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L'asta "sospesa" di sei opere simbolo della belle époque palermitana: "Bisogna salvarle adesso"

Il rischio enorme è che queste e tutte le altre opere attualmente presenti nel circolo con sede a Mondello andranno disperse in collezioni private. Un patrimonio che appartiene alla storia di ogni singolo siciliano

Danilo Maniscalco
Architetto, artista e attivista, storico dell'arte
  • 21 dicembre 2021

Busto di Giovane Donna, Antonio Ugo. 1901

Temporaneamente bloccata l'asta da parte della soprintendenza. Il "Circolo artistico di Palermo" fondato nel 1882 da Basile padre e figlio e da personaggi del mondo culturale e accademico di respiro nazionale, mette in vendita ben sei pezzi di valore corale inestimabile: due bronzi di Antonio Bonfiglio e Benedetto De Lisi, tre oli di Rocco Lentini, Luigi Di Giovanni e Pietro De Francisco, il Busto di Giovane Donna di Antonio Ugo del 1901.

Grazie alla grande professionalità nel tracciamento trasparente della casa d'aste Benedetto Trionfante, sede in cui i pezzi sono attualmente in mostra, si è potuto accendere il faro che ha permesso il momentaneo intervento della soprintendenza.

"Momentaneo" si. Perché se le autorità culturali e politiche non troveranno un modo per salvare questo gruppo di prime opere e attraverso una oculata strategia di pianificazione e partnership con la attuale proprietà, queste e tutte le altre opere attualmente presenti nel circolo con sede a Mondello andranno disperse in collezioni private dove è già purtroppo finito il grande olio su tela di Michele Catti " Viale della Libertà" di 97 X 198 cm.
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C'è altresì una buona notizia, freschissima, da una conversazione avuta stamattina con Benedetto Trionfante alla presenza di Anna Maria Ruta, lo stesso si è detto disponibile ad acquistare il blocco di opere per donarle alla città a patto che vi sia un contenitore istituzionale tale da contenere ed esporle adeguato alla fruizione e soprattutto alla valorizzazione delle opere, unitamente ad una serie di clausole che dovranno per bene esser stilate tra le parti contraenti.

Inutile ribadire l'importanza che tale possibilità rappresenta per le istituzioni del nostro territorio. Abbiamo tutti l'obbligo di intervenire per salvare, valorizzare e trasmettere la nostra bellezza collettiva alle future generazioni.

Questa riflessione che è una "denuncia" vuole essere il primo atto di una condivisione necessaria capace di unire tutti gli amanti dell'arte e della nostra grande, grande bellezza.

Auspico che chiunque abbia la possibilità concreta di farlo, si spenda in prima linea per questa occasione di palese salvaguardia e di cura e che architetti e ingegneri, artisti, storici e critici d'arte, docenti, uomini e donne di cultura, cittadini tutti pubblicizzino e condividano questo collettivo grido d'aiuto che giunge direttamente dall'età tanto amata dei Florio e dei dai Whitaker.

La politica deve svergliarsi, vigilare ma soprattutto contirbuire e farsi parte attiva nella risoluzione di questa importante questione culturale. Non avremo altre occasioni, il futuro dell'intera collezione di opere d'arte del Circolo artistico di Palermo che appartiene alla storia di ogni singolo siciliano, è adesso.
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