AMBIENTE
In Sicilia a rischio un luogo (unico) anche per l'ambiente: che succede allo Stagnone
Sfortunatamente sembra che i danni potranno essere affrontati solo con il tempo, richiamando le istituzioni e la comunità a compiere uno sforzo collettivo
Lo stagnone di Marsala negli scatti di Vincenzo Genna
Tuttavia, la sua salute è stata messa recentemente in pericolo, da numerosi fattori che allarmano gli specialisti di tutela ambientale. Durante uno degli ultimi monitoraggi effettuati dal Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente si è infatti scoperto che lo Stagnone è pieno d’inquinanti chimici, tra cui il pericolosissimo DDT, il famoso pesticida che non è più in commercio dall’ormai lontano 1978 per via dei suoi effetti devastanti sulla falda e la fauna.
Questi monitoraggi (effettuati per buona parte durante il 2023) hanno permesso ai tecnici di capire quanto l’ecosistema dello Stagnone - inserito fortunatamente dentro una riserva naturale - sia fragile e paghi ancora l’uso ormai antico di certe sostanze nelle campagne limitrofe.
A fare compagnia al DDT, all’interno della lista degli inquinanti pesanti che sono stati segnalati nello Stagnone dal report del Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente (noto anche come SNPA) sono presenti anche la Cipermetrina, un pesticida famoso per essere altamente tossico e capace di distruggere gli ecosistemi acquatici, e l’Aclonifen, un erbicida usato in genere nelle campagne che tende ad accumularsi nei sedimenti e a essere poi trasportato dalle piogge verso i fiumi e i laghi.
I biologi ambientali sono estremamente preoccupati per questa situazione, visto che questa crisi può colpire non soltanto i microrganismi presenti nello Stagnone ma anche le altre specie – come gli uccelli migratori, che si nutrono degli invertebrati che si nascondono nelle sue acque – e gli stessi esseri umani.
Lo Stagnone è infatti una delle principali mete turistiche della Sicilia occidentale e sono diverse le attività sportive – tra cui il kitesurf – che vengono svolte nei pressi delle sue sponde.
Bisogna inoltre segnalare che i tecnici della SNPA non hanno monitorato solo lo Stagnone, ma hanno redatto un report che presenta i risultati del monitoraggio di altri 12 corpi idrici diversi della Sicilia, tra cui Lago Marinello, diverse dighe e Lago Mergolo della Tonnara a Tindari, adeguandosi alla direttiva quadro europea 2000/60/CE.
Secondo gli ambientalisti, il monitoraggio delle acque di transizione è cruciale per comprendere appieno quale sia l’impatto provocato dalle comunità umane e quali possano essere le eventuali risposte che possiamo attuare per ridurre i danni.
Sfortunatamente, in questo caso sembra che i danni potranno essere affrontati solo con il tempo, richiamando le istituzioni e la comunità a compiere uno sforzo collettivo che abbia lo scopo di ridurre la presenza d’inquinanti dal territorio e migliorare le condizioni ecologiche di una laguna salmastra fra le più importanti del mondo.
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