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Inserita nel piccolo volumetto nero fu tra le "60 ville da salvare": la Badia dei Sett'angeli
La Badia dei Sett'angeli del quartiere Uditore di Palermo si candida a rappresentare uno dei pochi punti notevoli evocativi di tempi assai più rispettosi del territorio ricchi di storia e ancora in piedi
Badia dei Sett'angeli
Prospiciente la via omonima, a pochi metri dalla trafficatissima via Michelangelo “terra di confine” tra quinta e sesta circoscrizione, l'edificio mancante di un'ala non completamente definita, si compone di un corpo centrale che ospita la Chiesa caratterizzata da una rigida simmetria centrata e accentuata da una sorta di cornicione arcuato che prosegue in orizzontale alla quota dell'ultimo solaio per l'intero sviluppo del corpo laterale sinistro. La facciata lievemente convessa permette l'accesso all'aula a navata unica attraverso un monumentale portale a paraste modanate sormontato da un classico timpano triangolare.
Inaugurato nel 1746 e passato solo nell'immediato dopoguerra ai padri redentoristi, il cui fondatore fu San Alfonso Maria de' Liguori, oggi l'edificio fa da quinta marginale alla strada di collegamento in direzione della borgata Uditore, schermando l'interessante brano di giardino retrostante residuo all'interno del quale sorgono interessanti orti urbani coltivati anche da privati.
Tra la vastità dei diversi quartieri confluenti nell'immediata vicinanza, caratterizzati dalla prevalenza di edifici residenziali costruiti durante il boom edilizio, la Badia dei Sett'angeli si candida a rappresentare uno dei pochi punti notevoli evocativi di tempi assai più rispettosi del territorio ricchi di storia e ancora in piedi.
La tutela di ciò che ancora fortunatamente rimane relativamente al ricco giardino di pertinenza, dovrebbe interessare la politica locale come condizione inderogabile da porre davanti a qualsiasi possibile ipotesi di futura speculazione edilizia “da qualsiasi provenienza essa possa arrivare”, a fronte del poco verde residuo ancora esistente nell'intera arteria di viale Michelangelo e del vicino e martoriatissimo territorio di Cruillas.
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