ITINERARI E LUOGHI
Il trionfo della natura dopo gli incendi: un luogo unico per chi fa trekking in Sicilia
Si trova al settimo posto tra le vette più importanti della provincia di Trapani. Qui Sebastiano Tusa organizzò una missione con 43 archeologi da tutto il mondo
Monte Polizo (foto di Salvatore Di Chiara)
Occupa una sommità da cui è possibile scorgere una serie di rilievi facenti parte dei Monti di Trapani. La bellezza del luogo è visibile sin dai primi passie, grazie ai tracciati (non indicati) tenuti perfettamente puliti dalla forestale, è possibile immettersi in un ambiente puro, verde e ricco di punti panoramici.
Il primo tratto in pendenza conduce direttamente allo spiazzale di Mannarazzi. Gli appassionati di trekking possono scegliere tra i vari percorsi presenti.
Uno di essi accompagna direttamente alla torretta di avvistamento (contrada Ardignotta). Rientra tra i punti strategici dell’area boschiva.
Da lassù si scorge parte della Sicilia Occidentale con i monti Bonifato, Erice, Cofano e Inici in primo piano. I boschetti si perdono a macchia d’olio senza dimenticare della presenza del Lago Rubino in parte nascosto da Montagna Grande.
Poi, improvvisamente, le farfalle colorate accendono i sentieri e accompagnano i visitatori. La macchia mediterranea è colma, fragrante e riempie ogni singolo spazio.
Una delle maggiori attrazioni di Monte Polizo è il sito archeologico elimo. I primi scavi furono avviati da Vincenzo Tusa negli anni Settanta. Nell’ambito di approfondimento del mondo ellenico in Sicilia, venne organizzata una spedizione in un'area di circa 30 ettari.
I rinvenimenti portarono alla scoperta di resti dell'Età del Ferro e ceramica greca. Una missione "eterna" fatta di scavi per individuare (probabilmente) la vecchia città di Halyciae (Alicie).
Fu la spedizione del 1996 a fornire le informazioni più importanti.
Sebastiano Tusa organizzò una missione con 43 archeologi esperti di tutto il mondo. Vennero fuori le notizie più antiche della presenza elima in Sicilia. Il centro continuò la sua vita anche in epoca romana.
Le spedizioni norvegesi e svedesi (Università di Goteborg) portarono alla luce edifici residenziali e abitazioni dotate di un piccolo portico con quattro-cinque ambienti (utilizzate per le attività domestiche e agricole).
Gli americani rinvennero sull’acropoli un’intera sequenza abitativa e un edificio sacro (un santuario?) dove all’interno erano presenti le corna di un cervo (culto legato ad Afrodite).
Tra gli altri rinvenimenti trovati: una struttura abitativa (Tusa House) con vani rettangolari molto lunghi ma privi di funzioni pubbliche e tombe semidistrutte nel tempo dalle colture dei vigneti. Molto interessanti sono gli oggetti ricavati dalle spedizioni come i due tipi di tazze chiamate “capeduncola” per i particolari che le contraddistinguono.
Sono state trovate nelle House 1 e 3. Sono carenate con ansa antropomorfa a piastra. Molti oggetti e utensili sono conservati presso il Museo civico di Salemi. L’area archeologica è ricca di altri ritrovamenti e, nel tempo, senza le dovute manutenzioni sono andate coperte dalla vegetazione.
I racconti dei boschi siciliani sono spesso tempestati dagli eventi negativi.
Anche la zona di Monte Polizo è stata infestata dagli incendi, specie quelli del 2016 e 2020. Furono spazzati in poche ore diverse centinaia di ettari. Le associazioni ambientali hanno organizzato diversi eventi per condannare l’attività incresciosa dei piromani.
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