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Il passaggio segreto nel castello alle porte di Palermo: tra leggende e un pizzico di verità
Il fortilizio tra i più ragguardevoli della provincia di Palermo, nasconderebbe nel suo ventre antichi incantesimi e fortune, ma soprattutto un lungo sotterrano segreto
In tutti i castelli e in molti monasteri siciliani si racconta dell’esistenza di porte nascoste che aprono a tunnel e passaggi segreti, strette vie di collegamento, cunicoli impenetrabili, dove si celano tesori inviolati, forzieri di monete d’oro.
La cosa non deve stupire, poiché tutti i complessi fortificati avevano anche la necessità di una via d’uscita d’emergenza, utilizzata proprio per permettere alle famiglie signorili o reali, in caso di pericolo, una scappatoia dalle loro abitazioni. Alcuni tunnel segreti, o almeno lo erano una volta, sono sopravvissuti nel tempo e ancora percorribili, di altri rimane ancora ad oggi un alone di leggenda.
Anche il castello di Misilmeri, fortilizio tra i più ragguardevoli della provincia di Palermo, nasconderebbe nel suo ventre antichi incantesimi e fortune, ma soprattutto un leggendario sotterrano segreto.
Su questo nucleo originario, è possibile che al tempo del dominio arabo della Sicilia siano stati realizzati degli adattamenti tali da renderlo un avamposto fortificato per proteggere le mercanzie che transitavano alla volta di Palermo, un po’come il castello di Cefalà Diana ed altri lungo la via del grano.
Con una serie di interventi di ampliamento e trasformazione voluti dalle famiglie Chiaramonte prima e Ajutamicristo dopo, si fece del castello dell’Emiro un’architettura militare-residenziale che nella sua lunghissima storia ospitò Signori e Principi da tutta la Sicilia.
Antiche leggende e racconti tramandati oralmente riferiscono di un accesso sotterraneo presente al suo interno, anche se si ignora chi e in quale epoca ne abbia ordinato la costruzione, in grado di collegarlo con la Chiesa Madre, costruita nella piazza del paese nel 1553, per volere del barone di Misilmeri, Don Vincenzo Del Bosco.
L’ipotesi del passaggio segreto, al cui interno si asserisce sia presente anche un tesoro custodito da spiriti, è certamente affascinante e se fosse realmente esistito, per potersi estendere dal castello alla chiesa cittadina, doveva essere lungo circa quattrocento metri.
Uno sforzo costruttivo notevole, ma soprattutto un simile tunnel avrebbe avuto grossi problemi di aerazione per via del notevole dislivello e l’unico modo di garantirgli il ricambio d’aria era prevedere delle stazioni di uscita, a intervalli regolari.
Oltretutto c’è il problema della segretezza. Un cantiere di queste dimensioni, con i mezzi a disposizione sei secoli fa, avrebbe richiesto moltissima manodopera e un tempo di realizzazione ragguardevole e quindi sarebbe stato impossibile mantenere il segreto.
Ma il modo di mantenere il segreto c’era, brutale ma efficace, purché non si avessero troppi scrupoli, ed era già applicato dagli antichi egizi: bastava uccidere (o minacciare di farlo) tutti quelli che ne sapevano qualcosa.
Nel 1951, nel rifare tutta la pavimentazione di marmo della Chiesa Madre, si scoprì sotto la Cappella di San Giuseppe un sotterraneo con una scala d'accesso nel centro della navata, ma in quel caso il passaggio non portava al castello ma bensì dentro la cripta dei sacerdoti, come dice una lapide scritta in latino, fatta sistemare dal sacerdote Don Gaetano Bonanno nel 1776.
Il mistero del sotterraneo segreto però è tenacemente ricordato nelle storie che i nonni raccontano ancora oggi ai nipotini, dei tanti curiosi, audaci e coraggiosi misilmeresi che nel tempo hanno dichiarato di essersi cimentati in questa avventura, senza mai però arrivare alla meta bramata o al misterioso tesoro nascosto.
Tuttavia non è detto che alla base delle leggende non vi sia un fondo di verità, se il cunicolo esiste o è esistito, sarebbe partito dal lato nord del Castello dell’Emiro, dove attualmente sotto le sue fondamenta si presenta una grande cavità rocciosa che andrebbe scandagliata con i mezzi più moderni, ciò consentirebbe di riportare alla luce reperti interessanti e magari, chissà, l’ingresso del passaggio segreto.
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