RICETTE
Il risotto "vulcanico" dello chef stellato Mantarro: nei suoi piatti ricordi della Sicilia
Per lui il cibo è casa e l'Isola è la sua fonte d'ispirazione. Vi sveliamo una ricetta dell'Executive Chef Massimo Mandarro, vincitore di due stelle Michelin

L'Executive Chef Massimo Mantarro
«Non c’è innovazione senza tradizione», dice Massimo Mantarro, Executive Chef del rinomato ristorante di Taormina recentemente insignito della seconda Stella Michelin.
Nato a Piedimonte Etneo e cresciuto a Calatabiano, l’amore per il cibo dello chef Mantarro nasce tra le mura della casa in cui è cresciuto. «Il cibo per me è casa, è famiglia. Il primo approccio alla cucina l’ho avuto quando ero bambino. Mia madre mi ha sempre ispirato, la vedevo fare il pane, i dolci, i biscotti e mentre l’aiutavo nelle preparazioni cresceva il mio amore per la cucina e il cibo. Con il tempo sono poi riuscito a trasformare questa passione in qualcosa che ormai è più di un lavoro».
Forte del costante supporto della famiglia, Mantarro si forma alla scuola alberghiera locale, e da lì comincia la carriera nella ristorazione lavorando per prestigiosi ristoranti tra Torino, Palermo, Ragusa e in Campania. «Gli errori sono stati fondamentali per dare estro e creatività alla mia cucina. Senza i tentativi, gli sbagli, non avrei trovato le soluzioni più sorprendenti che poi propongo nel mio menù».
«La tradizione alimenta i pensieri nella mia cucina, ma imparo commettendo errori e pensando al risultato in maniera creativa. Una volta ho accidentalmente congelato delle zucchine, per poi scoprire che nella cottura a freddo preservavano le stesse caratteristiche della cottura a caldo: colore, sapore e consistenza. Ci sono tanti tentativi ed errori nel mio modo di cucinare, ma penso che sia la componente che aggiunge più valore ed estro creativo ai miei piatti».
L’incessante voglia di sapere e di perfezionarsi porta lo Chef nelle prestigiose accademie di Venezia e Parigi, fino al 2002, quando viene scelto per aprire il prestigioso ristorante di Taormina. Lì è stato il momento in cui ho capito che ero sulla strada giusta. «Considero importante non copiare mai nessuno», racconta Mantarro. «Ovunque io vada c’è un riflesso autentico di me stesso e della mia cultura, il mio obiettivo è innovare e creare sempre nuovi progetti».
L’abbondanza della Sicilia è la chiave della sua creatività, che si accosta ad ogni ingrediente con grande rispetto per la materia prima e ama sorprendere i suoi ospiti orchestrando la stagionalità dei prodotti con originalità. «La mia cucina è al 90% siciliana, si tratta di piatti che guardano la tradizione con spirito innovativo. Sicuramente gli elementi indiscussi sono la qualità, la stagionalità, e anche una certa cultura che è diversa in ogni parte della Sicilia.
Qui c’è una cultura “vulcanica” legata all’Etna, ma in ogni parte della Sicilia troviamo ricchezza. È una cucina fresca, leggera, mediterranea che parla di territorio e lo esalta. Con i miei piatti voglio raccontare un ritorno al passato. Mi piace l’idea di portare un ricordo a tavola, una tradizione, piatti che hanno un significato che va oltre il cibo e che si lega con le stagioni».
Negli anni lo Chef e la sua brigata hanno guadagnato due stelle Michelin. L’ultima ottenuta lo scorso novembre, a seguito del restyling dell’hotel e ristorante e della riapertura sotto la firma Four Seasons. Una grande gratificazione per lo chef che ha il piacere di condividere la celebre ricetta:
Carnaroli, alicette, finocchietto e pistacchio di Bronte
Ingredienti:
Riso carnaroli Gallo Riserva 70 g
Brodo vegetale q.b.
Burro 50 g
Olio evo 20 g
Cipollotto 10 g
Granella di pistacchio di Bronte 30 g
Ragusano 30 g
Parmigiano 30 g
Finocchietto tritato q.b.
Alici marinate 40 g
Scorza limone q.b.
Vino bianco q.b.
Pesto di pistacchio di Bronte 30 g
Fiori di Borragine q.b.
Finocchietto trito 30 g
Per il Pesto di pistacchi di Bronte:
Pistacchi Bronte 250 g
Cipollotto trito 40 g
Prezzemolo 20 g
Brodo vegetale 50 ml
Sale e pepe q.b.
Preparazione
Sbollentare in acqua i pistacchi per qualche minuto. A parte, preparare un fondo di cipollotto stufato con brodo vegetale. Unire i pistacchi al fondo di cipollotto e far insaporire velocemente. Frullare il tutto nell’hotmix, incorporando parmigiano e un pizzico di prezzemolo tritato.
Soffriggere il cipollotto e sfumare con brodo vegetale. Tostare poi il riso e sfumare con vino bianco. Cuocere il riso bagnando con brodo vegetale di tanto in tanto. Mantecare il riso con burro, ragusano, parmigiano e olio evo. Ultimare con l’aggiunta di finocchietto e granella di pistacchio. A parte, condire la brunoise di alici marinate con olio, finocchietto e scorza di limone.
Impiattamento
Nel piatto disporre degli spuntoni di pesto di pistacchio e versarci sopra il risotto. Decorare con fiori violi, ciuffetti di finocchietto, e la brunoise di alici marinate.
Nato a Piedimonte Etneo e cresciuto a Calatabiano, l’amore per il cibo dello chef Mantarro nasce tra le mura della casa in cui è cresciuto. «Il cibo per me è casa, è famiglia. Il primo approccio alla cucina l’ho avuto quando ero bambino. Mia madre mi ha sempre ispirato, la vedevo fare il pane, i dolci, i biscotti e mentre l’aiutavo nelle preparazioni cresceva il mio amore per la cucina e il cibo. Con il tempo sono poi riuscito a trasformare questa passione in qualcosa che ormai è più di un lavoro».
Forte del costante supporto della famiglia, Mantarro si forma alla scuola alberghiera locale, e da lì comincia la carriera nella ristorazione lavorando per prestigiosi ristoranti tra Torino, Palermo, Ragusa e in Campania. «Gli errori sono stati fondamentali per dare estro e creatività alla mia cucina. Senza i tentativi, gli sbagli, non avrei trovato le soluzioni più sorprendenti che poi propongo nel mio menù».
«La tradizione alimenta i pensieri nella mia cucina, ma imparo commettendo errori e pensando al risultato in maniera creativa. Una volta ho accidentalmente congelato delle zucchine, per poi scoprire che nella cottura a freddo preservavano le stesse caratteristiche della cottura a caldo: colore, sapore e consistenza. Ci sono tanti tentativi ed errori nel mio modo di cucinare, ma penso che sia la componente che aggiunge più valore ed estro creativo ai miei piatti».
L’incessante voglia di sapere e di perfezionarsi porta lo Chef nelle prestigiose accademie di Venezia e Parigi, fino al 2002, quando viene scelto per aprire il prestigioso ristorante di Taormina. Lì è stato il momento in cui ho capito che ero sulla strada giusta. «Considero importante non copiare mai nessuno», racconta Mantarro. «Ovunque io vada c’è un riflesso autentico di me stesso e della mia cultura, il mio obiettivo è innovare e creare sempre nuovi progetti».
L’abbondanza della Sicilia è la chiave della sua creatività, che si accosta ad ogni ingrediente con grande rispetto per la materia prima e ama sorprendere i suoi ospiti orchestrando la stagionalità dei prodotti con originalità. «La mia cucina è al 90% siciliana, si tratta di piatti che guardano la tradizione con spirito innovativo. Sicuramente gli elementi indiscussi sono la qualità, la stagionalità, e anche una certa cultura che è diversa in ogni parte della Sicilia.
Qui c’è una cultura “vulcanica” legata all’Etna, ma in ogni parte della Sicilia troviamo ricchezza. È una cucina fresca, leggera, mediterranea che parla di territorio e lo esalta. Con i miei piatti voglio raccontare un ritorno al passato. Mi piace l’idea di portare un ricordo a tavola, una tradizione, piatti che hanno un significato che va oltre il cibo e che si lega con le stagioni».
Negli anni lo Chef e la sua brigata hanno guadagnato due stelle Michelin. L’ultima ottenuta lo scorso novembre, a seguito del restyling dell’hotel e ristorante e della riapertura sotto la firma Four Seasons. Una grande gratificazione per lo chef che ha il piacere di condividere la celebre ricetta:
Carnaroli, alicette, finocchietto e pistacchio di Bronte
Ingredienti:
Riso carnaroli Gallo Riserva 70 g
Brodo vegetale q.b.
Burro 50 g
Olio evo 20 g
Cipollotto 10 g
Granella di pistacchio di Bronte 30 g
Ragusano 30 g
Parmigiano 30 g
Finocchietto tritato q.b.
Alici marinate 40 g
Scorza limone q.b.
Vino bianco q.b.
Pesto di pistacchio di Bronte 30 g
Fiori di Borragine q.b.
Finocchietto trito 30 g
Per il Pesto di pistacchi di Bronte:
Pistacchi Bronte 250 g
Cipollotto trito 40 g
Prezzemolo 20 g
Brodo vegetale 50 ml
Sale e pepe q.b.
Preparazione
Sbollentare in acqua i pistacchi per qualche minuto. A parte, preparare un fondo di cipollotto stufato con brodo vegetale. Unire i pistacchi al fondo di cipollotto e far insaporire velocemente. Frullare il tutto nell’hotmix, incorporando parmigiano e un pizzico di prezzemolo tritato.
Soffriggere il cipollotto e sfumare con brodo vegetale. Tostare poi il riso e sfumare con vino bianco. Cuocere il riso bagnando con brodo vegetale di tanto in tanto. Mantecare il riso con burro, ragusano, parmigiano e olio evo. Ultimare con l’aggiunta di finocchietto e granella di pistacchio. A parte, condire la brunoise di alici marinate con olio, finocchietto e scorza di limone.
Impiattamento
Nel piatto disporre degli spuntoni di pesto di pistacchio e versarci sopra il risotto. Decorare con fiori violi, ciuffetti di finocchietto, e la brunoise di alici marinate.
Ti è piaciuto questo articolo?
Seguici anche sui social
Iscriviti alla newsletter
|
GLI ARTICOLI PIÚ LETTI
-
STORIA E TRADIZIONI
Stella, moglie del "Principone": a chi si ispira la principessa di Salina del Gattopardo
-
CINEMA E TV
È palermitana e la vedi ancora su Rai 1: chi è la nuova attrice in "Mina Settembre"
-
STORIA E TRADIZIONI
Avevano l'oro bianco, Franca Florio le rifiutò: donne e "matri" (senza nome) in Sicilia
-
STORIA E TRADIZIONI
Lasciò marito e figli, rischiò il carcere: una nobile siciliana fece follie per D'Annunzio