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In Sicilia se la contendono in molti: la vera storia della mitica grotta di Polifemo

Molti luoghi in Sicilia si vantano di conservare la casa del ciclope, ma non è semplice capire a quale posto in particolare si riferisca Omero nel suo racconto mitologico

  • 30 marzo 2020

"Ulisse acceca Polifemo" di Pellegrino Tibaldi. L'affresco a Palazzo Poggi, Bologna (foto Pinterest)

L'Odissea ci racconta di Ulisse e del suo viaggio tra mille peripezie per il Mediterraneo. L'incontro con il capo dei ciclopi, Polifemo, è uno dei passaggi più celebri del capolavoro omerico. In qualche modo, Ulisse è il primo "turista" della Sicilia, se davvero la grotta può essere ricercata nella Trinacria come sostengono molti studiosi.

Nel IX libro il poeta dell'Odissea descrive così questo luogo:

Giunti alla terra, che sorgeaci a fronte,
Spelonca eccelsa nell’estremo fianco
Di lauri opaca, e al mar vicina, io vidi.
Entro giaceavi innumerabil greggia,
Pecore, e capre, e di recise pietre
Composto, e di gran pini, e querce ombrose,
Alto recinto vi correa d’intorno.
Uom gigantesco abita qui, che lunge
Pasturava le pecore solingo.


Sconfitta Troia, Ulisse intraprese il suo viaggio di ritorno verso casa, ma una una tempesta lo portò sull'Isola Lachea, la terra dei Ciclopi, ed esplorando il luogo incappò insieme ai suoi compagni in Polifemo, loro capo, il quale divorò alcuni di questi e tappò l'ingresso della grotta con un grande macigno. Intrappolato, il furbo Ulisse pensò di accecare il gigante e fuggire coi naufraghi quando il ciclope aprì l'ingresso della grotta per far uscire il suo gregge.
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Molti luoghi in Sicilia (e a dire il vero, non solo) si arrogano l'onore di conservare la casa del ciclope, ma non è semplice capire a quale posto in particolare si riferisca Omero per trarre ispirazione al suo racconto. Gli studiosi hanno provato a ipotizzare quale potesse essere la mitica grotta di Polifemo senza darci certezze: le rovine di Erice, i faraglioni di Aci Trezza, le grotte di Favignana sono alcune delle soluzioni possibili.

In barba agli archeologi e agli scrittori, la città di Milazzo ha scelto di posizionare la mitica Grotta di Polifemo sotto la rocca su cui sorge la sua cittadella fortificata, di fronte alle Isole Eolie, dove secondo il mito pascolavano gli armenti del Dio Sole, in questa terra chiamata Chersoneso d’oro dai greci per la sua bellezza, il clima e la fertilità e dove essi costruirono la loro prima colonia 800 anni prima della nascita di Cristo.

In realtà è una grotta naturale che veniva usata come deposito di armi e dove veniva estratta e conservata la polvere di salnitro (indispensabile per la fabbricazione della polvere da sparo), lontano dalle case e dagli alloggiamenti per non mettere in pericolo la sicurezza degli abitanti.

In epoca moderna, negli anni '60 e '70, la Grotta di Polifemo a Milazzo diventò un locale e una sala ricevimenti dove si tenevano matrimoni e cerimonie. Composta da una serie di sale naturali e alcune scavate in epoca medievale, aveva anche un palco per esibizioni musicali, un pista da ballo e un murale, presente ancora oggi, che raffigura il mitologico ciclope.

Oggi la Grotta, di proprietà di privati, è purtroppo chiusa e non visitabile. Stanze buie e inquietanti, lasciano immaginare che il ciclope possa nascondersi per ghermire gli impavidi e sgraditi visitatori.

Fuori da queste, un malinconico cartello, posto lì da diversi anni, ci dice che la Grotta è in ristrutturazione e non è possibile visitarla. Polifemo ancora attende lì dentro, cieco e disperato, la sua vendetta contro il viaggiatore Odisseo.
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