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L’agricoltura è femmina: tre imprenditrici siciliane che hanno la loro terra nel cuore

Giusi, Stefania e Diandra sono tre giovani imprenditrici agricole che non riescono proprio ad immaginare la loro vita e le loro giornate senza la loro amata terra

  • 2 marzo 2020

L'imprenditrice Giusi Fiumefreddo

In Sicilia l’agricoltura è anche un lavoro da donne: chi produce olio, chi grano, pane e pasta, e chi invece alleva vacche. Giusi, Stefania e Diandra sono tre donne agricoltrici Coldiretti accomunate da un’unico grande amore, quello per l’agricoltura.

Non solo moda, contouring’s tutorial e tacchi alti: Giusi Fiumefreddo, Stefania Falzone, e Diandra Matera non riescono proprio ad immaginare la loro vita e le loro giornate senza la loro amata terra. Ma spesso, dietro questa grande passione, si cela anche un altro desiderio più recondito, quello di far rivivere le aziende familiari, soprattutto quelle dei nonni, per poter rimanere in Sicilia.

Sono tanti infatti i giovani che decidono di lavorare in agricoltura facendo rinascere le imprese dei loro avi, proprio come ha fatto Diandra, 31 anni, originaria di Sortino in provincia di Siracusa, che nella vita è un’allevatrice di vacche da carne di razza limousine.

Il diploma di agraria le è servito come base di partenza perché la giovane imprenditrice agricola ha sempre saputo che la sua vita voleva svolgerla nell’azienda creata dal nonno nel lontano 1978, dove amava passare ogni momento libero dopo la scuola.
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«Oggi mi ritrovo a capo di un’impresa che conta 14 vacche limousine, una delle migliori razze che ho voluto fortemente e alle 6 del mattino sono già al lavoro per portare al pascolo i miei animali - afferma.

Prima di tutto sfamo i vitellini, pulisco e sistemo le stalle e poi si va al pascolo. Stesso programma la sera quanto si rientra - aggiunge - Che dire, sveglia all’alba e tanti sacrifici ma questo è il mestiere più bello del mondo».

Sulla stessa linea d’onda di Deandra, ad aver seguito le orme prima del nonno e poi del padre c’è anche Giusi Fiumefreddo, 44 anni, imprenditrice agricola di Regalbuto, in provincia di Enna.

La sua azienda, da ben tre generazioni, si trova all’interno dell’area geografica del Comune di Troina: sotto la guida del nonno l’attività era quella del pascolo, succeduto il padre poi il terreno è diventato seminativo, a seguito di un’opera di spietramento.

E ora ad aver preso le redini dell'attività è Giusi che ha trasformato la produzione puntando sul grano, dal quale produce il pane, la pasta e i biscotti. Ma il suo sogno è anche un’altro: quello di trasformare il suo paradiso - così lei stessa ha definito la terra di sua proprietà - in un “agrispa”.

«Il mio sono è quello di creare un posto dove poter riconnettersi con se stessi, anima e corpo - dice Giusi - e l’ho soprannominato un “agrispa”, dove tutto è preso dalla natura, dalle piante dai fiori e dal paesaggio. Ho davvero la terra nel cuore, perché penso che la terra sia l’opera d’arte più bella che esita e che sia mai stata creata dalla natura per l’uomo.

Come in tutte le cose, anche nell’agricoltura sono convinta che noi donne abbiamo una marcia che deriva dal nostro coraggio di osare, abbiamo un istinto e una propensione verso cose che esulano dal contesto lavorativo e che riescono a farci avere sempre un punto di vista diverso e questo si riflette anche nell’essere nella vita una donna imprenditrice».

Ma non solo agricoltrici per tradizione, di generazione in generazione. Poi c’è anche chi questa passione l’ha concretizzata per la prima volta. Proprio come la giovanissima imprenditrice agricola Stefania Falzone, 34 anni, di San Cataldo in provincia di Caltanissetta.

Anche per lei una laurea in giurisprudenza e un titolo di abilitazione alla professione forense non sono stati d’ostacolo a realizzare il suo più grande sogno e fare così una radicale inversione di rotta nella vita. Stefania infatti insieme al fratello Aldo sono imprenditori agricoli di prima generazione: fin da piccoli hanno sempre desiderato di dedicarsi alla terra e oggi hanno dato sfogo a questa passione agricola e realizzato questo sogno, insieme.

La loro è un'azienda agrituristica: un grande uliveto, oltre 30 ettari di terra messi a regime già da un paio d’anni. Ma la particolarità di questa realtà sta nel fatto che la loro azienda ospita, al di sotto, una delle miniere di zolfo più antiche della Sicilia, la miniera di Apaforte, dove anticamente lavoravano i “Carusi”.

«Il territorio di Caltanissetta ha vissuto sullo zolfo, un minerale che ha smosso tutta l’economia dell’Isola nel ‘900 - dice. In pratica la nostra azienda è un museo a cielo aperto perché ospita la più antica miniera di sulfurea del '700, c’è la discenderia a 240 metri di profondità con un’inclinazione a 45 gradi, ed è rimasto intatto anche il percorso minerario, dagli spogliatoi degli operai alla quadriglia di forni Gill.

Solo due anni e mezzo fa io e mio fratello ci siamo presi di coraggio e abbiamo deciso di dare sfogo alla nostra passione agricola, perché crediamo fortemente in questo settore che, più che un lavoro, abbiamo deciso di far diventare l'agricoltura il nostro stile di vita».
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