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In Sicilia stregò Tomasi di Lampedusa: la sentinella sul mare nel borgo (senza tempo)

"Qui il mare ha il colore dei pavoni" scriveva. Un posto magico tra il Mar Ionio e il torrente Porcaria, alle spalle il Castello Svevo della Regina Giovanna di Aragona

  • 20 settembre 2023

Il faro di Brucoli

Il dialogo con il mare è in certi luoghi ancor più intenso ed incessante. In alcuni tramonti si alternano il momento del ritorno e la contemplazione del presente.

Il faro di Brucoli nell’omonimo borgo marinaro, in provincia di Siracusa offre una suggestiva vista sul Mar Ionio e sull’Etna. Brucoli è considerata la porta di ingresso per la Val di Noto, luogo patrimonio dell’umanità Unesco. In questo borgo sul mare sembra che il tempo si sia fermato.

Appena arrivati ci accoglie un vociare di bambini proveniente da una piazzetta antistante, un gruppetto di piccoli calciatori intenti a giocare indisturbati nel piccolo centro del paese, più in là anziane signore sull'uscio di casa intente a chiacchierare. È un caldo pomeriggio estivo e l'aria è densa dei colori del tramonto.

Proseguiamo nella piazza antistante il castello, davanti a noi il mare, tutto intorno l'orizzonte, il cielo dai colori azzurro rosa si rispecchia sull'acqua segnando un confine indefinito. Il faro sorge proprio sulla punta della scogliera di Brucoli, costruito nel 1911 e restaurato poco tempo fa.
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Si erge su una penisola tra il Mar Ionio e il torrente Porcaria, alle spalle il Castello Svevo della Regina Giovanna di Aragona risalente al ‘400.

Di fronte si staglia maestosa oltre il mare all'orizzonte l’Etna. La frazione di Brucoli è stata un importante scalo marittimo ed il faro aveva la funzione di indicare la presenza del Porto Canale alle imbarcazioni che transitavano nel tratto di mare tra Siracusa e Catania.

Negli anni ha subito il degrado del tempo ed un devastante incendio. Fortunatamente di recente è entrato a far parte di un importante progetto di riqualificazione: il piano ‘Valore – Paese – Dimore’, grazie al quale l’agenzia del Demanio ha selezionato, sul territorio nazionale, un elenco di beni di importante valore storico e artistico da recuperare e riutilizzare con fini turistici e culturali.

Di pari passo alla riqualificazione, si promuove anche lo sviluppo del territorio in cui il bene si trova. La Soprintendenza di Siracusa ha approvato e sorvegliato il progetto. I lavori di riqualificazione sono iniziati a gennaio 2019 e si sono conclusi nel dicembre dello stesso anno.

Portare a termine il progetto di restauro non è stato semplice, poiché a causa dell'incendio avvenuto in passato, non esistevano più i disegni originari del faro.

Solo grazie al casuale ritrovamento di una planimetria storica, è stato possibile intraprendere e portare a termine i lavori, eseguiti nel pieno rispetto del paesaggio e dell’ambiente circostanti.

Oggi il faro ha riacquistato la sua bellezza, mantenendo le caratteristiche che lo contraddistinguono, sia in termini architettonici che paesaggistici ed è diventato un luogo di ristoro, sulla cui terrazza è stata conservata la lanterna, ancora funzionante,che indica la rotta per accedere al porto.

La splendida vista sull’Etna di cui si gode da qui, non è passata inosservata a scrittori e registi. Giuseppe Tomasi di Lampedusa nel suo racconto "Lighea" ne descrisse il panorama in questi termini: "Il mare è del colore dei pavoni; e proprio di fronte, al di là di queste onde cangianti, sale l’Etna; da nessun altro posto è bello come da lì, calmo, possente, davvero divino".

Inoltre la zona del porto canale che costeggia il faro proprio per la sua suggestiva cornice naturale di bellezza è stata scelta per alcune scene della famosa serie Tv ‘Il commissario Montalbano’, con Luca Zingaretti. Davanti ai nostri occhi il tramonto si approssima a compiere il suo spettacolo di meraviglia quotidiano, percorriamo la scogliera a passo lento rivolti al mare e all'Etna.

Il faro alle nostre spalle, è come un punto esclamativo bianco e rosso che si staglia all'orizzonte. Diviene nella luce di questo tramonto l'espressione simbolica delle due forze che animano l'uomo, la voglia di conoscere e la ricerca di stabilità. Di là dal faro l'ebbrezza sconosciuta del mare e la rotta verso nuovi orizzonti, di qua la terraferma ed un porto sicuro dove approdare.

Una barca di pescatori rientra verso il porto canale, lasciando sul mare un ondeggiante scia dipinta d'oro dal sole calante. Lo scroscio di un ultimo tuffo prima dell'imbrunire, la quiete contemplativa del silenzio sul mare e la lieve malinconia dell'inafferrabile capacità di percepire l'infinito.

Questo è stato il nostro tramonto dal faro di Brucoli, uno sguardo su un attimo di infinito.
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