ITINERARI E LUOGHI
In Sicilia c'è una spiaggia che accontenta tutti: la baia (splendente) al riparo dai venti
Basta un tuffo per specchiarsi nei fondali ciottolosi e sabbiosi. La caletta è custode intrepido di un mistero. Al termine del lato ovest, si erge una antica torre
La spiaggia di Guidaloca
Nella provincia di Trapani sono presenti rientranze dalle caratteristiche particolari. Una volta giunti a Castellammare, una serie d’indicazioni catturano l’occhio attento dei visitatori. Le stesse - da sempre - non tradiscono le aspettative. Si continua sulla statale 187 e, dopo un paio di km, si incontrano due uscite per Scopello.
Eccoci di fronte a uno dei bivi più emozionanti della provincia. Proseguire per i faraglioni o raggiungere la spiaggia di Guidaloca? Ai posteri l’ardua sentenza si direbbe! Nonostante le dimensioni irrilevanti (circa 400 metri di lunghezza), la baia racconta un vissuto sociale mescolato a quello storico.
È un’insenatura collocata in una posizione "dominante" e delimitata a est dalla Punta Gran Marinaro e a ovest da Capo Puntazza. La parte orientale è rocciosa, mentre a ponente prevale la presenza della ghiaia. Un "tourbillon di condizioni ambientali" dove prevale la macchia mediterranea, concentrate in pochissimo spazio.
Quali? Il mare e le pietre. Un connubio strano a dir la verità, non per chi vuole assistere a una scena silenziosa, di pace (bassa stagione). Il Mar Tirreno, colorato e riscaldato dai riflessi solari, conclude la sua corsa contro i ciottoli.
Colpisce l’immagine della granulometria spessa e corposa. Basta un tuffo per specchiarsi nei fondali ciottolosi e sabbiosi. La caletta è riparata dai venti, custode intrepido di un mistero. Difatti, al termine del lato ovest, si erge una torre risalente al XVI secolo.
Era un antico punto di vedetta. Trattasi della Torre di Guidaloca. Si trova nella contrada Ciavoli e domina la parte orientale del golfo di Castellammare. Fu uno dei primi progetti (voluto dallo Spannocchi) di costruzione delle torri costiere (fani) per la difesa delle coste dalle incursioni dei barbari.
Da lassù prende forma lo studio storico. Sentiamo l’eco del Camilliani che nel 1584 descrisse così il luogo: “Seguendo avanti si vede una spiaggia detta di Guidaloca, donde infra terra si vede una gran torre fatta per la sicurtà dè vascelli, che a quella frequentano per caricar legna; nel mezo della quale spunta un fiumicello detto Guidaloca…".
E poi, nel 1660, Bonaventura Provenzani (cronista ericino) riferì di sette torri (tra queste anche la Torre Bennistra) che comunicavano tra di loro. Di notte con "certi segni" di fuoco e di giorno, di fumo. In ognuna di esse dimoravano un caporale, un artigliere e un soldato semplice. Improvvisamente torniamo alla normalità.
Lo scirocco che tanta limpidezza aveva offerto lascia il passo a "folate" di vento intense. La baia cambia aspetto e il mare prova a fondersi con il cielo. La spiaggia è un deserto, pochi "intimi" presenti.
Tra pescatori subacquei e amanti di surf casting, Guidaloca sembra un lontano ricordo. Incombe la necessità di visitare nuovi posti… come Cala Bianca e Cala Rossa.
Ma questa è un’altra storia da raccontare.
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