giardino originario di pertinenza e lo skyline dei restanti edifici vicini, in favore di moderni condomini in cemento
Il villino Rutelli-Paternostro a Palermo
Parliamo del Villino Rutelli-Paternostro progettato da Ernesto Armò (1867-1924) nei primi anni del Novecento al numero civico 5 della via Messina, singolare testimone tra i pochissimi, sopravvissuto fortunatamente alla barbarie del sacco edilizio politico-mafioso.
Qui, nell’area che solo un decennio prima aveva ospitato l’Expo Nazionale di Palermo, l’allievo e collaboratore di Ernesto Basile realizza un singolare edificio in stile Neo-moresco in cui non v’è traccia di alcuna contaminazione Liberty in favore di un sobrio repertorio stilistico di respiro esotizzante, gusto veramente mai sopito dai tempi dell’imperante dominio stilistico della fase Eclettica tardo-ottocentesca.
Divorato il giardino originario di pertinenza e lo skyline dei restanti edifici un tempo prossimi al villino e obliati in favore di anonimi condomini in cemento armato, resiste ancora e coi medesimi rimandi formali, anche il relativo portale carrabile con i due pilastri laterali i cui terminali sono caratterizzati dallo stesso decoro “merlato” dello stesso villino.
Prezioso contributo alla bellezza urbana di anni veramente importanti e distanti dalla nostra “brutta” contemporaneità, questo episodio architettonico della grande ma purtroppo perduta produzione di Armò, nel testimoniare la grande versatilità compositiva del suo progettista, restituisce scampoli esaustivi al comprendere sempre più consapevole di quanto altresì sia andato irrimediabilmente andato perduto per sempre.
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